Il cammino di santità ha sedotto molti cristiani, uomini e donne con vocazioni e chiamate diverse nella Chiesa di Dio che si riassumono nella profonda e lineare proposta fatta da Gesu’: “Siate santi come io sono santo”. Mi sembra utile precisare che abbiamo definito sante alcune persone incontrate nella nostra vita, pur non essendo ancora sugli “altari”.
Rileggo e medito non senza emozioni: “la Santità di Dio come dono a ogni persona nella sua vita di tutti i giorni, che vive con concretezza e profonda visione teologica la propria umanità”. Scrive Papa Francesco: “Uno Spirito di Santità che impegni tanto la solitudine quanto il servizio, tanto l’intimità quanto l’impegno evangelizzatore, così che ogni istante sia espressione di AMORE DONATO sotto lo sguardo del Signore. In questo modo, tutti i momenti saranno scalini nella nostra vita di santificazione” (GeE31).
Nella mia vita missionaria, nelle sue diverse espressioni, ho incontrato e incontro giovani e adulti, consacrati e non, che hanno fatto della loro quotidianità una serena sintesi delle Beatitudini, dimostrando l’universale chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, nella vita di oggi, imparando a dire no alla superficialità e alle comodità, scegliendo di vivere in amicizia solidale con tutti, a prescindere dalla condizione sociale: Dio non giudica la grandezza di ciò che siamo o facciamo, ma l‘amore con cui facciamo quanto a noi possibile. Apriamo la porta del nostro cuore e della nostra intelligenza, impariamo a guardare non solo la tristezza di una contemporaneità che ci “propina” quasi esclusivamente una umanità deteriorata e malata di egocentrismo, di indifferenza, di aggressività, ci sorprenderemo della santità che vive nelle nostre case, nella chiesa, sulle strade della vita.
Nella porta accanto trovo famiglie che nell’ordinarietà vivono con semplicità un gioioso ma anche doloroso quotidiano, portandolo e trasfigurandolo alla luce della fede con un amore di dedizione verso il proprio compagno/a educando i figli con l’amorevolezza e la fermezza necessarie affinché apprendano gli inevitabili SI e NO che incontreranno restando amanti della vita lungo i sentieri dell’adolescenza e della giovinezza. Nella porta accanto troviamo figli che assistono e regalano affettuosamente il loro tempo alla cura di genitori anziani, malati cronici, spesso tormentati dal quell’Alzheimer che sa ormai riconoscere e regalare un sorriso solo a quelli che rimangono i richiami affettivi della loro vita: una restituzione gratuita di ciò che hanno loro stessi ricevuto dal proprio genitore nonostante vissute fragilità e incomprensioni.
Quante persone nella Chiesa e non, abbiamo incontrato e definite empaticamente, miti e umili di cuore, capaci di dialogare nella verità senza giudicare, capaci di cogliere ciò che serve alla nostra vita, capaci di pacificarci il cuore, persone pacifiche e misericordiose che se ascoltiamo ci aiutano ad accettare e sopportare un conflitto. Ci rendono liberi, capaci di giustizia, perché riconciliati noi stessi, per grazia di Dio, con l’umile preghiera diventiamo creativi nel risolvere un’incomprensione e ricomporre rapporti spezzati, evitando il rischio di vivere rancorosi e incapaci di perdono. Trovo sacerdoti, religiosi, religiose che riconoscendo la propria fragilità, percorrono cammini di santità, quale originaria scelta vocazionale, cammini di libertà interiore, non avvilendo ma accrescendo il potenziale di quella sana umanità propria di Cristo Gesù e di numerosi santi che hanno cercato e cercano una propria verità interiore.
Come posso tralasciare di ricordare i numerosi giovani testimoni di una generosità, necessaria, solo a volte, di essere purificata nell’intenzione, che sente vibrare in se stesso la vita dell’altro, del compagno di scuola, di chi è in difficoltà, del disabile, dell’amico con cui confidarsi nella reciprocità: non sviliamo questa potenziale santità che ci insegna, non il mordi e fuggi ma la bellezza della fedeltà, della custodia della vita dell’altro che si confida bisognoso e sicuro che tu non lo svilirai nel ridicolo pettegolezzo con altri presunti amici. Solo l’Amore vero, bisogno primario di ciascuno di noi, ha orientato e orienta il cammino della Chiesa, dei santi del passato e di oggi, capaci di vivere le occasioni gioiose e dolorose di ogni giorno per trasformarle in opportunità positive per sé e per gli altri.
Dio si piega su ciascuno di noi, con il suo amore di Padre Amabile Infinito, nelle nostre case, nel nostro lavoro aiutandoci a procedere con determinazione e costanza attraverso la sua parola, le sue parabole, in modo amabile, fermo e persuasivo. Gesù non ci insegna a soccombere di fronte ad una maggioranza spesso deviante, ci insegna a non aver paura della missione che Lui ci ha regalato, attraverso il Figlio Crocifisso e lo Spirito Santo, Lui stesso non ha mai schematizzato né svilito l’impegnativa e spesso impopolare responsabilità verso la santità, l’ha illustrata attraverso la sua testimonianza quale chiamata universale che per molti conosciuti o sconosciuti ha preso il nome di martirio nella quotidianità. Il mio cuore trabocca nel ringraziare i Santi del passato e i santi, che riconosco nel cammino della mia vita, intercessori nell’arte della conversione e del discernimento che solca ogni pensiero e attività del cristiano.
Nell’unione in Cristo vi porto nella mia preghiera e nei miei piccoli e poveri gesti quotidiani.
LA SANTITÀ DELLA PORTA ACCANTO
a cura di Suor Margherita Buzzi