Economy of Francesco è molto più di un semplice evento. Si sarebbe dovuto tenere ad Assisi a novembre con la presenza di molti giovani economisti e imprenditori provenienti da tutto il mondo. L’iniziativa si è sviluppata a seguito dell’invito che il Santo Padre ha inviato il primo maggio 2019, in occasione della festa di San Giuseppe. Un evento globale che ha come obiettivo proprio quello di creare incontro, dialogo e confronto tra i giovani sui temi dell’economia e non solo. Tutto nasce dalla volontà di Papa Francesco di rivedere i paradigmi dell’economia, partire dalla cura degli ultimi, della terra e con l’attenzione ad una ecologia integrale nello Spirito del santo di Assisi. Già nella Laudato sì e nella esortazione apostolica Evangelii Gaudium Francesco aveva tracciato un modello alternativo di sviluppo. I giovani sono i destinatari principali perché solo a partire da loro si possono fare discorsi grandi pensando al futuro.
Sono loro i motori del cambiamento possibile e necessario. La preparazione dell’evento rivolto ai giovani fino ai 35 anni di età, studenti e studiosi in economia e altre discipline affini, all’impresa, imprenditori, dirigenti e top manager, promotori di attività al servizio del bene comune e di un’economia giusta, sostenibile e inclusiva, ha visto Papa Francesco insieme al vescovo di Assisi e all’economista Luigi Bruni. Tanti sono stati gli incontri a livello locale e regionale, conferenze workshop dal tema il lavoro, la sostenibilità integrata, le città del futuro. L’incontro di Assisi è pensato in spazi chiamati villaggi come fossero cittadelle di confronto. 12 spazi che riguardano vari temi. Lavoro e cura, management e dono, finanza e umanità agricoltura e giustizia e energia e povertà profitto e vocazione politiche e felicità, CO2 della disuguaglianza, business e ace, economia è donna, imprese in transizione, vita e stili di vita. Laboratori e confronti con premi Nobel, economisti, esperti filosofi. Il manifesto di Assisi, presentato il 23 gennaio ad Assisi, raccoglie le idee e i principali elementi della politica europea definite dalla nuova stratega per il 2050, lo Europea New Green Deal e gli obiettivi dell’agenda 2030 delle nazioni unite. La sfida è enorme e di portata planetaria e serve il contributo delle migliori energie.
Anche la chiesa cattolica a Francesco assume un ruolo centrale e propositivo su un tema, come quello economico che è strettamente connesso anche ad altri temi cruciali come quello delle disuguaglianze e dei diritti. Le realtà del terzo settore e dell’economia civile trovano spesso il loro slancio proprio da valori radicata nel bavaglio e nella cultura della solidarietà. “Non siamo condannati a modelli economici che concentrino il loro interesse immediato sui profitti come unità di misura e sulla ricerca di politiche pubbliche simili che ignorano il proprio costo umano, sociale e ambientale”, dichiara Papa Francesco, secondo il quale “occorre dare voce e dignità ai poveri e agli scartati superando la logica del solo assistenzialismo.” Non basta neppure puntare sulla ricerca di palliativi nel terzo settore o in modelli filantropici. Benché la loro opera sia cruciale, non sempre sono capaci di affrontare strutturalmente – ha detto il Papa – gli attuali squilibri che colpiscono i più esclusi e, senza volerlo, perpetuano le ingiustizie che intendono contrastare. Infatti, non si tratta solo o esclusivamente di sovvenire alle necessità più essenziali dei nostri fratelli. Occorre accettare strutturalmente che i poveri hanno la dignità sufficiente per sedersi ai nostri incontri, partecipare alle nostre discussioni e portare il pane alle loro case. E questo è molto più che assistenzialismo: stiamo parlando di una conversione e trasformazione delle nostre priorità e del posto dell’altro nelle nostre politiche e nell’ordine sociale”. Nel suo messaggio il Papa ha ricordato ai giovani che l’incontro virtuale in Umbria è solo l’inizio di un percorso e ha rimarcato la profonda ispirazione evangelica e cristiana dell’evento che noi come giornale continueremo a seguire e ad approfondire.
don Adriano Cifelli