Viviamo con trepidazione questa emergenza acuta che accade nel nostro territorio del Basso Molise. Nello stesso tempo invito i parroci e i fedeli ad aderire con responsabilità alle decisioni specifiche che, nei singoli comuni, vengono assunte e deliberate. Sento di farmi vicino alle famiglie colpite in modo diretto e drammatico dal Covid e a quanti vivono una situazione di precarietà e forte disagio sociale ed economico. In modo particolare penso ai giovani adolescenti che vivono restrizioni non sempre adeguatamente motivate da noi adulti, e risultano i più spaesati dentro questo crogiolo collettivo.
Nello stesso tempo non si può non constatare che, per quanto riguarda la nostra Regione, la situazione di oggi è frutto di un non ascolto del popolo ed è il risultato di contrapposizioni di vedute personali e conflitti di competenza – spero non di interessi inconfessati – che, di fatto, hanno impedito una visione previdente e una conseguente azione di adeguata preparazione all’emergenza nella quale viviamo.
In emergenza non ci si deve certamente lasciare catturare da risentimenti e, tantomeno, questo è il tempo di puntare il dito: ben vengano tutte le soluzioni possibili e immediate, che riconsegnino certezze e serenità ai cittadini.
Mi sento di invitare tutti a non lasciarsi imprigionare dalla paura e a mettere in campo quel “di più” che ognuno porta già nel cuore che, sicuramente, si traduce in adesione alle indicazioni delle istituzioni e in capacità di prendersi cura, nelle modalità possibili, di quanti ci vivono accanto.