LA FIGURA DI FRANCO BATTIATO
Ci ha rammaricato la notizia della morte del cantante Franco Battiato, che ha accompagnato tante nostre realtà musicali. Aveva 76 anni, ammalato da tempo. Ha saputo raccogliere infinti desideri del cuore nostro, dandovi poesia e ricamo antropologico, in un anelito da lui espresso, verso il divino, pur tra complesse articolazioni. Il respiro umano in lui era presente e ci faceva vibrare, anche per la sua vena innata di saggia ironia e acquisita libertà interiore. Ha saputo dare voce alla sua amata terra di Sicilia, con i suoi colori e sapori, in struggenti composizioni, specie una delle ultime, appassionate: la Cura, che resta un inno NELLA realtà drammatica della pandemia, anche per l’influsso del suo grande amico, filosofo, Manlio Sgalambro.
L’ASSURDA GUERRA IN PALESTINA
Seguiamo con grande preoccupazione l’andamento della guerra in Palestina, specie negli orribili ed inutili bombardamenti sulla striscia di Gaza. Certo, anche i missili lanciati dai Palestinesi sono cresciuti di potenza distruttiva. Per questo, è una guerra che ci pone tantissime domande. La causa scatenante resta l’eterna rivalità per i territori, quella disputa territoriale, mai risolta, anche per il silenzio delle nazioni del Mondo e la durezza di Israele. Vi è poi la scintilla immediata, cioè lo sfratto imposto dallo stato ebraico ad alcune famiglie palestinesi, povere, di Gerusalemme, attuato con metodi durissimi. E nella lettura di questo ennesimo conflitto, non va di certo dimenticato il fattore “petrolio”, elemento che spinge sempre a attivare nuovi conflitti devastanti.
Ci chiediamo pero: ma quella normalità, tanto sbandierata da Israele, nel dirsi stato libero dal virus tramite il vaccino così rapidamente dato a tutto il suo popolo, non è forse scandalosamente utilizzata per attivare nuove guerre? E’ proprio questa la normalità decantata, quella cioè di aggredire? Quella di uccidere soprattutto civili, con tante donne e moltissimi bambini (oltre sessanta!). E’ proprio vero, allora, che non abbiamo imparato nulla dalla durezza della pandemia! E così, ancora una volta – come dice papa Francesco – questo grande dolore rischia di restare inutile, per una umanità sorda e cieca?!!
Ecco perché ci piace aderire anche noi all’appello dei Vescovi campani, emanato il 10 maggio: “Diciamo no alle armi e chiediamo al Governo italiano di ratificare il trattato di proibizione delle armi nucleari, di recedere dall’acquisto di nuove armi (come i nuovissimi cacciabombardieri, per una spesa assurda di oltre 14 miliardi!), impiegando per fini di pace i loro altissimi costi. Sia frenata l’industria, purtroppo fiorente, delle armi, anche perché siamo in un tempo di grave carestia sociale ed economica. E’ orami tempo che cessino i conflitti armati e che non siano rafforzati gli arsenali militari”.
E non possiamo dimenticare l’appello di papa Francesco, nella sua recente Enciclica Fratelli tutti, dove con chiarezza condanna l’uso delle armi, quando afferma che “la guerra è un fallimento della politica e del’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Interroghiamo le vittime…così potremo riconoscere l’abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui, perché abbiamo scelto la pace!”!(n. 261).
CHIAREZZA SUI VACCINI
Ci uniamo ai tanti che con crescente consapevolezza stanno con forza chiedendo la sospensione ai diritti di proprietà intellettuale sui vaccini. Papa Francesco ha espresso con chiarezza la sua voce, entrando così anche nel cuore di molti leader mondiali, come Biden e Draghi. Si tenga infatti presente che in Africa e in America Latina solo il 10 % della popolazione è stato vaccinato! Si tratta cioè di contrastare gli effetti catastrofici della pandemia, soprattutto per i paesi più fragili. La lotta contro la pandemia è un problema di tutti e non delle popolazioni più svantaggiate. Il vaccino, di fatto, ora è nelle mani delle nazioni più ricche, fattore che alimenta ancor di più il senso di ingiustizia sociale nel mondo. Occorre dare più vigore al volontariato internazionale, come richiesto dal FOCSIV.
Ma non tutti la pensano così, all’interno del Wto, cioè l’organismo mondiale del commercio, anche a livello europeo, come è emerso nella recente riunione a Porto, in Portogallo, dove le posizioni erano differenti. Se ne riparlerà nel prossimo incontro del 8 giugno. Ma ora è il momento di battere il ferro. I paesi poveri non possono aspettare. Milioni di persone attendono. Con giustizia. Ora più che mai!
ANCORA IN PREGHIERA PER LA GRAVE LA SITUAZIONE IN MYANMAR
Anche noi ci uniamo in preghiera al profetico gesto del papa di celebrare una messa, in san Pietro, domenica 16 maggio, proprio per le vittime, pregando intensamente per la pace in Myanmar. Ha dimostrato di essere loro vicino. La sua benedizione si è fatta sostegno a tutti i popoli oppressi e violentati dalle dittature militari, in varie parti del mondo. La preghiera di certo potrà fare miracoli, come ha sostenuto in una sua lettera la suora, ormai famosa, suor Ann Rose. La situazione in Birmania infatti sta peggiorando. Negli ospedali cresce il numero dei feriti e dei depressi, causa la violenza dei militari. La suora ci chiede di fare presto, di far sentire la loro voce, di salvare il Myanmar, favorendo la liberazione della loro leader Aung San Suu Kyi, regolarmente eletta, garanzia di libertà per tutti!
DI FRONTE AL DECRETO ZAN.
Facciamo nostre le parole illuminate del nostro Presidente della CEI, card. Gualtiero Bassetti, che ritiene che il testo attuale sia scritto male, perché non deve avere infiniti sensi e interpretazioni. Ricorda come sempre ha fatto la Segreteria generale, che una legge buona già esiste. Ma se si vuole accentuare, si accentui nel senso della protezione, con chiarezza, senza ambiguità. Soprattutto la cosiddetta “identità di genere” si presta a troppe contrastanti interpretazioni, anche sul piano antropologico, pure nella lettura del mondo femminista. Ed aggiunge che “la distinzione fra uomo e donna esiste. Per chi è credente viene da Dio, chi non crede dice dalla natura, ma esiste!. Questo non vuol dire che non si debba accettare o accogliere le scelte diverse, le varie situazioni esistenziali, le fragilità. Però una legge deve tutelare le garanzie e i valori fondamentali”. Insiste così sempre di più sul piano educativo, nella direzione di una seria prevenzione che contribuisca a scongiurare e contrastare ogni offesa alla persona, nel riconoscimento della originalità di ogni essere umano e del primato della sua coscienza. Per concludere, anche noi, come INTRAVEDERE, ci uniamo a chi chiede che davanti ad un testo così importante debba crescere il dialogo franco e dialettico, per non cadere nell’intolleranza reciproca.
NELLA PASTORALE GIOVANILE, LA PANDEMIA NON SIA UNA SCUSA!
Finalmente una spinta a vivere con speranza la Pastorale giovanile, frenata dalla pandemia, ci viene dalla santa sede, con il suo recentissimo documento da parte del Dicastero per i laici, famiglia e vita. Si rilancia la celebrazione delle GMG, spostate a livello diocesano dalla domenica delle Palme alla solennità di Cristo Re. Per costruire davvero un futuro per i giovani, occorre un impegno maggiore da parte di tutti, perché la pandemia non sia una scusa per rinunciare agli eventi. Il documento ricorda il tanto bene fatto in questi 35 anni dalle Giornate mondiali della gioventù, specie a livello vocazionale. Incoraggia le chiese locali ad insistere, guardando con fiducia già alla giornata di Lisbona, impegnandosi con zelo nella creatività e nella fantasia pastorale. Occorre cioè, nella ammissione degli esperti, passare da una GMG per i giovani ad un evento con i giovani.
a cura della redazione di INTRAVEDERE