Giugno è un bel mese. Il mese delle maturazioni. Del grano che biondeggia sulle nostre colline, accarezzato dal vento. Campagne che si riempiono di vita, con alberi di ciliege che rosseggiano su rami che quasi si spezzano tanto sono carichi di quei frutti così attrattivi.
E’ il mese del sacro Cuore, il mese che ci fa vedere il vero volto di Dio, che è un cuore che ama: guarda questo mio cuore! Fu il grido che sentì la suora, santa Margherita, nel suo Coro monastico, quando capì che la Chiesa aveva bisogno di una svolta. Non un rigido giansenismo di perfezione formale esterna (ancora accarezzato in certi nostri ambienti religiosi!), ma un cuore aperto alla misericordia. Ricevuta e donata. E questo Cuore, che ama e perdona, ci spinge a leggere il Vangelo con lo sguardo a quell’Amore vivificante, umano, che vince le durezze con la Tenerezza. Nasce uno stile: Rincuorare, un istinto divino dentro di noi. Mentre la pandemia si attenua, è così il tempo della consolazione. Non dell’opposizione, ma della consolazione, che sappia sanare le ferite aperte da sofferenze vaste e taglienti. Ed è proprio su questo cuore che si concentrano diversi articoli di questo numero di giugno. Perché la linea pastorale di papa Francesco passa proprio attraverso la riscoperta della centralità del cuore. Poiché anche Dio ha un cuore di carne! Come noi.
Ma il mese di giugno è anche il mese del Corpus Domini. Quest’anno i Misteri non li abbiamo potuto vedere né ammirare mentre attraversano il centro storico, così suggestivo, della nostra città antica. Ma li abbiamo sentiti presenti nella nostalgia di cielo, che ci ha trasmesso la messe del mattino, davanti agli ingegni di Di Zinno. La festa c’è stata, lo stesso, concentrata nella chiesetta, sempre vivacissima, della Libera, cuore eucaristico di Campobasso, che è una città eucaristica. Perché quel pane adorato sia poi anche servito, nella mensa alla Casa degli Angeli, nell’accoglienza dei migranti, nelle strutture dello SPRAR, tra i cuori delle nostre periferie dimenticate di via Quinzio, nelle corsie dei nostri ospedali, finalmente alleggerite con un grazie a chi vi opera, perchè sia capace di superare le tante ingratitudini amare.
E’ il mese della passione pastorale di sant’Antonio, che rovescia i potenti come l’avaro di Padova, il cui cuore non sta nel suo petto ma viene ritrovato dal Santo nello scrigno tra i monili d’oro. Ed il nostro cuore, oggi, dove sarebbe? Sant’Antonio, dove lo potrebbe ritrovare? Perché tanta fretta ad aprire, di domenica, i Centri commerciali? La domenica è per Dio e non per il commercio! E’ per le relazioni serene, fraterne, aperte alla gratuità! Perché insisto tanto? Perché la pandemia ci deve insegnare che anche il guadagno ha un limite. Ed è solo rispettando quel limite che guariremo la malattia egoistica della pandemia morale! Condizione per superare la pandemia sanitaria.
Da qui, da questo mese, la forza della ripresa. Con una democrazia che rispetti i poveri, come ci ha detto il papa nel suo messaggio sulla povertà. Per la nostra città, questo mese sarà ricordato come il mese della vittoria calcistica, che ha riportato la squadra in serie C, dopo 32 anni. Un passo significativo, che va ora ben usato, in serietà di allenamento fraterno e solidale, perché la gioia sia di tutti. Siamo perciò vicini alle migliaia di ragazze e ragazzi che stanno affrontando la prova della maturità scolastica. La loro preparazione ci sia di stimolo. Siano il segno che la qualità vince. Che se ti prepari bene, il futuro si apre. Anche in Molise, per aree interne che ritrovano la loro “tipicità” di crescita in prodotti fatti dalle loro mani, come a Castel del Giudice. La festa della Prima Comunione e della Cresima abbia il sapore della ripartenza nella speranza, in liturgie vive e serie, ben vissute. Finalmente! Allora Giugno con le sue maturazioni, sarà il mese della pienezza, con un “pane che sa di casa”. Perché condiviso, in vera fraternità!
+ p. GianCarlo, Direttore