“La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose e il coraggio per cambiarle.” Sant’Agostino
Le settimane sociali: Si è appena conclusa a Taranto la 49ma settimana sociale dei cattolici tenutasi dal 21 al 24 u.s.; sorte dopo l’Enciclica sociale di Leone XIII nel 1891, allo scopo di far conoscere, specialmente al laicato, il Magistero pontificio. La prima settimana sociale, tenutasi dal 23 al 28 settembre 1907, a Pistoia, fu ideata dall’Unione popolare cattolica italiana, a guida di Giuseppe Toniolo, unitamente al cardinale Pietro Maffi, per “ispirare cristianamente la società”. L’incontro è stato aperto dal messaggio di saluto di Papa Francesco. “Questo appuntamento ha un sapore speciale. Si avverte il bisogno di incontrarsi, sorridere e progettare, sognare insieme… per uscire dalla crisi (sanitaria e sociale) è richiesto un maggiore coraggio anche ai cattolici. Non possiamo rassegnarci e stare alla finestra a guardare, non possiamo restare indifferenti o apatici senza assumerci la responsabilità verso gli altri e verso la società. Siamo chiamati a essere lievito che fa fermentare la pasta”. Papa Francesco ha indicato tre cartelli stradali da rispettare. Il primo è “l’attenzione agli attraversamenti”, ovvero non essere indifferenti rispetto alle persone che incrociamo nella nostra esistenza. Il secondo segnala “il divieto di sosta”. Non sostare nelle sacrestie sfiduciati e rassegnati, ma incamminarsi con speranza. Il terzo è “l’obbligo di svolta”. Occorre cambiare rotta, fare qualcosa per risolvere i problemi. Lo chiedono il grido dei poveri e quello della terra, in quanto vi è uno stretto rapporto fra ecologia ed economia, tra creato e occupazione, tra giustizia sociale e lotta alle diseguaglianze. L’incontro, che ha visto la partecipazione di circa 700 delegati, in rappresentanza di 220 diocesi (su 224), provenienti da tutt’Italia, oltre un centinaio di vescovi, religiosi e laici, rappresentanti delle istituzioni, politiche e della cultura, “non è stato un convegno, ma una piattaforma di partenza per dare speranza e avviare dei processi”, come ha specificato il Cardinale Bassetti.
Il pianeta che speriamo: Il tema oggetto della riflessione: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”. Monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto ha sottolineato che “Taranto è l’emblema di uno sviluppo economico che ha mostrato tutti i suoi limiti e che deve essere superato. L’inquinamento ambientale, l’emergenza sanitaria, la crisi economica, la perdita di migliaia di posti di lavoro, sono state, a volte, considerate quali questioni contrapposte tra interessi produttivi e lavorativi. (Lavoro o salute?)…L’esigenza dell’equità sociale è cardine e fondamento dell’ecologia globale intesa come riscoperta della fraternità solidale a partire dal mondo del lavoro. Non c’è pace senza giustizia, non c’è società giusta senza la promozione di una solidarietà umana e sociale globalmente intese… A Taranto l’inquinamento ha intossicato le coscienze, oltre la terra e il mare.” Anche il Presidente della Regione Emiliano ha evidenziato che “il diritto alla salute, a Taranto, come nel resto del mondo, non può essere posposto rispetto a quello dell’economia. L’economia deve essere al servizio dell’uomo, non viceversa”.
Sostenibilità: I cambiamenti climatici, il riscaldamento globale i fenomeni estremi sono il sintomo di un pianeta malato, surriscaldato, febbricitante, profanato dall’uomo. Fino ad ora l’uomo ha agito sfruttando le risorse della terra nella convinzione che fossero illimitate. Ha inquinato l’aria, la terra e le acque in nome di una crescita smisurata, in funzione dell’economia e del profitto e a danno delle popolazioni più povere. Ora la scienza ci dice che non abbiamo più tempo. Dobbiamo cambiare il paradigma della crescita. Non è accettabile uno sviluppo senza giustizia o una crescita senza diritti. Il futuro del pianeta si gioca sulla sostenibilità. Da Taranto riparte un impegno costruttivo e operoso per declinare ambiente, lavoro, sviluppo, cominciando dalle “buone pratiche”, camminando insieme, nella convinzione che il cambiamento non può venire dall’alto, ma è basilare il contributo di ciascuno ai cambiamenti degli stili di vita sia come singoli che come comunità. E’necessaria un’interruzione della violenza umana, per rimettere a tema la dimensione umana e costruire un’alleanza rigenerativa. L’ecologia integrale deve prevedere, altresì, un’ecologia ecclesiale, che operi una transizione ecologica anche nelle chiese. Occorre essere testimoni credibili e aggiungere alle pastorali i temi dell’ambiente, per educare al bene comune. “Siano nodi di una rete di creature dove si coltiva la biodiversità” come ha affermato la biblista Rosanna Virgili.
I giovani: Nutrita anche la presenza dei giovani, sentinelle dei territori e protagonisti dell’incontro che hanno redatto il Manifesto per il pianeta che speriamo “L’Alleanza è un cammino”, non un documento statico, ma un esperimento politico di comunità che si costruisce giorno dopo giorno, basato su impegni concreti che ci ricordano che siamo tutti fratelli. Sette i punti chiave del documento. 1) Far fiorire l’ambiente; 2) Imparare e costruire insieme; 3) Imprenditoria dinamica e sostenibile; 4) Tradizione e inclusione nelle comunità locali; 5) Protagonismo e coinvolgimento per continuare a viaggiare; 6) Corresponsabilità condivisa, per non pesare a nessuno; 7) Generare per vivere. E’ un messaggio di speranza, lessico molto utilizzato durante i lavori. Alleanza, Connessione, condivisione, contemplazione le parole chiave di Taranto. Il cardinale Bassetti ha chiesto ai giovani “di sognare e costruire una Chiesa gioiosa umile e disinteressata”.
Buone pratiche: Durante il periodo di preparazione ai lavori di Taranto sono state censite 274 “buone pratiche”, alcune relazionate negli incontri.
Proposte concrete per promuovere l’ecologia integrale:
Dall’agricoltura bio al riciclo dei rifiuti – modello di economia circolare
Una “buona pratica” per tutte, quella che ho potuto visitare. La Masseria Fruttirossi – Lome Super Fruit è un’azienda leader in Italia per la coltivazione e la trasformazione della melagrana. Presente nelle campagne di Castellaneta Marina, su una superficie di 350 ettari, una volta incolti e abbandonati, ora restituiti alla propria vocazione, è un esempio di sostenibilità ed economia circolare che sviluppa il concetto di filiera corta. Le buone pratiche si sostanziano nell’autonomia energetica, nella mancanza di rifiuti, in quanto i residui della lavorazione vengono trasformati, attraverso un sistema di lombricompostaggio, in humus che viene utilizzato quale concimazione. Inoltre valorizza il lavoro legale, caporalato free.Vengono impiegati, nei momenti di maggiore necessità aziendali, nelle varie attività, oltre 300 lavoratori. I prodotti dell’azienda sono presenti anche nella nostra città nella grande distribuzione. Alcuni sollecitazioni provenienti da Taranto:1) Io voto con il portafoglio, per indirizzare l’economia, con responsabilità di scelte, premiando le aziende che contemperano valore economico, dignità del lavoro, sostenibilità ambientale e tutela della salute; 2) favorire la costruzione di comunità energetiche, per diventare una società carbon free, 3) premiare le buone pratiche presenti sul territorio; 4) creare alleanze inter generazionali e con la società civile. Per cambiare “occorre preparare il futuro che è cosa diversa dall’essere preparati per il futuro”.
Silvana Maglione