Il 2 febbraio sottolinea l’importanza della vita consacrata, che è una testimonianza attrattiva, perché ci mostra che il senso dell’esistenza è l’incontro con il volto di Cristo.
La data coincide con la festa della Presentazione del Signore al tempio, icona, scrisse Giovanni Paolo II che la istituì, «della totale donazione della vita» da parte di chi è chiamato a riprodurre «mediante i consigli evangelici, i tratti caratteristici di Gesù vergine, povero e obbediente». La Vita Consacrata ha un futuro che passa soprattutto attraverso la fede nella bellezza del Vangelo vissuto, insieme alla disponibilità a perdere prestigio, potere, visibilità, e anche ritualità.
Le persone totalmente consacrate a Dio, frati, padri e suore, persone che in base a una “chiamata” vocazionale hanno fatto i voti (obbedienza, castità, povertà) in questo tempo di pandemia sono segno di speranza.
Celebrazione del 2 febbraio nell’arcidiocesi Campobasso-Boiano
Noi consacrati e consacrate, riuniti con il nostro arcivescovo Mons. Giancarlo Maria Bregantini nella parrocchia di Mater Ecclesiae sul tema “Sinodo e Religiosi”, abbiamo riflettuto su due questioni: Quali sono le nostre attese sul Sinodo? Quali le proposte a vivere una vita autentica?
Diversi religiosi hanno espresso i vari modi con cui possono vivere una vita veramente autentica. Durante la pandemia si sono manifestati come cuore pulsante della vita cristiana, con la capacità di essere comunità di intercessione, che si fa carico dei dolori, delle domande, dei bisogni di condivisione. I monasteri sono scuole di speranza, di spiritualità, che, attraverso l’ascolto, l’offerta e la preghiera, prendono su di sé le situazioni dolorose che tante persone hanno attraversato.
La Chiesa come istituzione deve valorizzare tali presenze nella loro diversità, molteplicità e multiformità, che permettono di essere più capillarmente presenti nel territorio. Dopo l’incontro, ci siamo avviati in processione con le candele accese per la celebrazione della S. Messa, presieduta dal Vescovo e animata dai religiosi della comunità del “Sacro Cuore” di Campobasso.
L’omelia ha tratto dal Vangelo, dalla scena della presentazione, cinque doni preziosi e fecondi, per noi religiosi e religiose.
Le Colombe ci parlano del voto di povertà e ci chiedono di fare del nostro voto una chiave di accesso e di condivisione del precariato.
La Spada, come nelle parole di Simeone a Maria “anche a te una spada trafiggerà l’anima”, penetrerà il cuore nostro e ci aiuterà a prendere il volo verso le cose difficili, sempre nuove.
Le Braccia di Simeone che accolgono ci esortano ad essere sempre aperti verso chi soffre, verso chi vive in condizione di precarietà.
Con gli occhi di Simeone che riconosce in Gesù “la Salvezza”, il vescovo ci ha ricordato l’importanza di riconoscere il volto di Cristo nell’altro.
L’amore fraterno, infatti, è la sola grande luce che abbaglia il mondo.
Infine, dopo la comunione, padre Mariano ha ringraziato sia il parroco che il vescovo per la disponibilità. E’ stata una bellissima occasione per riflettere sulla nostra autenticità nel quotidiano. Ringrazio di cuore l’arcivescovo Mons. Giancarlo M. Bregantini, padre Mariano, che è l’assistente diocesano per le religiose, e quanti hanno collaborato per la buona riuscita di questa giornata. Auspico che ci siano altri incontri che spronino alla condivisione e alla conoscenza vicendevole per una chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione.
Suor Lovely Thottiparannolil