MINISTRI STRAORDINARI DELLA COMUNIONE

LA BELLEZZA E LA FORZA SOPRANNATURALE DI GESÙ EUCARESTIA

CRONACHE ANTICHE

Scrivo da Spinete, in un arcipelago di colline e collinette dell’area matesina vicino Bojano. Ha un territorio molto frazionato: oltre il centro, ben 13 borgate e parecchi villaggi sparsi.

Da me e da Domenico, l’altro Ministro Straordinario della Comunione, per decenni è stato percorso in lungo e largo per recare Gesù Eucarestia ai malati. Sempre in coppia, sempre a piedi, sempre uniti dalla messa quotidiana e dalla preghiera comune.

Fratello Domenico come da tutti in paese è stato ribattezzato per la forza umile e coraggiosa della sua fede, un vero maratoneta di Cristo, contadino molto avanzato in età, ai 6 km di ogni giorno per partecipare alla Santa Messa quotidiana ne aggiungeva molti altri per recare insieme Cristo Eucarestia ai malati: anche nella vecchiaia saranno prosperi e verdeggianti (sal. 92,15). Al centro ogni domenica e in tutte le borgate, alternativamente in vari giorni, ogni mese. Una autentica Epopea Eucaristica!

Grazie Gesù, insieme Ti diciamo grazie. Anche adesso che Domenico ultranovantenne non può più praticare la sua speciale maratona podistica e intensifica, però, quella spirituale con la preghiera continua. Grazie per la speciale esperienza di bellezza e di gioia che con Te vivo e vero ci hai consentito di vivere in casa dei nostri malati.

SOMMI MAESTRI DI FEDE

Ognuno con le sue peculiarità: la vecchia immobilizzata a letto o alla sedia a rotelle, ma lucidissima, che pregava sempre e ci confidava “mi piace mi piace pregare perché la preghiera mi dà gioia e vicinanza ai cari defunti (vivono con me in casa mia)”, l’altra inchiodata da mezza vita sulla sedia o a letto per una forma avanzata di sclerosi multipla che ci aspettava, e continua ad aspettarci, sempre col desiderio vivissimo “perché ho bisogno di Gesù Eucarestia”. E che dire di zio Angelo (così si chiamano i vecchi da noi) anche lui ultranovantenne e immobile: “venite, venite, prego per voi che mi portate Gesù perché Gesù è la mia gioia, io sono molto contento!”. Ma il ricordo più toccante riguarda i giovani: i sorrisi dei loro occhi e delle loro labbra che non hanno mai potuto pronunciare una sola sillaba perché gravemente impediti.

Chi può dimenticarlo quando intorno al loro letto facevamo corona con i familiari dandoci la mano per pregare il Padre Nostro prima di ricevere Gesù? Che festa familiare! Energie e sinergie umane e cristiane incredibili a credersi se non si sperimentano. Perfetta e totale comunione in primis con Gesù nell’avvertire e godere misteriosamente la sua Presenza viva e palpitante anche nelle situazioni più estreme ed acerbe di malattie gravemente debilitanti: Lui tutto raccoglie e tutto trasforma.

Anche le lacrime finali di un giovane consapevole del suo stato che non può più ingoiare l’Ostia Santa e ugualmente quelle di una vecchia donna qualche settimana prima di morire mentre pregavamo con i familiari intorno al suo letto.

Profonda comunione con i malati e con i familiari che nel nostro paese si sono sempre presi cura in casa dei loro cari anche quando la malattia è durata e continua a durare una vita intera. Commoventi anche i mariti che sentinelle perpetue vicino alle mogli malate di Alzheimer o di altre patologie ci confessavano: “è stata una brava moglie per più di cinquantenni, merita questo ed altro”.

Comunione con i santi del cielo che si invocavano, sopra tutto il Santo Patrono. Incredibile: comunione anche con il carissimo ed eroico Don Stefano Gorzegno del quale ci fu regalata, da una suora Maestra di Santa Dorotea quando andò via, la reliquia preziosissima della teca che egli stesso usava per andare dai malati e che mamma Graziella volle restasse da noi. È straordinario davvero il ministero della Comunione!

Più di tante altre situazioni ed espressioni di fede familiare, permette di fare esperienza profonda ed unica di Chiesa Domestica.

CRONACHE RECENTI

A Domenico, ripeto ultranovantenne, da quattro anni è subentrata Bambina: donna matura di età e di fede. Ai cavalli di San Francesco lei, da autista provetta, ha sostituito la sua bella e signorile macchina, onore aggiunto allo Speciale Ospite che periodicamente accoglie.

Sempre a due a due come vuole Gesù e sempre unite nel cammino di preghiera, rafforzata dall’incontro settimanale e serale di un piccolo gruppo. Bambina definisce la sua esperienza “una palestra di forza e di coraggio: ogni volta torno a casa più caricata di forza e di fede che i malati mi trasmettono per affrontare meglio la mia vita di famiglia”. Ed aggiunge: “Noi pensiamo di portare Gesù, in realtà è Lui che ci porta”.

Infatti, corrispondendo alla sua Potenza Divina, ci conduce oltre la finitezza della nostra sofferenza e fragilità umana, che come uomo anche Lui ha sperimentato fino in fondo, per farci entrare nel mondo della Sua trascendenza e della Sua Grazia.

Laddove la ragione umana cieca di fede vede solo fallimento e violata dignità umana (violata fino al punto di pretendere, se non è già praticata, come legittima la dolce morte procurata, come se esistessero diritti senza doveri), la fede e la pratica cristiana ci permettono di sperimentare forza salvezza e caparra di gioia eterna. Il nostro Fra Immacolato Brienza ci ha lasciato una magistrale eredità della forza soprannaturale dell’Eucarestia: soprattutto per essa l’immobilità di mezzo secolo a letto divenne occasione di offerta gioiosa “per la santificazione dei sacerdoti e la redenzione di chi è schiavo del peccato”. Quando preghiamo per la sua beatificazione, il sorriso incantevole dal suo letto altare ancora ci rassicura che “mai si soffre senza tranne un bene”.

Rosalba Iacobucci