Sant’Elia a Pianisi: tappa fondamentale nella vita monastica di S. Pio. E’ infatti nel convento dei frati minori che il santo di Pietrelcina emise la professione solenne nel lontano 1907. Sicuramente è uno dei motivi per cui la comunità santeliana onora, con grande solennità, il frate con le stimmate. L’altra ragione si ravvisa nel fatto che il santo è dimorato tre anni in quel convento, il periodo più lungo se si eccettua San Giovanni Rotondo.
San Pio a Sant’Elia a Pianisi
Fra Pio parte per S.Elia il 25 gennaio 1904, accompagnato dal padre provinciale Pio da Benevento e dal suo compagno di noviziato fra Anastasio da Roio (1886-1947). Nel comune molisano inizia il ginnasio e studia filosofia. Era un chierico che si distingueva per la sua bellezza, affabilità, un giovane molto alla mano, ma riservato e composto. Sia il popolo che il clero notarono che “quel chierico” si riconosceva per “modestia, mortificazione e grande pietà”. (Cfr Alessandro da Ripabottoni, Sant’Elia a Pianisi, 1997, pagg.178-185).
La presenza di san Pio a S.Elia è importante per due avvenimenti, che sono passati alla storia come “un fatto strano” e un fatto “insolito”. Il primo è avvenuto in una notte d’estate del 1905. La porta della cella era aperta per il gran caldo e san Pio udì dei rumori provenienti dalla stanza di fra Anastasio. Incuriosito e preoccupato, si affacciò dalla finestra, vicinissima a quella del confratello, e lo chiamò. Intanto nella stanza si sentiva un forte odore di zolfo. Fra Anastasio non rispose e fra Pio decise di ritirarsi, ma alla porta vide entrare un grosso cane, con gli occhi rossi e dalla cui bocca usciva tanto fumo. Il frate spaventato cadde riverso sul letto e sentì l’animale dire: “è isso, è isso” (è lui, è lui). Ma il frate si fece coraggio, iniziò a recitare il Rosario e l’animale uscì dalla finestra, balzò sul tetto di fronte e sparì.
L’altro accadimento è avvenuto mentre san Pio sostava nel coro del convento con fra Anastasio, una tarda sera del gennaio 1905. Contemporaneamente il santo si trovava in una casa signorile, dove un padre moriva e una figlia nasceva. Gli apparve la Madonna e gli disse che gli avrebbe affidato questa creatura, e lui avrebbe dovuto “levigarla, renderla il più lucente possibile, perché un giorno voleva adornarsene”. Il chierico rimase interdetto da questa richiesta, essendo lui ancora giovane studente e non sapeva se sarebbe diventato un sacerdote. Ma la Madonna lo tranquillizzò dicendo:”Non dubitare, sarà lei che verrà da te, ma prima la incontrerai in San Pietro”. La donna si chiamava Giovanna Rizzani, nacque a Udine il 18 gennaio 1905 mentre il padre moriva. La madre vide allontanarsi dalla stanza un frate cappuccino, non visto entrare da nessuno. Giovanna incontrò san Pio alla basilica di san Pietro in Roma e, nel 1923, a San Giovanni Rotondo, dove si era recata con la zia.
Il convento
Il convento di S.Elia a Pianisi è uno degli undici visitati da san Pio tra il Molise, la Puglia e la Campania. Risale al 1500 ed è stato edificato con fondi del comune e di alcuni benefattori, quali il barone Gianvincenzo Brancia, il duca Marcantonio Di Palma e suo figlio Ferrante. Venne ultimato nel 1531 e constava di 16 stanze. La chiesa fu consacrata nel 1690. Da allora convento e chiesa hanno subìto modifiche e ampliamenti che fanno della struttura uno dei luoghi più suggestivi della cittadina. A renderlo più incantevole è l’ampio giardino, dove sono presenti fiori, piante di olivo e dove è presente anche un orto. Un luogo ideale per passeggiare, meditare, pregare e ammirare un favoloso panorama.
All’interno è possibile ammirare il chiostro, con la cisterna al centro, la foresteria, il refettorio, la cucina, la dispensa, la cantina, la legnaia. Non potevano mancare il tradizionale “fuoco comune” e la biblioteca, collocata nel sottotetto, dove sono custoditi circa 1000 volumi e testi sacri e delle teche espositive contenenti più di 700 frammenti di rocce, minerali e fossili, provenienti da diverse parti del mondo (anche dalla Groenlandia), grazie alla passione per l’archeologia di padre Eduardo Di Iorio, frate cappuccino originario di Sant’Elia a Pianisi.
Il refettorio accoglie due lunette su tela dell’artista Paolo Gamba da Ripabottoni. Una rappresenta l’Annunciazione e l’altra l’Ultima Cena. Sono due opere che mostrano la genialità creativa e la maturità artistica del pittore molisano.
Attualmente i due capolavori sono sottoposti a restauro e sono temporaneamente sostituiti da due riproduzioni fotografiche, in attesa del termine dei lavori che probabilmente avverrà per la fine dell’anno in corso.
La chiesa
La chiesa conserva ben poco della sua struttura originaria. Nel 1922 iniziarono i lavori per l’ampliamento, lavori che portarono a scoprire un sepolcreto dei frati sotto il pavimento della cappella della Madonna Incoronata. La facciata è in stile romanico, inaugurata nel 1957. Essa venne progettata dall’architetto Geppino Gentile di Bojano, l’autore dell’attuale chiesa di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo.
La chiesa vanta affreschi del prof. Amedeo Trivisonno e del suo discepolo Leo Paglione.
Il terremoto del 2002 ha arrecato ingenti danni alla chiesa e purtroppo molte opere pregiate sono andate perdute. Ciò che attira il visitatore è certamente il complesso ligneo dell’altare maggiore e il polittico che riveste la parete, risalente al 1741. L’altare probabilmente è opera realizzata dall’intarsiatore frate Berardino. I quadri potrebbero verosimilmente appartenere a Paolo Gamba (cfr Eduardo Di Iorio, I cappuccini nel Molise, 1976). Nella chiesa è conservato il teschio di padre Raffaele da S.Elia a Pianisi, al secolo Domenico Petruccelli, conosciuto come il Monaco Santo, nato a S.Elia il 14 dicembre 1816 e morto in concetto di santità il 6 gennaio 1901. Poi le statue di san Francesco d’Assisi, san Matteo apostolo, la Madonna Incoronata e San Pio da Pietrelcina, raffigurato con il volto da giovane chierico, essendo arrivato nella piccola città all’età di 16 anni.
Il museo
Il museo accoglie alcuni paramenti del santo, prima conservati a San Giovanni Rotondo; oggetti che lui utilizzava durante le sue giornate e in preghiera, un volto in bronzo, alcuni quadri e fotografie. L’elemento più importante è la teca contenente il registro della professione dei voti perpetui scritta di suo pugno il 27 gennaio 1907, nelle mani del superiore padre Raffaele da San Giovanni Rotondo. Il cappuccino aveva 19 anni e otto mesi.
La festa
La festa di San Pio si tiene a S.Elia la domenica successiva al 23 settembre (dies natalis) e viene organizzata dal 2002, anno in cui il cappuccino venne dichiarato santo da Giovanni Paolo II. Si abbina a quella di san Matteo, che ricade il 21 settembre. Un altro santo a cui la comunità del Fortore è molto devota. Domenica 25, dopo la messa solenne celebrata da padre Mariano Di Vito, è seguita la processione con le statue dei due santi, accompagnata dal complesso bandistico città di Castellana Grotte.
Nel pomeriggio si è tenuta la tradizionale asta dei doni in piazza municipio e, in serata, il concerto della banda e lo spettacolo di giochi pirotecnici.
Considerazioni finali
La festa di san Pio a S.Elia a Pianisi, oltre all’aspetto prettamente religioso, riveste un’importanza dal punto di vista turistico. Il pellegrino ha la possibilità di visitare i luoghi dove il santo di Pietrelcina è vissuto per tre anni, luoghi ricchi di fascino e di arte. Basti pensare alle opere pregevoli conservate in convento e nella chiesa, oltre alle reliquie e alle vesti sacre. Senza tralasciare il magnifico giardino che dona ancora più fascino all’intero edificio. Sono peculiarità artistiche che vale la pena di ammirare, nonostante il tortuoso percorso stradale che bisogna percorrere.
Il convento è sempre stato un punto di riferimento sia per i santeliani che per i fedeli delle comunità limitrofe.
La visita a S.Elia è un’occasione da non perdere per fare un tuffo nel passato e un percorso turistico-religioso di grande interesse.