Padre Camillo Colavita, al secolo Filippo, era nato a Sant’Elia a Pianisi l’11 novembre del 1939. Sin da ragazzo ha sentito la chiamata alla vita religiosa, vestendo l’abito di San Francesco il 15 Settembre del 1957. Segno profetico per la sua vocazione francescana e per la definitiva chiamata al cielo avvenuta il 15 Settembre 2022. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale a Campobasso il 28 Novembre del 1965.
Non ancora trentenne, P. Camillo formava i nostri giovani alla vita umana, sociale e francescana.
Un padre per tutti, forte, energico, pieno di vitalità, sempre in movimento e alla ricerca del bello e del nuovo. Sempre attento alle necessità degli altri, amava sentirsi francescano in pienezza.
Un uomo dal cuore profondamente buono, sensibile alle sofferenze altrui, particolarmente a quelle degli orfani e delle vedove. Amante ed assetato della Parola di Dio, recava con sé dei fogli accartocciati su cui appuntava le sue riflessioni.
Con passione ha vissuto gli anni del post-concilio, accogliendo le istanze di una gioventù in fermento, condividendone ideali e sogni, ma filtrandoli alla luce del Vangelo e del carisma di Francesco d’Assisi. Il suo carattere volitivo e determinato ha dato vita ad innumerevoli iniziative di natura fraterna, sociale e politica.
Nei suoi campeggi in primis dovevano troneggiare la Parola e l’Eucaristia (una tenda veniva montata solo per Gesù eucaristico) e poi tutto il resto. Amante della natura, del creato educava ed invitava gli altri a lodare Dio per le bellezze intorno. Aveva un temperamento deciso, a volte spigoloso, ha rappresentato spesso la voce contrastante, talvolta provocatoria, ma comunque mai indifferente e sapeva tornare sui suoi passi e rimettersi in discussione. Generoso nel servizio e nell’impegno verso la fraternità, aperto alla convivialità e all’accoglienza.
Aveva un grande amore per la fraternità, sia dei cappuccini che dei francescani secolari, quella aperta, dalle mani e dalle braccia grandi capaci di accogliere tutti. Un frate “rozzo” come piaceva appellarsi, ma dai sentimenti di un bambino, cocciuto, ostinato, orgoglioso Era un sognatore di grandi progetti per tutti-
Era anche un padre che soffriva in silenzio. Soffriva per le incomprensioni, per i fallimenti, soffriva e pregava. Amava così tanto il canto da desiderare che ogni fraternità secolare francescana venisse formata ed educata affinché ogni liturgia ne fosse fornita. Era contento quando in seno alla fraternità secolare sbocciavano esperienze amorose che portavano al matrimonio.
Da qualche anno i problemi fisici hanno cominciato a farsi più pesanti del solito.
Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da diversi episodi, che lo hanno portato a un graduale aggravamento, giunto all’inizio dell’estate a un livello molto preoccupante. Diceva a tutti noi: “mi siete cari perché vi ho come partorito, con voi sono cresciuto, con voi mi sono rafforzato, con voi ho lottato e faticato, tutto a tutti”. Grazie P. Camillo e grazie al Signore per aver posto sul nostro cammino questo frate “rozzo” ma dal cuore tenero come quello di un bambino, così come recita il Salmo 131 e che lui amava tanto: “Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia”.
Pina Spicciato