Luisa Piccarreta

LA DONNA DEL «FIAT VOLUNTAS TUA COME IN CIELO COSÌ IN TERRA»

Sant’Annibale Maria di Francia, Primo Apostolo del Fiat Divino e banditore di esso, confessore straordinario di Luisa, dal 1910 al 1927, la presenta come una donna che «[…] vuole vivere solitaria, nascosta ed incognita. Per nessun patto al mondo avrebbe posto in scritto le intime e prolungate comunicazioni con Gesù adorabile […]. Quest’anima è in una lotta tremenda tra un prepotente amore al nascondimento e l’inesorabile impero dell’Obbedienza, a cui assolutamente deve cedere. E l’Obbedienza vince sempre! E questo costituisce uno dei più importanti caratteri di uno spirito vero, di una virtù solida e provata, poiché si tratta di una quarantina di anni, in cui con la più forte violenza contro se stessa si sottopone alla gran Signora Obbedienza che la domina! […] Quest’anima solitaria è una vergine purissima, tutta di Dio, che appare come oggetto di singolare predilezione del Divin Redentore Gesù. Nostro Signore […] pare che di questa vergine, […] destituita di ogni istruzione, abbia voluto formarne un istrumento adatto per una missione così sublime, […] cioè il trionfo della Divina Volontà sull’universo orbe, in conformità con quanto è detto nel Pater Noster: “Fiat Voluntas Tua, sicut in Coelo et in terra. […]» – Messina, 20 giugno 1924.

Continua Sant’Annibale, nella Prefazione all’Orologio: «Questa Sposa di Gesù crocifisso che la notte la passa nelle estasi dolorose e nei patimenti di ogni genere, nel vederla poi nella giornata mezzo seduta in letto, lavorando di ago e di spillo, nulla nulla trasparisce, … nulla nulla di aria di straordinario, di soprannaturale. Invece la si vede in tutto l’aspetto di una persona sana, lieta e gioviale. Parla, discorre, occorrendo ride, … Talvolta qualche cuore tribolato le si confida, le domanda preghiere. Ascolta benignamente, conforta, ma giammai si avanza a farle da profetessa, giammai una parola che accenni a rivelazioni. Il gran conforto che essa presenta, è sempre uno, sempre lo stesso argomento la Divina Volontà».

Luisa, oggi, che conforto darebbe alle donne che vivono l’esperienza della sofferenza?

il gran conforto di Luisa sarebbe sempre uno, sempre lo stesso argomento: «Venga il tuo regno sia fatta la tua Volontà come in cielo così in terra» (Mt. 6,10): «Figlia mia, Sia fatta la tua Volontà che Io insegnai a pregare nel Pater Noster significa che tutti dovevano pregare che almeno facessero la Volontà di Dio, e questo è di tutti i cristiani e di tutti i tempi, né si può dire cristiano se non si dispone a fare la Volontà del suo Padre Celeste. Ma tu non hai pensato all’altra postilla che viene immediatamente dopo: come in Cielo così in terra. Il come in Cielo così in terra, significa vivere nel Voler Divino, significa pregare che venga il Regno della mia Volontà sulla terra per vivere in Esso. Nel Cielo non solo fanno la mia Volontà, ma vivono in Essa, la posseggono come cosa e regno proprio e se la facessero e non la possedessero non sarebbe piena la loro felicità, perché la vera felicità incomincia dal fondo dell’anima. Fare la Volontà di Dio non significa possederla, ma sottoporsi ai suoi comandi. Invece vivere in Essa è possesso. Quindi nel Pater Noster sta la preghiera, nelle parole sia fatta la Volontà tua, che tutti facciano la Volontà Suprema, e nel come in Cielo così in terra che l’uomo ritorni in quella Volontà da dove uscì, per riacquistare la sua felicità, i beni perduti ed il possesso del suo Regno.» – 15 ottobre 1926.

… sempre lo stesso argomento: «Figlia mia, il vivere nella mia Volontà è un dono che facciamo alla creatura! Dono grande che supera in valore, in santità, in bellezza ed in felicità tutti gli altri doni, in modo infinito ed inarrivabile. Quando facciamo questo dono sì grande, non facciamo altro che aprire le porte per farla posseditrice dei nostri possedimenti divini, luogo dove non più hanno vita le passioni, i pericoli, né nessun nemico le può nuocere o farle del male; questo dono conferma la creatura nel bene, nell’amore, nella stessa vita del suo Creatore ed il Creatore resta confermato nella Creatura, quindi succede l’inseparabilità tra l’uno e l’altro.» – 29 settembre 1931.

… sempre lo stesso argomento: «Figlia mia, come devi ringraziarmi di tutto ciò che ho disposto di te e di tutto ciò che ti ho fatto soffrire, perché tutto è servito a formare la mia vita in te ed al trionfo della mia Volontà! Qual fortuna per la creatura vedere che le sue pene sono servite alla mia vita sì santa, che avrà per compimento la mia Divina Volontà palpitante in essa!» – 29 novembre 1937.

… sempre lo stesso argomento: «Figlia mia, nella mia Volontà non ci sono né giudizi né giudici, perché è tale e tanta la santità, l’ordine, la purezza, l’utilità dei nostri modi, che le creature devono chinare la fronte ed adorare ciò che facciamo. Perciò non perdere la pace né ti occupare delle miserie e circostanze, ma lasciale in balìa della mia Volontà, affinché ne faccia i suoi portenti d’amore» – 2 gennaio 1938.

… sempre lo stesso argomento: «Figlia mia, tutte le cose hanno origine dalla fede. Chi sta forte nella fede sta forte nel patire; la fede fa trovare Dio in ogni luogo, Lo fa scorgere in ogni azione, Lo tocca in ogni movimento, ed ogni nuova occasione che si presenta è una nuova rivelazione divina che riceve. Perciò statti forte nella fede, ché se starai forte in questo in tutti gli stati e vicende, la fede ti somministrerà la fortezza e ti farà stare sempre unita con Dio» – 20 marzo 1904.

… sempre lo stesso argomento: «Figlia mia, il vero amore è quando è sostenuto dalla speranza e dalla speranza perseverante, perché se oggi spero e domani no, l’amore si rende infermo, ché essendo l’amore alimentato dalla speranza, per quanto alimento le somministra, tanto più si rende più forte, più robusto, più vivo l’amore; e se questo alimento viene a mancare, prima s’inferma il povero amore e, rimanendo solo, senza sostegno, finisce col morire del tutto.» – 5 settembre 1900.

Concetta Buccione Consacrata secolare della Comunità Fiat! Totus Tuus