Papa Benedetto XVI. Per alcuni era un conservatore, quasi ai limiti dell’oscurantismo, prendeva decisioni dure, stemperate solo da un modo di fare molto mite e dalla diffusa consapevolezza che a parlare era un autorevole studioso, “un grande teologo”. È stato accusato di aver gestito male gli scandali dei preti pedofili ecc. ecc. La verità è che papa Ratzinger non è stato ancora conosciuto e capito fino in fondo. A colmare, per noi, questa lacuna, ha contribuito la prof.ssa Ylenia Fiorenza, presidente del Centro culturale internazionale “Joseph Ratzinger”, che ha tratteggiato la reale immagine di Benedetto XVI con una serie di catechesi tenutesi presso l’auditorium Celestino V in Campobasso, dal titolo “Toccati dall’invisibile”. I temi trattati dalla prof.ssa sono stati: il rapporto di Ratzinger con la persona di Gesù Cristo, l’esperienza cristiana, l’amore per la Parola di Dio, l’evangelizzazione, il rapporto fede e scienza, l’educazione ai valori irrinunciabili della persona, l’Eucarestia, la figura di Maria. La prof.ssa Ylenia ha concluso il ciclo di conferenze “ringraziando Ratzinger” per tutta la ricchezza che ci ha consegnato, per la grande profondità dei suoi studi e del suo cuore che ha intravisto le meraviglie celesti. Un cuore che ha saputo contemplare, adorare e amare: queste sono le tre grandi virtù dei santi. Diventate nella sua vita servizio a Dio, alla Chiesa e all’umanità. Nell’ultimo incontro la prof.ssa ha trattato il tema dell’Eucarestia e di Maria. Senza l’Eucarestia e Maria non può esserci la Chiesa di Cristo. Per papa Benedetto l’Eucarestia e Maria sono i polmoni della Chiesa e con loro diventiamo un tutt’uno con Dio. L’Eucarestia è elezione (chiamata), che diventa alleanza (amicizia con Gesù) e infine fedeltà (cammino). La fedeltà è fierezza, è orgoglio dei cristiani, è coerenza morale, è coerenza di vita. Questi tre elementi: elezione, alleanza e fedeltà -dice Ratzinger- rendono la nostra vita feconda, una vita di senso, una vita di missione. Il mezzo più potente per non essere sopraffatti dal mondo è il banchetto eucaristico, fatto di preghiera, di distribuzione, di condivisione e di silenzio. Il silenzio è l’amen finale e arriva quando hai capito; se non hai capito, non sei penetrato nel mistero, nei sentimenti del cuore di Gesù, fai solo rumore, mormori, sparli, calunni, diffami. Nella seconda parte, la prof.ssa commenta alcuni passaggi del libro di Ratzinger “La figlia di Sion”. Maria è la Tota Pulchra, la tutta bella, in Lei risplende il fulgore della gloria di Dio. Maria per Ratzinger è la donna che ama e ama secondo Dio. Nell’episodio dell’annunciazione, commenta la prof.ssa, quando Maria rimane “turbata” dal grande messaggio che le porta l’Arcangelo Gabriele, il suo turbamento non deriva dalla non comprensione o dalla paura, ma dalla “commozione” di aver incontrato Dio.
Ratzinger rivoluziona tutte le interpretazioni della tradizione. Maria parla, pensa con la Parola di Dio e la parola di Dio diventa parola Sua, i suoi pensieri sono in sintonia con i pensieri di Dio. A Cana di Galilea, quando Maria percepisce la necessità in cui versano gli sposi, presenta a Gesù quel grande momento di difficoltà e gli dice: “Non hanno più vino.” Ratzinger si chiede: che tono avrà usato la madre rivolgendosi al figlio, al suo Signore? Sicuramente un tono delicato di madre, ma anche di discepola e di figlia. Maria è l’umile serva, nei toni, nelle relazioni, negli sguardi e papa Ratzinger ha imitato Maria nell’umiltà, nella mitezza e nella gentilezza. Questi sono gli insegnamenti che dovrebbero orientare la nostra vita. A conclusione del ciclo di conferenze, la Diocesi di Campobasso-Bojano ha organizzato un pellegrinaggio a Roma per pregare sulla tomba di papa Benedetto XVI. Un gruppo di assidui uditori, guidati dall’Arcivescovo Bregantini e da Ylenia Fiorenza, è partito alle prime luci dell’alba verso Roma. In Vaticano il nostro gruppo era atteso da padre Ralph, giovane e appassionato sacerdote appartenente allo Schuelerkreis (circolo degli allievi di Joseph Ratzinger), un sacerdote tedesco che gli è stato vicino durante l’ultimo periodo della sua vita. Padre Ralph ci ha guidato con cordialità e competenza, prima sulla tomba di San Pietro dove abbiamo recitato il Credo, poi sulla tomba di Benedetto XVI. Due donne del gruppo hanno deposto due piantine di fiori sulla tomba del Papa emerito e poi, in profondo raccoglimento, tutto il gruppo ha pregato per lui e ha ringraziato il Signore per avercelo donato come Pastore. Dopo aver ascoltato la Santa Messa internazionale nella Basilica di San Pietro, presieduta dal Cardinale Mauro Gambetti, vicario generale di Sua Santità, abbiamo partecipato al “Regina Coeli” di Papa Francesco, che ci ha lasciato questa bellissima riflessione sulla festa dell’Ascensione, in sintesi: “L’Ascensione del Signore è una festa che fa sorgere due domande. La prima Perché festeggiamo? Perché con l’Ascensione è accaduta una cosa nuova e bellissima: Gesù ha portato la nostra umanità, la nostra carne in cielo. Possiamo dire che dal giorno dell’Ascensione Dio stesso è “cambiato”: da allora non è più solo spirito, ma per quanto ci ama reca in sé la nostra stessa carne, la nostra umanità! La seconda domanda: che cosa fa Gesù in cielo? A me piace pensare che Gesù, davanti al Padre, preghi così, facendogli vedere le piaghe. “Questo è quello che ho sofferto per gli uomini: fai qualcosa!”. Gli fa vedere il prezzo della redenzione e il Padre si commuove. Questa è una cosa che mi piace pensare”. Ai saluti finali Papa Francesco tra i vari gruppi ha incluso anche noi del Molise. Abbiamo poi condiviso il pranzo, com’è usanza, un pranzo al sacco semplice, ma nella gioia di aver vissuto una bella esperienza. Nel primo pomeriggio padre Ralph ci ha salutato e noi tutti abbiamo fatto ritorno a casa.
Antonio e Lucia Terzano