È sempre più bella e soprattutto più profonda la festa del Corpus Domini.
Per due grandi ragioni, crediamo, in una riflessione che stiamo facendo con impegno crescente. Tutti. Insieme!
In primo luogo, la festa ora appare “purificata” da alcune incrostazioni che la storia vi aveva aggiunto, rendendola pesante. Recava scandalo infatti la processione lungo le “bancarelle” della città, nel suo centro. Duro innestare il Santissimo, dentro quell’esposizione commerciale.
Per essere sincero, fu una lettera, ben firmata, che mi aprì gli occhi, fin dal mio primo ingresso in diocesi.
Richiamava e chiedeva una trasparenza liturgica diretta e bella. Non velata da queste incrostazioni.
Ne accolsi, subito, le preziose indicazioni.
Ed anche da qui, è sgorgata la “tenda eucaristica”, come segno di una fede che entra nella storia, si fa “popolo” come volevano i nostri padri, nella tradizione, bellissima, dei “Misteri”.
Ma accanto a questa opera di purificazione, ecco la rilettura dei “Misteri”, compresi sempre più, da studi specifici e profondi. Per cogliere che il segreto è proprio questo: innestare il “mistero eucaristico” nei “misteri folkloristici” efficaci e diretti. Cioè, mai la spiritualità senza il folklore; e mai il folklore, privo di spiritualità.
Una innestata vitalmente nell’altra. Centro allora, non è più l’immagine discutibile del “diavolo”. Né le sue grida né i suoi scarabocchi sui volti delle bambine. Ma quell’ostia, candida, vera, umile, delicata, fatta di terra, con il sapore vero del pane, fatto in casa. Buono e vitale. Da condividere, per la gioia di un popolo, che nei “misteri” riscopre anche il suo “memoriale”.
Nella festa, il nostro popolo rilegge infatti la sua storia, i suoi antichi mestieri, ravviva la bellezza e la pregnanza del mistero. È rivalutato il lavoro del contadino, con Sant’Isidoro. Rilanciato il dono dell’artigianato, con il calzolaio santo, San Crispino. Ma è anche raccolto il monito severo, che ci manda quella sedia rovesciata, dove il potere appare fragile.
Prepotente nel suo manifestarsi esterno. Ma fragilissimo nel suo restare in gioco.
Come sta avvenendo per Putin in Russia!
È l’eloquenza della copertina, sempre ben scelta, di questo numero, nelle parole profetiche del Magnificat: “Abbatte i potenti dai troni ed innalza gli umili”.
Tutti siamo attesi alla “tavola del cielo”, come canta la sequenza, così commovente, ricca di immagini bibliche magnifiche. Personalmente, come vescovo, curo moltissimo le varie omelie nelle diverse liturgie che viviamo in quei giorni santi. Ogni omelia è una catechesi specifica. Curata, bella, unica! Per far partecipare e gustare il “mistero d’amore che il pane eucaristico, anticipo del cielo, contiene”!
Non vi dispiaccia, se registro qui una affermazione inattesa, di una signora di Milano, ospite provvidenziale di questi giorni. Con stupore, constatava che “la messa, vissuta al mattino presto davanti ai Misteri, era la messa più bella della sua vita”. Quella messa è unica: i bambini, il cielo finalmente azzurro, le emozioni, la folla attenta, una storia fatta empatia. Tutto contribuisce a dare a quel momento una forza immensa, per tutta la città e per tutto l’anno!
Perché, questa è la sfida, sempre aperta, che ci viene dal Corpus Domini: rendere “eucaristica”, vitalmente e quotidianamente, la nostra bella città di Campobasso. Sempre eucaristica.
Non un vanto! Ma uno stile di vita. Un memoriale che si fa pane spezzato, perché anche le periferie della città siano gioiosamente coinvolte, nella condivisione e nella speranza.
Aveva ragione il grande teologo del III secolo, Tertulliano, che diceva: “Dio sa fare grandi cose, con povere cose, con poco pane e poco vino”. Tutto viene trasformato. Tutto reso più bello; è più “nostro”. Non mio, ma dono, nella logica del NOI!
Per cui, anche la politica cambia: “poiché abbiamo tutti gli stessi problemi, uscirne da soli è avarizia; sortirne insieme, è politica”. È la frase centrale di Don Lorenzo Milani.
Ecco perché tutto viene riassunto dalla forza teologica del “mistero” della transustanziazione Tutto viene trasformato: la notte del tradimento in un giorno di luce e in notte d’amore; l’odio in amore; la vendetta in perdono; la guerra in pace.
Vince la vita. Cristo è il Signore! Non il diavolo! Che potenza ha allora la nostra festa del Corpus Domini!
Perciò va amata, capita, valorizzata, sempre più!
+ padre GianCarlo, vescovo