Il 4 febbraio 2024 si è celebrata la 46a Giornata Nazionale per la Vita e il Consiglio Episcopale Permanente della CEI, nell’occasione, ha rivolto a noi fedeli un messaggio che contempla il tema della Vita, con l’obiettivo di riflettere sul suo valore e sulla sua forza sorprendente.
Il messaggio si focalizza in cinque punti salienti: troppe “vite negate”, la forza sorprendente della vita, le ragioni di vita, accogliere insieme ogni vita e stare da credenti dalla parte della vita.
Il primo punto ci porta a riflettere sulla moltitudine di circostanze “in cui si è incapaci di riconoscere il valore della vita tanto che, per tutta una serie di ragioni, si decide di metterle fine o si tollera che venga messa a repentaglio” e vengono evidenziate come la vita del nemico, del migrante, delle donne, dei malati, dei disabili e dei bambini nati e non nati; “tante sono dunque le vite negate, cui la nostra società preclude di fatto la possibilità di esistere o la pari dignità con quelle delle altre persone”.
In merito alla forza sorprendente della vita veniamo condotti al valore della vita capace di donare al prossimo amore, consolazione, perdono e felicità; lemmi di cui fare tesoro: “ogni vita, se la guardiamo con occhi limpidi e sinceri, si rivela un dono prezioso e possiede una stupefacente capacità di resilienza per fronteggiare limiti e problemi”.
Il terzo punto ci esorta a riflettere sulle solide ragioni della vita che attestano dignità e valore; il messaggio ci invita a meditare sul passato e, a seguito di toccanti considerazioni, ci pone due quesiti: “cos’è che rende una vita degna e un’altra no?
Quali sono i criteri certi per misurare la felicità e la realizzazione di una persona?”. A tale proposito vengono evidenziate le preoccupazioni sul tema dell’eutanasia, sul potere del progresso tecnologico che usato in modo sconsiderato e poco responsabile possa trasformarsi in uno strumento di manipolazione e dominio sull’essere umano.
In questa prima parte, quindi, viene marcato quanto, oggigiorno, sia facile incorrere in situazioni in cui il valore della vita sia facilmente sorvolato. Al quarto punto il discorso si trasforma in “un forte appello all’impossibilità morale e razionale di negare il valore della vita, ogni vita. Non ne siamo padroni né possiamo mai diventarlo; non è ragionevole e non è giusto, in nessuna occasione e con nessuna motivazione”, al contrario, si dovrebbe “farla fiorire in tutte le sue potenzialità”; d’altronde, come citato da Papa Francesco nel Discorso all’associazione Scienza & Vita nel 2015, “il grado di progresso di una civiltà si misura dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili”.
Il messaggio si conclude con un richiamo ai “fedeli di ogni credo a onorare e servire Dio attraverso la custodia e la valorizzazione delle tante vite fragili che ci sono consegnate, testimoniando al mondo che ognuna di esse è un dono, degno di essere accolto e capace di offrire a propria volta grandi ricchezze di umanità e spiritualità a un mondo che ne ha sempre maggiore bisogno”.
Valentina Capra