Arriva in punta di piedi, quasi in silenzio, a voler testimoniare il suo rispetto verso chi l’ha destinato ad un ruolo di primaria importanza e verso chi sta per accoglierlo quale missionario delle grazie del Signore. Biagio Colaianni, sessantaseienne, non si è mai mosso dalla sua terra di origine, la Basilicata, regione per molti versi simile, per storia, per cultura, per dimensioni, per tradizioni, al piccolo lembo di territorio molisano.
È in Lucania che ha sviluppato tutta la sua esistenza al servizio del Padrone della vita, maturando evidentemente quei requisiti indispensabili per passare a governare una vigna più grande. Lo ha voluto Papa Francesco, per sostituire il dimissionario Bregantini, alla guida pastorale della Arcidiocesi di Campobasso-Bojano, una arcidiocesi ricca di un passato e di un presente con radici cristiane che si spera, sotto la guida di Colaianni, possano continuare a svilupparsi secondo la volontà del nostro Signore. Speranza che viene alimentata nel pensiero di saluto che il nuovo Pastore ha voluto indirizzare a quanti hanno assistito alla concelebrazione eucaristica di insediamento nel Santuario Basilica Minore dell’Addolorata di Castelpetroso «Amici fratelli nella fede, in Dio voglio ringraziare tutti quanti voi.
È nella Santissima Trinità che riconosco quanto Dio ha donato a me, indegno suo servo chiamato al Ministero e servizio Episcopale nella Chiesa di Campobasso-Bojano».
PATERNITÀ DI DIO PER CUSTODIRE IL MOLISE
Chiedo alla paternità di Dio di custodire nella fede, nell’amore e nella pace la nostra regione del Molise e le nostre diocesi che in essa servono tutto il popolo che Egli ci affida. A Gesù Cristo suo Figlio chiedo che ci dia la speranza per vivere, insegnare e indicare, come maestri, la ricerca e attuazione del bene per ogni uomo. Allo Spirito Santo che ci guidi alla unità di comunione perché ogni comunità cristiana mostri il volto credibile ed evangelico della fraternità degli uomini e della santità della Chiesa che oggi come sempre è chiamata a essere segno visibile della presenza e vicinanza amorevole di Dio. Ringrazio Sua Eminenza il Cardinale Giuseppe Petrocchi a tutti voi Vescovi che mi avete onorato della vostra presenza, segno di accoglienza e di fraternità insieme a quanti impossibilitati a partecipare, che mi hanno fatto pervenire parole di affetto e incoraggiamento, accompagnate dalla preghiera.
Con affetto ringrazio monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo per avermi sempre sostenuto paternamente e, in particolare, aiutato nel cammino di comprensione e serena obbedienza di quanto la volontà di Dio mi sta chiedendo. Di monsignor GianCarlo Bregantini, sto sperimentando la vicinanza e l’impegno nel volermi aiutare e far sì che io sia accolto in diocesi nella diversità di quanto posso donare.
AUTORITÀ CIVILI, MILITARI E BAMBINI
Ringrazio le Autorità Civili presenti e rappresentate nelle persone delle Eccellenze signore Prefetto di Isernia e Campobasso e dei sindaci. Ringrazio le Autorità Militari che con il loro servizio sono riferimento di sicurezza e tutela che danno serenità. Grazie per l’attenzione che in vario modo avete espresso nei miei confronti, segno della volontà e disponibilità a collaborare, nelle modalità proprie di ciascuno, a servizio del bene comune per ogni cittadino…Grazie bambini, la vostra accoglienza ha riempito il mio cuore di tenerezza e di gioia. Qual è la prospettiva nella quale mi pongo, qual è il programma che ho, che vorrei e che penso di attuare? Avrete sicuramente tante attese, forse di novità e cambiamenti o di conferme di quanto realizzato e che vi appartiene e custodisce gelosamente.
VIVERE E ATTUARE IL VANGELO INCONTRANDO LA PERIFERIA
Siate sereni, non sconvolgerò niente e nessuno, nemmeno sono per il “Si è sempre fatto così”. La novità, e il cambiamento o il preservare e conservare le proprie radici cristiane e culturali, sono da sempre prerogative date dal Vangelo, perché ci si apra alla novità continua che è Cristo e ci si lasci da Lui confermare nella fede. Esiste già, da sempre, un programma di vita personale e comunitaria della chiesa e per l’umanità, che è vivere e attuare il Vangelo annunciandolo a tutti nella testimonianza dell’amore di Dio. Basterebbe, se lo accogliessimo non come una semplice idea, ma come il progetto che Dio ha su ognuno di noi, per amarci e salvarci. Annunciare il Vangelo ci sollecita ad incontrare le periferie, l’uomo di periferia non per collocazione geografica, ma l’uomo che è distante da Dio. Dalla periferia al centro e fondamento, alla sorgente, all’altare, all’Eucarestia. Sia importante voler incontrare Dio e ogni uomo in ogni celebrazione. Siano celebrazioni raccolte, attente, di vera comunione con il Signore e con i fratelli.
L’Eucarestia è spezzare il pane, condividerlo con chi ne ha bisogno, con gli ultimi, i poveri, ritenuti lo scarto, che però sono sempre gli eletti di Dio, segno della Carità di Cristo per tutti noi, risorsa possibile per la conversione dei nostri cuori e per imparare ad amare e servire. L’incarnazione e la vita di Gesù, quanto il Papa continuamente raccomanda, sono annuncio eloquente nell’indicare i fratelli poveri, deboli, lontani da casa o dal proprio Paese, fragili nel corpo e nello spirito, come coloro con cui camminare come cristiani, condividendo la vita…
COGLIERE I FRUTTI DEL SINODO GiÀ CELEBRATO
Allora quale programma per la nostra Chiesa? Non credo ci si debba inventare nulla di originale, il Vangelo è programma di vita che si riconosce in Cristo. La Chiesa nel suo cammino sinodale dice il modo, l’unità e la comunione con cui vivere ogni programma: nel confronto pacifico e nella comprensione del nostro tempo e della storia siamo chiamati a costruire nella coesione e fraternità, nell’apertura a tutti riconoscendo il valore di ogni diversità. Nell’Arcidiocesi di Campobasso-Bojano abbiamo gli atti del Sinodo già celebrato che va attuato per coglierne i frutti, è l’itinerario e cammino già tracciati per la nostra Chiesa locale. Andiamo verso il Giubileo del 2025 che ci invita a ritrovare il valore e il gusto della preghiera, che è fondamento della fede, espressione della relazione con Dio, incontro e comunione con ogni fratello. Siamo invitati ad avere custodia e salvaguardia del Creato.
LA PACE TRA GLI UOMINI
Il programma di sempre è quello di realizzare la pace tra gli uomini, impegno di ogni tempo, adesso il nostro, pervaso di guerre fratricide, insensate, inutili, assurde, che deturpano i volti innocenti dei tanti bambini e popoli con i quali si dovrebbe costruire con fiducia e speranza un futuro di pace. Ogni cristiano si adoperi perché la pace sia assenza di ogni violenza e prevaricazione, preghi per la pace interiore, dello spirito, per la pace con i vicini, ma anche con i lontani, con chi ha cultura o religione diverse. La pace sia impegno di equità per il giusto diritto ad una vita dignitosa mediante il lavoro, sia richiesta pressante al diritto di assistenza sanitaria efficace, per tutti, rispettosa delle attese e delle cure necessarie perché si possa avere speranza e vivere in pace…Fatta una analisi programmatica, aperta ad impegnarci come cristiani, ciò che serve, a mio parere, è verificarne la attuazione.
Su questo porrò la mia attenzione, il mio impegno ed il mio servizio come Pastore, Capo e Maestro del popolo affidatomi per grazia di Dio. Per questo mi spenderò donando me stesso, sperando che basti, non per realizzare ogni cosa, ma per credere che sia possibile fare un cammino nella obbedienza a quanto Dio chiede e per realizzare il suo progetto di salvezza di tutti e ciascuno, nessuno vive e si salva da solo.
COLLABORAZIONE CON SACERDOTI, RELIGIOSI, RELIGIOSE, DIACONI E LAICI
Chi sono i soggetti attuatori dei programmi della nostra Arcidiocesi? Ogni cristiano di buona volontà e ogni uomo o cittadino che, comunque, vuole e si adopera per il vero bene di tutti. Fermo restando il mio compito come Vescovo della nostra Chiesa di Campobasso-Bojano, che assumo con consapevolezza e nella responsabilità, credo di non poter molto senza di voi sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi e laici impegnati in vario modo nelle parrocchie, associazioni e movimenti.
Mi porrò in ascolto e dialogo con voi presbiteri che vivete quotidianamente con la gente, per cui vi spendete e che servite, siete voi il tramite perché io possa esprimere la mia paternità e guida nei loro confronti. Voi religiose e religiosi siete il richiamo e segno costante dell’amore sponsale della Chiesa di Cristo, con voi spero di poter vivere la maternità e tenerezza di Dio verso i suoi figli. Voi laici siete nel mondo il lievito perché cresca il desiderio di Dio, con voi spero di poter essere fratello di tutti per farmi prossimo secondo il bisogno di ognuno.
Il Vescovo, da solo, non può realizzare i progetti di salvezza di Dio. Mi siete affidati come gregge al suo pastore, ma è pur vero che il gregge fa vivere il suo pastore.
Assieme possiamo far sì che ogni programma non resti una idea o solo un proposito e che ogni persona si senta coinvolta come in una famiglia, parte del popolo che Dio ama. A partire dai piccoli che sono possibilità di futuro per tutti, accompagnati dagli anziani che sono risorsa di crescita per questi e memoria di buona seminagione di vita per gli altri.
I GIOVANI
I giovani dicono la forza, la capacità di crescita di un popolo, non sono cattivi o scapestrati, superficiali o violenti, forse sono disorientati e fragili. Se non riusciamo ad intercettarli e renderli nostri interlocutori, lasciamoci incontrare, proviamo ad essere testimoni credibili di Cristo per essere attrattivi verso di loro. Siamo una famiglia così costituita per grazia di Dio, ogni famiglia sia “luogo” per incontrare Dio e amare il Signore.
L’ADDOLORATA CI SOSTENGA E PROTEGGA
«Quanto desiderio ho in animo di poter realizzare con voi tutti quello che Dio chiede. Potremo? Ne saremo capaci? Riusciremo? Il nostro cammino sia come scrivere un libro a più mai, con la mano di Dio, lasciandoci ispirare da Lui.
“Ricevete lo Spirito Santo…”, “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato”.
Senza lo Spirito Santo non possiamo nulla, ma noi lo abbiamo ricevuto, ed è la garanzia di Dio per la nostra riuscita di santificazione e vita cristiana. La Madonna Addolorata ci sostenga e protegga, ci tenga al sicuro tra le sue braccia e ci presenti e ci offra a Dio come Gesù.
Il Signore ci benedica».
Michele D’Alessandro