L’UNITÀ È IL PROGETTO DI DIO

DALLA PENTECOSTE ALL’EUROPA

Cari Antieuropeisti, Sovranisti, Nazionalisti di ogni specie e grado, quanti difendono i sacri confini della Patria, molti di voi, son sicuro, si professano Cristiani ed alcuni orgogliosamente Praticanti.

Più volte mi son chiesto, ascoltando i più accaniti, se mai si son posti una domanda di fondo, la più essenziale per potersi dire Credenti: «Conosco il Progetto di Dio per questo mondo? Cosa vuole che noi realizziamo?».

I più semplicisti risponderanno che «le vie del Signore sono insondabili». Altri diranno che Dio la pensa come loro. Ma, forse, nessuno di loro si è preoccupato di andare alla ricerca di come la pensa Dio sui destini della nostra Umanità.

Se non l’han fatto loro, è stato Dio stesso a preoccuparsi di comunicarcelo. E dove, se non in quel libro che definiamo «Parola di Dio», la Bibbia, il Vangelo. Racconta il libro della Genesi, al cap. 11

«Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole…» .

Quegli uomini vollero costruire una torre che sfidasse il cielo e consacrasse la loro potenza. Tale presunzione e sete di potere causò di conseguenza che non si trovarono più d’accordo, litigarono, si azzuffarono. La Bibbia traduce questa situazione in una breve conclusione:

«Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.»

Babele è frutto della presunzione e dell’arrivismo degli uomini. Da un popolo solo, si dividono in tanti popoli, ognuno che parla una lingua diversa, senza che si possano più intendere tra di loro.

Una situazione divisiva protrattasi in tutta la storia dell’uomo, fino ad oggi, origine di contrasti, guerre, prevaricazioni. Forse noi siamo rassegnati a non vedere altra soluzione, se non piccole tregue di pace. Ma Dio non la pensa così e ci regala un racconto profetico, quello del mattino di Pentecoste.

 Dagli Atti degli Apostoli (2,1-11)

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Da Babele a Pentecoste, questo è il disegno di Dio sull’Umanità. Dalla confusione delle lingue a parlare una sola lingua; dalle divisioni e dai contrasti tra i popoli, a un solo popolo unito e solidale.

Il sogno di Dio (ma anche il nostro sogno che crediamo nel suo) è quello che un giorno qualcuno possa scrivere: «Tutti costoro che parlano non sono forse tutti Europeisti convinti? E come mai ciascuno di noi sente parlare una stessa lingua? Siamo Italiani, Francesi, Spagnoli, Tedeschi, Portoghesi, Olandesi, Belgi, Svedesi, Finlandesi, Norvegesi, Maltesi, Ciprioti… e li udiamo parlare all’unisono sui temi che rendono l’Europa una terra comune, un popolo unito, solidale, pacifico.

Noi, ostinatamente credenti nella forza dello Spirito, continuiamo a credere che un giorno (che certo noi non vedremo da quaggiù) i popoli, i più diversi (a cominciare da quelli Europei) possano riconoscersi «FRATELLI TUTTI».

Quel giorno non verrà per un gioco di prestigio, ma come la somma di tante pietre che costruiranno una torre alta fino al cielo, non per sfidarlo, ma per congiungere tutti i fratelli all’unico Padre.

Spero che ci sia anche la mia pietra di convinto Europeista.

Don Michele Novelli