LA RIFLESSIONE

IL DIFFICILE MITO DEL WIRELESS

Non vogliamo annoiare i nostri lettori con i dati sui danni provocati dall’intensificarsi di antenne e di uso dei cellulari fino all’esito improvvido attuale del cosiddetto 5G. Sono noti nella stessa misura in cui sono contestati a volte come fake news. Tumori, interventi sulla memoria, danni alla fertilità ecc. Vogliamo soffermarci sugli aspetti sociali del fenomeno che ci minaccia.

Intanto riferiamo che tra i difensori del 5G o i più tiepidi confutatori sono paradossalmente alcuni ambientalisti. E questo ci porta alla prima considerazione che ben diverso è l’atteggiamento degli stessi, cioè meno prudente e circospetto, se si parla di cambiamento climatico o aumento della temperatura globale, anche contrastando i pareri di illustri scienziati più affidabili della pletora eletta dai media a rappresentare i rischi della terra.

Questo si spiega con la circostanza che il movimento apocalittico climatico coincide con la selva di incauti e compulsivi utenti dei cellulari e delle varie diavolerie che ormai sostituiscono la vita reale dei contatti fisici.

Tutti i giovani e una buona parte della generazione pre e post millennio che non sa fare a meno delle istruzioni per l’uso programmate dal mercato in generale, la grande riserva indiana dei seguaci del verbo catastrofico ambientale.

Del resto la simpatia per la selva di immagini prodotta dall’uso incondizionato dei giga disponibili è da un lato rintracciabile nelle imprese della “Generazione Futura” e dall’altro nelle fortune degli influencer. Dunque, non la stessa virulenza hanno gli attacchi contro una rete letale di onde elettromagnetiche che infestano i nostri cervelli, le nostre cellule, i nostri ormoni, la nostra tiroide, la nostra capacità riproduttiva, in un modo non misurabile se non con indagini statistiche, circostanza che la rende subdola e mai abbastanza contrastata.

Particolare non secondario è che le varie amministrazioni pubbliche o i privati interessati di volta in volta dagli impianti utili come il sangue a questo animale predatorio sono compensati in denaro e vantaggi. Il che dovrebbe suscitare almeno un sospetto sulla nocività di questi esperimenti sulla nostra pelle, paragonabili   agli interventi infausti sull’eolico e sul fotovoltaico, sponsorizzati dall’illusione che possano compensare la rinuncia ai combustibili fossili nel contesto di un pianeta che solo in minima parte opera nella stessa direzione.

La Sardegna e la Puglia sono gli esempi di questo dissennato scempio dei nostri paesaggi e dei nostri campi coltivabili.

La barbara logica economica scoperta di simili operazioni su larga scala è tradita da altrettanti esempi di sfruttamento del lavoro e caporalato dove non si può mungere la vacca europea.

La mitica comunicazione senza fili (wireless) è raccomandata nel lavoro come nel tempo libero, con applicazioni nelle amministrazioni statali e nelle aziende fino a quelle turistiche. Ma l’ulteriore aumento della sua velocità è davvero utile considerando gli effetti cancerogeni della diffusione dei ripetitori?

La decantata sostenibilità che oggi viene ribadita negli spot più disparati, anche per i prodotti per animali, doveva intendersi come freno e non accelerazione di comportamenti compulsivi del tempo libero (telefonia) e pratiche sospette del mondo lavorativo. Veloce deve essere la soluzione dei problemi nella pubblica amministrazione non la digitazione finalizzata a un risparmio di tempo governato da interessi egoistici di vario genere (lavoro da casa o dalle spiagge).

E sul terreno del divertimento è probabilmente dannoso accelerare la dipendenza di giovani e meno giovani con pratiche sempre più sofisticate, dettate dal colossale imbroglio che ci sovrasta più o meno consapevolmente.

Considerata l’inutilità sostanziale o la nocività a livello psicologico del 5G, torniamo dunque a riflettere sulla più grave circostanza che la grande rete distributiva dallo stesso sistema richiesta incide con le sue onde elettromagnetiche in misura centinaia di volte più pericolosa che in passato.

Roberto Sacchetti