In una società chiassosa riscoprire la preziosità del silenzio ci riporta lì dove ha sede la pace. Maria la madre di Gesù ci è di grande esempio. Dal giorno in cui l’angelo le confidò il piano di Dio non ci fu giorno che lei volesse apparire e mettersi al centro dell’attenzione parlando con tutti, ma serbava ogni cosa nel suo cuore come la Scrittura ci proclama. Nascondeva quell’inconfondibile mistero che poi si farà carne dentro di sé. “Custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore” Lc.2,19
L’unica forse esplosione di gioia che ebbe, fu il cantico del Magnificat dinanzi alla sua parente Elisabetta dopo che si mise in viaggio per raggiungerla e mettersi al suo servizio. Pur avendo ricevuto un ruolo importante nella storia della salvezza non si sente spesso parlare di lei nella Sacra Scrittura: vive nel nascondimento e accetta nella pienezza.
Se anche noi non riscopriamo la preziosità del silenzio e del nascondimento opportuno quando Dio ce lo chiede, quando è necessario mettersi da parte, Lui non potrà farsi spazio in noi. Dio parla nel silenzio!
Quando facciamo tacere tutto intorno a noi il Signore ci rapisce e ci viene incontro in un dialogo che non ha pari.
Nessun essere umano sa dare al nostro cuore quello che Gesù ci dona quando passiamo del tempo con Lui. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.” Gv 14,27. E oggi più che mai di quanta pace abbiamo bisogno?
E Maria resta una madre che intercede, sa di cosa abbiamo bisogno soprattutto in quest’epoca lacerata dall’odio e dalla violenza. Lei come alle nozze di Cana si fa carico dei nostri problemi e lì a Cana si preoccupa di una giovane coppia per non permettere che essi facciano una brutta figura dinanzi agli ospiti. Questo intervento di Maria fa capire la sua infinita tenerezza e delicatezza umana e fino a che punto Ella si prende cura di noi.
Il nostro cammino di fede è legato a lei da sotto la croce quando a Giovanni, il discepolo che Gesù amava, Lui disse: “Ecco tua madre” e a lei:” Ecco tuo figlio” Gv 19,27.
Gesù ha voluto dare al mondo una madre, non l’ha tenuta gelosamente per sé ma ci ha resi partecipi della sua maternità per non lasciarci mai soli. In quel momento così critico, quando la fede dei discepoli si disperde e fuggono, Maria è modello della vera fede perché lei ha creduto sin dal primo istante. E dall’attimo in cui perde suo figlio le viene affidata un’umanità intera. Diventa la vera sorgente di speranza che vede oltre ogni ferita e ogni dolore. Maria è donna del silenzio! E’ anche madre dell’ascolto profondo che diventa poi azione e piena adesione al progetto che Dio aveva su di lei.
Mai impaziente di fronte agli eventi difficili della sua vita, partoriente partorisce fuori la sua città e in quale estrema precarietà, senza aiuto se non solo di un inesperto Giuseppe. Poi scappa con i suoi in Egitto e diventa migrante senza sapere come fare, dove vivere, come mangiare, senza conoscere la lingua. I disagi non l’hanno disarmata ma al contrario trova tutta la forza in virtù del dono ricevuto per l’umanità: il piccolo Gesù.
E l’ansia di perdere un figlio dodicenne e non averne più notizia per poi ritrovarlo dopo tre giorni nel tempio a parlare con i dottori. Quale angoscia avrà provato la Madre del Signore in quel momento! Ancor più sconcertante è la risposta del Figlio che le dice di non preoccuparsi perché deve occuparsi delle cose del Padre Suo. Cosa avrà provato e pensato Maria in quel momento?
La sua capacità è stata quella di saper attendere gli sprazzi di luce dal cielo e capire nelle vicende quotidiane come meglio agire per portare avanti il suo ruolo di madre e che madre! Ella è obbediente e fedele al messaggio di Dio portatole dall’angelo e pazientemente resta a guardare giorno per giorno questo Figlio “mistero” dell’umanità crescere dinanzi a sé. Consapevole che un giorno non sarà più con lei resta in silenzio e medita nel suo cuore.
Maria, splendida donna di fede, esempio di infinita e delicata carità, inconfondibile modello di obbedienza alla volontà di Dio ci lascia la sua testimonianza armoniosa di come vivere giorno per giorno anche noi fiduciosi che Dio opera nella nostra vita, anche se a volte ci sono lunghi spazi di silenzio e non vediamo chiaro davanti a noi il progetto di Dio. Presente nel cenacolo a Pentecoste ci dà la forza di restare uniti alla Chiesa, a coloro che insieme con noi ricevono l’unzione per una missione comune: portare al mondo Gesù Signore.
Restare accanto alla Madre, in attesa che Gesù ci riveli il suo piano di amore per noi, è la cosa più preziosa da fare. Lasciare che il suo silenzio diventi il nostro silenzio. Lasciare che la sua abnegazione diventi la nostra.
Il suo procedere con estrema fiducia ci sia di esempio e ci dia coraggio per affrontare il nostro futuro.
Certi che solo nel silenzio adorante maturano l’amore, la conversione, il sacrificio rivolgiamoci a Lei con le parole splendide della preghiera di Don Tonino Bello:
«Santa Maria,
donna del silenzio,
riportaci alle sorgenti
della pace.
Liberaci dall’assedio
delle parole.
Da quelle nostre,
prima di tutto. Ma anche
da quelle degli altri.
Figli del rumore,
noi pensiamo di mascherare l’insicurezza
che ci tormenta affidandoci al vaniloquio
del nostro interminabile dire: facci comprendere che,
solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare.
Coinquilini del chiasso,
ci siamo persuasi
di poter esorcizzare la paura alzando il volume
dei nostri transistor:
e facci capire che Dio
si comunica all’uomo
solo sulle sabbie del deserto,
e che la sua voce non ha nulla da spartire con i decibel
dei nostri baccani.
Spiegaci il senso profondo
di quel brano della Sapienza, che un tempo si leggeva
a Natale facendoci
trasalire di meraviglia:
«Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose,
e la notte era a metà del suo corso, la tua Parola onnipotente dal cielo,
dal tuo trono regale, scese sulla terra…»
Carmela Venditti