Eccellenza carissima mons. Biagio Colaianni, eccellenze qui convenute per questa attesa grazia, reverendi sacerdoti e religiosi e suore e consacrati/e, egregie autorità, cari giovani seminaristi e carissimi fratelli e sorelle tutti: è con commozione grande che esprimo la mia immensa gioia e ringraziamento, per l’evento che stiamo per vivere, tutti insieme, in stile sinodale: La riapertura della nostra bella Cattedrale, nel giorno della Festa della santissima Trinità, cui è proprio dedicato questo nostro capolavoro di arte e di fede.
È finalmente un giorno di grande letizia che celebriamo con la cetra esultante, dimenticando così, come avvenne per Saul davanti a Davide, la mestizia di altri giorni di dolore, attese, rinvii, date concordate ma non rispettate, complicazioni tecniche e amministrative.
Ho sognato questo giorno con trepidazione, ogni volta che sono salito, per seguire i lavori, sul tetto della cattedrale, guardando la città dall’alto, in benedizione. Oppure, quando scalavo le impalcature interne per il complesso lavoro del controsoffitto; quando ascoltavo con sofferenza le angosce dei nostri parroci e l’insistente desiderio dei tanti fedeli, che, ci ponevano la fatidica domanda: “Ma quando si aprirà la nostra Cattedrale?”. Sinceramente, mi piaceva quell’aggettivo: “la nostra cattedrale!”, perché faceva subito trasparire un vivissimo senso di appartenenza popolare, che dava tanta gioia.
La grazia di questi anni….
Eppure, leggendo a distanza questo lungo periodo, pur tra tante amarezze, sento di poter intravedere tre sentimenti di forte spiritualità, provvidenziali perché visti nel cuore di Dio. Lo diciamo in una lettura teologica e spirituale, che rende autentico questo momento liturgico: l’arte, la partecipazione, l’appartenenza.
- a) La bellezza artistica dell’opera. Tutti restiamo conquistati ed ammirati dalla bellezza artistica del restauro. è di grande qualità, per l’opera sinergica di tante maestranze, che hanno progettato, lavorato ed eseguito la grande mole di lavoro. Com’è noto, è stato un lavoro necessario, urgente, doveroso, per la sicurezza di tutti noi.
- b) L’attesa ha poi prodotto un cuore solidale nel dono, in tante istituzioni, pubbliche, che si sono prodigate nel sostegno per coprire le grandi spese, necessarie per il restauro. Tanti hanno posto mano al dono. LA CEI, in primo luogo, con abbondanti elargizioni, anche per il costante sollecito da parte nostra, con fiducia e vicinanza. Poi la Regione, tramite un notevole intervento diretto. Ed infine, la Sovrintendenza, che ha seguito con qualità e trepidazione tutte le fasi del complesso lavoro di Restauro. E non è mancata la generosità della nostra gente, che ha contribuito, in molteplici modi e tempi. Grazie alle maestranze e agli operai, all’Ufficio Tecnico diocesano, ai parroci della cattedrale e ai loro collaboratori che hanno sempre alimentato in tutti noi la speranza.
Un Grazie tutto particolare va soprattutto al Vescovo Biagio che mi ha espressamente invitato per questo gioioso momento.
- c) Ed infine (ed è forse il lato più interessante….!), è cresciuto in tutti il senso di appartenenza, attorno alla Cattedrale. E con essa, attorno alla realtà-Diocesi, alla vita della Chiesa, alla storia religiosa della nostra città, che si manifesta in molteplici segni di grazia, come sarà nella prossima festa del Corpus Domini, cuore pulsante della nostra storia. Potremmo dire che questa lunga attesa non solo non ha spento, ma ha ravvivato la nostra fede, come popolo di Dio!
Alcuni eventi
Non sono poi passati invano tanti momenti che hanno visto protagonista questo tempio, cuore religioso ed artistico della città.
- In primo luogo, ricordiamo la visita del papa Francesco.
Proprio qui, lui ha ascoltato il grido vivissimo ed asciugato le lacrime di molte famiglie, per aiutarci, come pastorale, ad avere sempre le porte aperte, tutti i giorni, perché non vi sia più notte, come ci ha detto ora la bellissima lettura dell’Apocalisse.
- Poi, ricordiamo il cuore di tanti Vescovi, a cominciare dalla eroica figura di martire di mons. Secondo Bologna, qui sepolto e che proprio qui, su questo altare, ha offerto la sua vita, come Vittima, per salvare la città, da vero pastore che non scappa ma dona, eroicamente, tutto. E l’opera di tanti altri Vescovi e parroci e laici, che hanno dato a questo luogo segni eloquenti di notevole bellezza, cultura e spiritualità. Tra questi, non possiamo non ricordare la figura del nostro Venerabile, Fra Immacolato, che nella cattedrale, come si legge nelle sue meravigliose Lettere, trovava un sicuro punto di riferimento, pastorale e umano.
Ci sostenga perciò, davanti alle nuove strade da percorrere insieme, il Salmo 83, che ben si addice a questo momento di gioia comune.
Domenica della festa della Trinità,
+ padre GianCarlo Bregantini, Vescovo emerito
CAMMINARE INSIEME CON LA PRESENZA DEL SIGNORE GESÙ NELLE NOSTRE VITE
Eccellenza Rev.ma, oggi si riapre la Cattedrale, in cui Lei presiede per la prima volta come Pastore della Arcidiocesi di Campobasso-Bojano, ma si riapre anche la sede storica della parrocchia di S. Maria Maggiore, che improvvisamente, il 20 novembre 2018, ha dovuto traslocare a S. Maria della Croce, che per cinque anni e mezzo è stata la nostra chiesa parrocchiale.
Anche se con difficoltà, abbiamo continuato a vivere i ritmi normali della parrocchia, con la preparazione ai sacramenti e la fedeltà alla vita comunitaria di coloro che ci hanno seguito in uno spazio più ristretto, sperimentando un disagio amplificato ancora di più con la pandemia.
A tutto ciò si è aggiunta una mia personale difficoltà quando, a causa di un problema di salute, sono stato costretto a restare in casa per quasi due anni. In tutto questo tempo, sia per la normale gestione pastorale ed amministrativa della parrocchia sia per i lavori di ristrutturazione, il peso è stato portato in modo encomiabile da don Marco Filadelfi (a cui sento la necessità proprio in questa occasione di esprimere tutta la mia gratitudine) mettendoci tutta la sua competenza e il suo zelo pastorale. E, cosa per me molto importante, non ha mai smesso di tenermi quotidianamente informato su ciò che accadeva in parrocchia e nei cantieri.
Quando si parla di fraternità presbiterale, posso affermare che per noi non sono state solo parole, anzi, l’abbiamo rafforzata in questo periodo difficile in cui realmente si prova se le persone ci tengono a chi vive il disagio. Ringrazio anche tutti coloro che in questi anni sono rimasti e hanno resistito insieme a noi sacerdoti, a cominciare da Mons. Bregantini che sin da quando la Cattedrale fu chiusa si è impegnato perché potesse arrivare questo giorno che tutti noi abbiamo desiderato con forza ma, allo stesso tempo, seguendo con scrupolo i tempi e le regole che si impongono quando ci sono lavori complessi da realizzare e diverse istituzioni coinvolte. Desidero, quindi, ringraziare come parroco, insieme con don Marco, tutti coloro che hanno lavorato per questo lungo e complesso restauro: i progettisti, i RUP che si sono susseguiti, le varie maestranze che hanno realizzato i diversi lavori di ristrutturazione svolti, le restauratrici e, infine, quei fedeli che hanno compreso che una parrocchia non è fatta di edifici più o meno sontuosi ma, soprattutto, di persone che stanno insieme condividendo sia i momenti belli come questo sia i momenti faticosi.
Da oggi continuiamo a camminare insieme in questo bell’edificio restaurato, più forti e motivati dall’esperienza vissuta in questi anni in cui abbiamo riscoperto ancora di più ciò che è essenziale: la presenza del Signore Gesù nelle nostre vite.
Grazie caro don Biagio per avermi dato l’opportunità di esprimere questi pensieri che partono dal cuore e che sentivo la necessità di condividere.
Don Michele Tartaglia, Parroco della Santissima Trinità