INCONTRI
Per dirla con Dante Alighieri è “L’amor che move il sole e l’altre stelle”. È stato, infatti, per atto di amore verso le chiese sorelle delle periferie del mondo che Papa Francesco, nell’incontro del 26 giugno 2021, di celebrazione della nascita della Caritas, ha proposto di attivare un cammino sinodale attraverso la via della prossimità agli ultimi ed agli scartati, percorsa in maniera caritatevole, gratuita e con creatività, affinché le comunità più povere e bisognose potessero sentire la vicinanza, la solidarietà di tutta la Chiesa, nella pratica del Vangelo. Sono nati, di conseguenza, dei gemellaggi tra comunità ecclesiali italiane e straniere.
La Delegazione Abruzzo Molise, gemellata con le Caritas del Senegal ha, attraverso un ponte di solidarietà, effettuato, a novembre scorso, un primo viaggio di 15 giorni per conoscere, ascoltare e rilevare i bisogni delle realtà locali. Il ritorno si è connotato d’entusiasmo per la fraterna cooperazione da mettere in atto. Si è atteso con gioia l’arrivo della delegazione senegalese.
Dal 24 maggio al 6 giugno scorso la permanenza in Italia della Delegazione. Sono stati momenti frenetici. Ciascuna Caritas, della delegazione Abruzzo Molise, ha accolto e presentato i tanti progetti in atto. Lo scambio di esperienze è un modo innovativo per proporre buone prassi, strutturarne di nuove, attraverso una conoscenza reciproca. Gli incontri sono stati caratterizzati dalla consapevolezza che ciascuno donava agli altri le proprie capacità, competenze e disponibilità, rese in maniera gratuita per avviare nuove relazioni scambievoli, durature e nuove progettualità.
Il 3 giugno u.s. la delegazione senegalese (composta da l’abbè Albert, segretario nazionale, Marie Jacqueline della Caritas di Kaolack, Anne Mendy della Caritas di Kolda, Jeseph, della Caritas di Dakar, Etienne Diagne della Caritas di Thies, Jules Bienvenu della Caritas di Saint Louis, Bertin Geoffroy della Caritas di Tambacounda e Pierre Marie della Caritas di Ziguinchor) accompagnata nelle visite da Don Alberto Conti, direttore della Caritas di Trivento) è stata ospite della Caritas diocesana di Campobasso Bojano. Il direttore don Franco D’Onofrio, accogliendoli nella struttura multifunzionale, opera segno realizzata quasi dieci anni or sono, ha spiegato come, attraverso il coinvolgimento dei tanti volontari (quasi 500), si offrono i vari servizi (docce, dormitorio, mensa, emporio, centro di ascolto, assistenza sanitaria, accompagnamento, microcredito) alle persone in momentanea difficoltà.
Grande lo stupore dimostrato dagli ospiti, che hanno voluto conoscere le strategie poste in essere per coinvolgere i tanti collaboratori.
“La credibilità, la trasparenza, l’affidabilità e la certezza che i beni donati raggiungono i destinatari delle offerte”, le paroline magiche per attrarre tanti volontari, afferma il direttore, ma anche la generosità delle persone che, attraverso la donazione gratuita dei beni, consente il supporto ai più bisognosi.
La visita, animata da un momento di convivialità e da una seppur breve passeggiata nel centro storico, ha consentito una maggiore conoscenza. La delegazione, nel pomeriggio, ha proseguito il suo viaggio alla volta della Caritas di Isernia Venafro.
ASPETTATIVE
Il 4 giugno u.s. a Pescara le due delegazioni ed i rappresentanti si sono incontrati per un confronto di verifica delle esperienze e la possibilità di poter mettere in campo progetti condivisi nelle varie aree. Le problematiche evidenziate dalla delegazione del Senegal hanno riguardato, prioritariamente, quelle relative al cambio climatico, alle migrazioni all’interno dello Stato, ma anche quelle provenienti dagli stati confinanti con il Senegal e non solo, la sicurezza sociale, sanitaria ed alimentare, una maggiore formazione per i giovani, – stage, scambi – affinché possano trovare occasioni di crescita e sviluppo all’interno del loro paese, senza esser costretti, ed in modo clandestino, a dover emigrare, – non vogliono migrare – progetti di sostegno alle famiglie per una maggiore resilienza, miglioramento delle tecniche dell’agricoltura, assistenza a persone fragili ed altre ancora. Vogliamo orientarci, in controtendenza rispetto ad una narrazione populista e catastrofista circa il futuro dell’Africa e del resto del mondo, consentendo all’Africa di raccontare la propria storia anziché farla raccontare dagli altri, nel frattempo mettiamo a disposizione cuore, mani, menti e voce per dar voce a chi non ne ha.
Silvana Maglione