IL DECENNALE DELLA CASA DEGLI ANGELI DI PAPA FRANCESCO

LA SOLIDARIETÀ PER COSTRUIRE IL FUTURO NELLA SPERANZA

Partire  dalla fine del mondo

Papa Francesco, un pontefice venuto “dalla fine del mondo”, il 5 luglio del 2014 ha visitato il Molise, un dono offerto con grande generosità.  Fin dall’inizio del suo Pontificato ha dato un segnale forte e chiaro ponendo la Chiesa “in uscita”, avviandola verso le periferie del mondo, tema a lui caro, intese non soltanto in senso geografico, ma, soprattutto, in senso esistenziale. In visita al centro servizi della Casa degli Angeli, opera segno della Caritas diocesana di Campobasso- Bojano, realizzato con il contributo Cei dell’8%mille, papa Francesco ha detto: “la solidarietà non è una parolaccia, ma molti non la conoscono”, parole di grande attualità. La Caritas diocesana di Campobasso, invece, la conosce e la conosce bene. Ha affrontato una scommessa alla quale nessuno avrebbe dato credito. Invece il miracolo è avvenuto e si è fatto moltiplicatore di azioni e benefici a favore di tutti: per la città nella quale il progetto è stato realizzato, grazie alla lungimiranza dell’Amministrazione comunale e del suo sindaco in particolare, che hanno concesso in comodato d’uso la struttura, grazie ai tanti volontari  (oltre 570 ante Covid 19, attualmente oltre 300) che hanno, da subito, messo a disposizione il proprio tempo per partecipare ad un sogno, consapevoli che il vero potere è il servizio, grazie alla capacità di organizzazione dei responsabili della mensa. E già perché di un sogno si è trattato, un sogno visionario che è divenuto realtà, grazie anche ai volontari non più tra noi, “i tre angeli”, come li ha definiti il direttore, don Franco D’Onofrio, che ci seguono dal cielo, don Pino, Nicola ed Antonietta, che tanto si è spesa per il progetto che papa Francesco ha benedetto.

Grazie anche ai tanti benefattori che quotidianamente offrono risorse indispensabili al funzionamento del servizio.

La solidarietà si fa prossimo

Nei 10 anni di servizio, celebrati dal Direttore, dal nuovo Vescovo Biagio e dai tanti volontari ed istituzioni presenti, alla data del 5 luglio 2024, la Casa degli Angeli ha dato assistenza ad oltre 250.000 persone, non numeri, ma volti, ciascuno con la propria storia di fragilità, offrendo non solo sostegno materiale, alle tante persone in difficoltà, ma accompagnamento, solidarietà, fraternità, promuovendo la cultura dell’incontro. Ha avviato progetti di reinserimento sociale, personalizzandoli e l’ascolto costante e attento delle famiglie. Sono nate storie di amicizia, di condivisione: Maria (nome di fantasia, come quelli che seguono) che frequentava la mensa e non conosceva il mare, ha confidato ad una volontaria che le accarezzava le mani questo suo desiderio. La creatività e la sensibilità dei volontari hanno reso possibile che questo potesse accadere. Adam, un polacco arrivato in Italia, ora non più tra noi, dopo tante difficoltà, è stato accolto ed aiutato a ritrovare dignità di vita ed è diventato anch’egli volontario mettendosi al servizio dei più fragili e, vestendo, in occasione del Natale, i panni di babbo Natale, per la gioia di tanti bambini. Inoltre Ruben, Ibrahim, Mubashir, Antonio e tanti altri volti incontrati che hanno lasciato un segno. L’accoglienza si è connotata anche di storie tristi per le quali ben poco si è potuto fare.

Servizi della Struttura

LA MENSA CASA DEGLI ANGELI

Eroga, quotidianamente, pasti a pranzo e a cena, alle persone in momentanea difficoltà, ed è gestita dall’Associazione “Shomer Onlus”, braccio operativo della Caritas diocesana. I collaboratori volontari provengono dalle parrocchie della diocesi. Si accede ai servizi attraverso il Centro di ascolto della Caritas. Presso la struttura polivalente è offerto anche un servizio di dormitorio per soggetti momentaneamente senza fissa dimora.

 

L’EMPORIO “LA BOTTEGA DI ANTONIETTA”

rappresenta non solo lo spazio di rifornimento, gratuito, dei beni di prima necessità, indispensabili per lo svolgimento di una vita dignitosa per le famiglie momentaneamente in difficoltà, ma anche un luogo di incontro ed accoglienza tra il servizio dei volontari ed addetti e le persone che ne beneficiano: un posto dove la solidarietà si fa tangibile e con essa il senso di comunità e di inclusione. Si costruiscono percorsi di accompagnamento ed opportunità per migliorare la condizione economica e consentire una maggiore inclusione sociale, aumentando, nel contempo, la consapevolezza personale, iniziative di ascolto, di educazione al consumo alimentare corretto, lotta agli sprechi e di accompagnamento all’autonomia economica. L’Emporio (mercato senza soldi) rappresenta un’evoluzione culturale e relazionale, un nuovo paradigma, un nuovo modo di concepire l’aiuto, superando l’assistenzialismo, “nemico della democrazia e nemico dell’amore al prossimo che non riconosce la dignità della persona, come certe forme di assistenzialismo che sono ipocrisia sociale” (papa Francesco). Un cambio di paradigma che passa dalla distribuzione delle borse/spesa all’accompagnamento costante delle persone in momentanea difficoltà. I fruitori del servizio sono dotati di una card personale sulla quale sono caricati dei punti mensili, variabili a seconda della composizione della famiglia e scaricati ogni qualvolta si procede all’acquisto dei prodotti. L’aiuto è a tempo determinato per guidare le persone nell’autonomia. Il servizio offerto è un piccolo contributo contro le povertà crescenti, non solo materiali, ma anche relazionali. Oggi risultano poveri anche coloro che hanno un lavoro. Secondo i dati di Caritas Italiana (Report sulle povertà 2024)risultano in uno stato di povertà assoluta 5 milioni 752mila residenti, per un totale di oltre 2 milioni 234mila famiglie. Si tratta di individui e nuclei che, secondo la definizione Istat, non hanno il minimo necessario per vivere dignitosamente perché impossibilitati ad accedere a un paniere di beni e servizi essenziali (cibo, vestiario, abitazione, spese sanitarie). A loro si aggiungono poi le storie di chi vive in una condizione di rischio di povertà e/o esclusione sociale: si tratta complessivamente di circa 13 milioni 391 mila persone.” Numeri che pongono interrogativi per predisporre politiche sociali efficaci ed inclusive che facciano “fiorire i rapporti sociali”, superando “la cultura dello scarto che esclude i poveri, le persone fragili, i malati, i vecchi… L’indifferenza è il cancro della democrazia e della partecipazione”, a cui tutti avrebbero diritto se vi fossero condizioni universali di vita dignitose.

Occorre passare da una società dal “cuore infartuato” ad una società dal “un cuore risanato”, per costruire il futuro nella speranza e la Caritas diocesana di Campobasso Bojano persegue questo ed altri obiettivi in nome del bene comune.

Silvana Maglione