UN AFFARE PER LE MAFIE ITALIANE

ALLARME FENTANYL, MUSACCHIO: ARRIVERÀ ANCHE IN ITALIA

Il fentanyl è un farmaco oppiaceo utilizzato nella terapia del dolore quando la morfina non basta. È cento volte più potente di quest’ultima. Per questo motivo viene spesso utilizzato come “ultima ratio” per pazienti resistenti agli analgesici più comuni (la morfina, appunto) in fin di vita o con dolori che non possono essere diminuiti.

Negli Stati Uniti è scattato un vero e proprio allarme per il moltiplicarsi dell’uso smodato di tale sostanza. Gli effetti principali di un uso incontrollato sono “la grave compromissione del sistema nervoso centrale e respiratorio che conduce alla intossicazione acuta”, effetti che, spesso, “possono provocare coma e decesso”.

Il fentanyl è talmente potente, infatti, che bastano soltanto 2 mg per risultare letale, oltre a tutta una serie di complicanze appena descritte (da qui la definizione di “droga degli zombie”). Quel che preoccupa maggiormente è in realtà la possibilità di sintetizzare la molecola e, ancor peggio, di “tagliarla” con altre droghe altrettanto pericolose. I decessi sono connessi soprattutto all’uso di eroina combinata con il fentanyl o uno dei suoi vari potenti analoghi, come l’alfa-metil fentanyl e il tri-metil fentanyl. Con l’aiuto di «esperti» del settore e laboratori attrezzati non è per nulla difficile da produrlo e, nonostante l’esportazione sia molto controllata, per ottenere il farmaco ci vuole una forte capacità di corrompere gli alti dirigenti all’interno dei laboratori ufficiali, il che è abbastanza agevole per le mafie che dispongono di capitali illimitati.  Da un kilogrammo di polvere di fentanyl al costo di diecimila euro è possibile produrre un milione di mini pasticche che vendute a venti euro l’una fruttano sul mercato venti milioni di euro. Ecco il motivo per cui le mafie sono interessate a questa sostanza chimica peraltro richiestissima soprattutto nel mercato europeo e non più solo negli Stati Uniti. La Cina è in assoluto il maggior produttore di oppioidi sintetici al mondo. Seguono a ruota il Messico, l’Afghanistan e il Canada.  Il fentanyl, ovviamente, è prodotto per uso medico legalmente in molti Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Olanda, Belgio, Italia e Svizzera. La maggior parte del fentanyl illegale proviene naturalmente da laboratori clandestini.

La produzione di quest’oppioide richiede una conoscenza chimica avanzata, per questa ragione, le mafie si sono già attrezzate per autoprodurselo utilizzando i migliori chimici sulla piazza e i più moderni laboratori adeguatamente attrezzati. A sostegno di quanto affermo ci sono le operazioni di Europol e Interpol che nell’ultimo anno (2023) hanno individuato in Europa ben 400 laboratori (alcuni anche in Italia) e in Lettonia sono stati sequestrati cinque chili di sostanza pura, sufficiente per uccidere fino a due milioni e mezzo di persone. Se non si attueranno politiche di prevenzione e repressione nazionali ed europee il rischio della tragedia che stanno vivendo gli Stati Uniti è reale. Le mafie hanno fiutato l’affare e faranno di tutto per incrementare i loro profitti. La ndrangheta dovrà essere monitorata in modo particolare, specialmente per i suoi collegamenti con i cartelli messicani e le organizzazioni criminali colombiane.  La sola repressione chiaramente non è sufficiente per combattere questo tipo di criminalità organizzata. Occorre agire sulla produzione e sui mercati per ridurre i consumi. Servono assolutamente maggiori sforzi per fare pressione sui paradisi fiscali e bancari che sono essenziali affinché i cartelli riciclino i miliardi di dollari guadagnati attraverso i loro traffici, fentanyl compreso. Nessuno si sta muovendo in questa direzione in questo preciso momento storico e questo deve preoccuparci e non poco. Per ora sembrerebbe che in Italia l’uso di fentanyl sia ancora limitato poiché al primo posto come consumo di droghe abbiamo la cannabis, al secondo la cocaina, l’eroina sta sotto l’1%. Questo però non deve affatto farci dormire sonni tranquilli perché ora c’è l’interesse diretto delle mafie italiane – ndrangheta in primis – proprio sull’oppioide sintetico.

Ci sono stati i primi sequestri in questi anni, sappiamo che è arrivato in Italia, abbiamo accertato alcune morti in Lombardia nella zona di Rogoredo, quindi, non possiamo più dire che sia un fenomeno marginale o inesistente. Questi fatti devono essere fortemente attenzionati e a oggi non siamo pronti a fronteggiarli soprattutto nella loro dimensione criminale presente nel web. Se Joe Biden e Xi Jinping si sono dovuti incontrare il 15 novembre scorso per riannodare i fili della cooperazione tra Stati Uniti e Cina nella lotta al fentanyl significa che il problema è serio e non va assolutamente sottovalutato né in Italia e tantomeno in Europa.

Vincenzo Musacchio, criminologo forense