VANGELOSCOPIO

«EGLI SOSPIRÒ PROFONDAMENTE» (MC 8,12)

Il sospiro nasce da un eccesso o di dolore o di desiderio. Sospirare in ambito biblico è tipico di chi eleva il proprio cuore fino al cielo. La Bibbia è cosparsa di sospiri. C’è sempre qualche creatura che si spinge oltre il lembo del visibile, fino agli abissi celesti. Torna prezioso l’imperativo di Osea: “Conosciamo l’Eterno, sforziamoci di conoscerlo!” (Os 6,3). E aggiungo, di conoscerlo fin nei Suoi sospiri più profondi. Se ci pensiamo, in fondo, Gesù stesso è generato dal Padre da dentro i Suoi intimi sospiri per l’Umanità amata. Sospirare è, infatti, un atto d’amore! Quando è trafitta d’amore, l’anima sospira. Emette gemiti. Il sospiro si riferisce sempre all’esperienza dell’estasi, perché sospirare è uscire da se stessi, fondendo i sensi interni a quelli esterni, fino ad sprigionare una forza che ha tutte le caratteristiche di una sinfonia, struggente e al tempo stesso appassionante.

Il sospiro rivela una domanda, una preghiera. A volte un tormento, un bisogno di pienezza, di risposta, di abbraccio.

Una volta un sacerdote mi disse che siamo veramente uniti a Dio quando, rivolgendoci a Lui, lo facciamo sospirando. Sembra proprio che la nostra comunione con Lui sia come regolata da questo incontro di sospiri, i Suoi verso di noi e i nostri verso di Lui. Senza mai dimenticare che i Suoi decreti sono nei Suoi sospiri.

Il sospiro è un dettaglio che ritroviamo anche nei Vangeli. E ritengo, sì, meraviglioso scoprire quelli di Gesù, approfondirli, capirli fino ad assumerli.

Quando sospira, Gesù mostra tutta la sua tenerezza. Però, davanti all’arroganza dei farisei che chiedono un segno, che si presentano solo per metterlo alla prova, che non guardano mai in faccia nessuno, che non si curano dei poveri e dei sofferenti, il sospiro profondo che fa Gesù in questo caso è di sdegno, di scandalo. Gesù sa, infatti, che loro rendono culto al potere, non certo alla compassione. La malvagità che trama nelle tenebre non innalza sospiri, ma solo le urla o il risolino dell’avversione, del disprezzo, della tracotanza.

E’ perfettamente vero che ciascuno riporta fuori ciò che è realmente dentro. E’ bello allora pregare con questa invocazione: “Fà Signore che nel silenzio del cuore noi possiamo dare dimora ai tuoi divini sospiri ed essere fortificati dalla Tua dolcezza”. Amen

Ylenia Fiorenza