IL RESTAURO DELLA MADONNA DELL’ASSUNTA A FERRAZZANO

“VANNE AL CIELO, O MARIA”

Il 27 luglio 2024 per la comunità di Ferrazzano è stato il grande giorno… Il ritorno e l’intronizzazione della statua lignea del XV secolo della Madonna dell’Assunta, altrimenti nota come “Madonna della seggiola”.

«L’ Assunta» è una statua lignea policromata posizionata, già in epoca assai risalente, nella nicchia centrale del dossale ligneo dell’altare maggiore della Chiesa Parrocchiale di Ferrazzano, dedicata proprio alla Assunzione in cielo della Vergine Maria.

La pregiata scultura è tornata nella sua casa della Chiesa Madre di Santa Maria Assunta in Cielo con una solenne cerimonia alla presenza di S.E. Mons. Biagio Colaianni, allietata dalle note della Corale Sant’Onofrio – di Ferrazzano – diretta dal M° Marco Columbro, dopo un lungo percorso di restauro reso possibile dalla straordinaria interazione della Parrocchia, del Comune e di numerosi fedeli attraverso la raccolta fondi attraverso la piattaforma GoFundMe i quali, ciascuno col proprio apporto speciale, hanno reso possibile il compimento di questo ambizioso progetto.

L’idea nasce da uno studioso ferrazzanese “illuminato”, il prof. Michele Roccia – archeologo – il quale, incuriosito dalla insolita rappresentazione della Vergine seduta, col Bambino in grembo, difforme da come abitualmente rinveniamo l’Assunta nella iconografia classica, ha approfondito sin dal 2017 lo studio della stessa attingendo in primis alle fonti disponibili presso l’archivio parrocchiale e, parimenti, raccogliendo dati ed informazioni dal Catalogo Generale dei Beni culturali.

Il prof. Roccia, incoraggiato dal Parroco don Nicola Maio e con la consulenza dalla dott.ssa Marisa Laurenzi Tabasso, presidente onorario dell’Associazione “Restauratori senza frontiere” ha intrapreso, coraggiosamente, la tormentata esperienza del progetto del restauro conservativo dell’Assunta, che può senz’altro essere considerata la scultura lignea policroma più antica tra le numerose statue che le chiese ferrazzanesi ancora conservano.

Invero questo è solo l’ultimo, in ordine tempo, di numerosi restauri ed interventi di recupero intrapresi dalla Parrocchia di Ferrazzano in questi ultimi anni; tra i più significativi, si ricordano quella della statua settecentesca di Santa Filomena, la statua di Sant’Onofrio (sottoposta ad un innovativo restauro scientifico), l’Armonium francese di primi del ‘900 posizionato in Chiesa Madre, l’Ostensorio Argenteo del ‘700.

L’opera in parola è stata sviluppata mediante un percorso di studio multiforme ed articolato sul piano storico e scientifico, perseverando nell’impegno primario di restituire allo sguardo dei numerosi devoti una scultura quanto più vicina allo stato ed all’immagine originale.

Per questo, la stessa Sovrintendenza archeologica, belle arti e paesaggio del Molise in un primo tempo dubbiosa circa l’utilità concreta delle indagini, ha autorizzato poi la procedura a condizione di un imprescindibile arricchimento del quadro di conoscenza sulla storia della statua, onde consentire una  soddisfacente valutazione dell’effettivo stato conservativo del supporto ligneo e degli strati preparatori e pittorici originali. A tal fine, forse per la prima volta è stato utilizzato un metodo unico nel suo genere, avanzando nell’analisi della statua mediante esami clinici e microstratigrafici (microscopia ottica stereoscopica, microscopia ottica in luce riflessa su sezione lucida trasversale, spettrometria infrarossa FT-IR), di un’analisi Tac del manufatto ed idonei saggi stratigrafici.

Tutto ciò ha permesso di portare ad evidenza gli interventi di maggior interesse artistico succedutisi nel tempo, tra i quali certamente va ricordato quello del 1920 ad opera di Abele Valerio, indimenticato pittore ferrazzanese, che senz’altro rappresenta una delle ridipinture dell’Assunta di maggior pregio.

Lo studio è stato, poi, coadiuvato da autorevoli storici dell’arte, quali il compianto prof. Monciatti dell’Unimol che, con impagabile generosità, si rese finanche disponibile ad un sopralluogo di persona, arrampicandosi sull’altare maggiore per poter fisicamente toccare ed analizzare la statua, e della Prof. Pasqualetti.

Essi furono tra i primi a fornire prudenti ma preziose deduzioni in ordine alla plausibile datazione della statua della Madonna della seggiola nel Quattrocento: nonostante le numerose manipolazioni, infatti, all’esito di tutte le indagini diagnostiche effettuate, è stato concretamente possibile ricondurre a quell’età storica l’antica statua, nonostante “doratura e ridipinture ottundevano in maniera pesante il modellato e i colori originari”.

Finalmente, oggi la Madonna dell’Assunta è stata restituita al culto dei fedeli ferrazzanesi, e non solo, nel suo autentico ed originale splendore … Ad majora!!!

Mariagrazia Atri