IL PALLIO: UN LEGAME TRA IL PAPA E GLI ARCIVESCOVI INVIATI NEL MONDO

«COSTRUIRE UNA CHIESA E UNA SOCIETÀ DALLE PORTE APERTE»

Nominato dal Vicario di Cristo successore di monsignor GianCarlo Maria Bregantini, a seguito delle sue dimissioni per raggiunti limiti di età, dopo ben sedici anni di ininterrotta responsabilità della gestione della Diocesi di Campobasso-Bojano, don Biagio Colaianni, proveniente dalla diocesi di Matera-Irsina, ove aveva assolto le funzioni di vicario, ha ricevuto la imposizione del pallio nella giornata del 10 ottobre, evento suggestivo e necessario.

La celebrazione eucaristica, con la presenza di Mons. Petar Raijc, Nunzio Apostolico in Italia, si è tenuta nella Chiesa Cattedrale della Santissima Trinità, riaperta a pieno servizio al pubblico dei fedeli, dopo che la stessa è stata interessata da lunghi lavori di ristrutturazione. Alla cerimonia religiosa della consegna del Pallio sono stati presenti numerosi Vescovi, ivi compreso l’arcivescovo emerito Bregantini, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, le religiose, i movimenti e le aggregazioni laicali della intera arcidiocesi. È stato un momento importante per tutta la comunità diocesana e per don Biagio Colaianni, come testimoniato dalla parola di Papa Francesco: “In comunione con Pietro sull’esempio di Cristo, porta delle pecore, siete chiamati ad essere pastori zelanti, che aprono le porte del Vangelo e che, con il loro ministero, contribuiscono a costruire una Chiesa e una società dalle porte aperte”. L’intera cerimonia è stata immortalata, così come vuole la Chiesa, in un apposito verbale e letto nell’affollato luogo di culto dal Cancelliere della Curia vescovile, don Saverio Di Tommaso e regolarmente sottoscritto dagli interessati, sotto il vigile sguardo, quasi di “controllore” papale, di monsignor Raijc, inviato dal Pontefice. Tutto l’iter messo in piedi nel capoluogo regionale ha fatto seguito a quanto avvenuto in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo, lo scorso 29 giugno, allorquando nella celebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre, Papa Francesco, nella basilica di San Pietro in Roma, monsignor Colaianni, nominato arcivescovo in data 6 dicembre 2023, nella ricorrenza di San Nicola, unitamente ad altri prelati ha solo ricevuto il Pallio, insegna liturgica dei vescovi metropoliti. Il pallio, nella sua forma attuale, è una stretta fascia di stoffa, incurvata al centro in modo tale da poterla appoggiare alle spalle, sopra la pianeta o la casula, con due lembi pendenti avanti e dietro, così che il paramento ricordi la letera “Y”.

Per un certo periodo il pallio del Papa e quello dei Vescovi hanno presentato delle difformità, per mettere in evidenza la diversità di giurisdizione, Dal 29 giugno 2014, solennità, come detto, dei santi Pietro e Paolo, papa Bergoglio è tornato ad indossare il pallio uguale a quello degli arcivescovi metropoliti. Secondo alcune interpretazioni, il pallio originario vuole testimoniare, sia per la forma che per i materiali composti, l’agnello portato sulle spalle, proprio come simbolo del vescovo Buon Pastore. In seguito, è diventato il simbolo di un legame speciale con il Papa ed esprime la potestà che, in comunione con la Chiesa di Roma, il metropolita acquista di diritto nella propria giurisdizione. I metropoliti devono ricevere il pallio prima di poter esercitare il loro ufficio nella diocesi a cui sono stati destinati, anche se erano stati nominati in precedenza, proprio come nel caso del nostro Biagio Colaianni, in una altra sede ecclesiastica.

Con la imposizione del pallio dello scorso dieci ottobre nella Chiesa madre di Campobasso, quindi, don Biagio Colaianni, a pieno titolo, entra nelle sue complete funzioni, da svolgere nell’ufficio della diocesi. Una specie di timbro inevitabile che consentirà di guidare con pienezza, ufficialmente, con tutta la titolarità che ne deriva, sempre con maggiore impegno e misericordia, il popolo di Dio che il pontefice Papa Francesco, venuto dalla fine del mondo, ha voluto affidargli: appunto quello della diocesi di Campobasso-Bojano. Popolo di Dio che si è avviato a vivere, in tutte le sue componenti, con infinita gioia ed entusiasmo, unitamente ad una fede profonda, frutto di antica tradizione cattolica, abbracciando il proprio Pastore, questa meravigliosa pagina di storia della nostra Chiesa, istituzione solida, ramificata, fortificata, una delle poche che resiste a tutte le burrasche. Il nuovo Vescovo, sia pure in pochissimo tempo dalla sua nomina, ha già saputo in qualche maniera conquistare il cuore del nuovo gregge con una condotta che i più hanno definito amorevole e con un profondo spirito di dedizione. Il suo sorriso, che a volte si fa anche desiderare, emana un calore intriso di una immensa spiritualità, che profuma di grazia di Dio. Un dono del Creatore di immensa portata per la popolazione molisana, di compatte e salde radici cattoliche.

Non poteva essere destinato alla cura della  Diocesi di Campobasso-Bojano un successore migliore, in grado di sostituire brillantemente padre GianCarlo.

Michele D’Alessandro