LA SOCIETÀ DELLO SPRECO E DELL’OPULENZA

LOTTA AGLI SPECHI CON LA SOLIDARIETÀ: DALLE PAROLE AI FATTI

“La carità è un fuoco che scalda il cuore”

Emporio solidale di Campobasso

Società diseguale

La nostra società è fortemente diseguale. Il cibo è uno degli elementi che genera disuguaglianze. Ci sono persone ricchissime (poche) e persone in povertà assoluta, 5 milioni e 752mila residenti, per un totale di oltre 2 milioni 234mila famiglie italiane, (Istat 2024), persone che vivono, tra l’altro, anche in condizione di povertà alimentare ossia “nell’incapacità di permettersi o di avere accesso ad un cibo che consenta una dieta salutare”. Secondo i dati dell’Osservatorio Waste Watcher sugli Sprechi (Report anno 2024) nel nostro Paese ogni giorno si buttano via mediamente 81 grammi di cibo pro capite. Lo spreco alimentare vale oltre 13 miliardi di euro, in quanto occorrono enormi quantità di risorse quali terra, acqua, energia e lavoro per la produzione di alimenti. A sprecare sono più i consumatori meno abbienti, poiché il cibo acquistato risulta di minore qualità e, dunque, facilmente deperibile. In cima alla classifica di chi produce più spreco troviamo al primo posto supermercati (36%), poi i ristoranti (18%), le famiglie (15%), le mense scolastiche (12%), gli ospedali (11%) e le mense di lavoro (8%). Tale comportamento ha conseguenze non solo sulla salute, ma ha anche ricadute sulla sicurezza alimentare e sull’ambiente.

Ciò pone una riflessione sulla necessità di intervenire sul comportamento dei consumatori, e non solo, promuovendo l’educazione alimentare, anche a livello istituzionale. Uno sforzo collettivo di sensibilizzazione culturale, attraverso l’acquisizione di nuove abitudini alimentari, può generare un nuovo paradigma comportamentale e promuovere processi virtuosi dell’economia.

Nella considerazione, peraltro, che “con il cibo sprecato si potrebbe nutrire coloro i quali soffrono la fame nel mondo” (Rapporto Food Waste Index 2024).

Soluzioni

La Legge 166/2016, cosiddetta legge Gadda, che reca “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale per la limitazione degli sprechi”, ha, per la prima volta dato, tra l’altro, una definizione di “spreco”.  I beni che perdono il valore commerciale (prodotti invenduti, rimanenze, prossimi a scadenza, per esempio) possono trovare un nuovo valore se utilizzati ai fini di solidarietà sociale.

La legge crea una rete di solidarietà, valorizzando le donazioni. Diversi sono i prodotti che possono essere destinati in donazioni (alimenti, farmaci, prodotti per l’igiene della persona o della casa, prodotti di cartoleria per esempio). Le eccedenze possono essere donate agli enti del terzo settore (organizzazioni di volontariato, o ad altri soggetti che operano senza scopo di lucro e con finalità di utilità sociali, all’emporio della Caritas diocesana). Donare conviene in quanto la legge prevede anche benefici fiscali per i donatori. Per ridurre gli sprechi è stata creata anche l’app (lo Sprecometro) che consente di rilevare gli sprechi nei bar, pizzerie, ristoranti, mense aziendali e scolastiche ed acquisire informazioni e consigli per ridurre lo spreco.

Fare la differenza

Gli empori della solidarietà possono rappresentare una soluzione alla crescente povertà con conseguente esclusione sociale. Sono una testimonianza concreta della solidarietà, dell’accoglienza e del dono gratuito. Gli Empori della Solidarietà consentono di interiorizzare il valore educativo della spesa quotidiana. Il sostegno materiale dato alle famiglie è lo strumento per permettere loro di superare il momento di crisi, così da tornare ad essere autosufficienti. Grazie alle donazioni di molti commercianti, alle raccolte alimentari, (la prossima sarà effettuata il 26 ottobre) ed alla generosità dei tanti anonimi benefattori l’emporio solidale, “la Bottega di Antonietta” della Caritas diocesana di Campobasso Bojano è in grado di fornire aiuto ai tanti bisogni che quotidianamente si affacciano agli sportelli del centro di ascolto.

Dal giorno della sua inaugurazione, il 13 dicembre 2022, ha attivato 129 tessere, emettendone 239, per 347 nuclei familiari, di cui 167 donne, 180 uomini, 102 per bambini da 0 a16 anni, 213 dai 16 ai 65 anni, 32 per persone superiori ai 65 anni, 148 per migranti, n. 7 per disabili e n.13 per persone senza fissa dimora. Non numeri ma volti che quotidianamente vengono accompagnati dai volontari che si occupano del servizio, trovando nell’emporio un luogo di riferimento con persone disposte all’ascolto, ad aiutarle ed offrire sostegno. Nelle politiche sociali dell’amministrazione comunale vi è la volontà di mettere “l’emporio solidale in filiera con le associazioni che combattono gli sprechi, con quelle che si occupano del Banco alimentare e con la Grande Distribuzione, che donano prodotti alimentari e di prima necessità”.  Come dice papa Francesco “la carità è un fuoco che scalda il cuore”, affinché questo fuoco possa diventare davvero una potenza è necessario che ciascuno, attraverso comportamenti responsabili, viva ed agisca nella consapevolezza delle conseguenze delle azioni quotidiane. Acquistare è un atto politico e morale. Per ridurre lo spreco si potrebbe seguire ciò che papa Francesco indica nella Laudato Si’ (n.211) “cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare”. Inoltre, adottando alcune semplici regole di buon senso, comprare solo quello di cui si ha bisogno, saper leggere le etichette dei prodotti “da consumare entro e preferibilmente entro”, usare i prodotti conservati in frigo, condividere il cibo con altri, quando possibile riutilizzare gli avanzi, sicuramente ne beneficerebbe anche la nostra economia. Insegnare ai più piccoli a non sprecare il cibo per diventare consumatori consapevoli; educare i bambini, anche nella quotidianità familiare, all’importanza di una dieta sostenibile e alla riduzione degli sprechi alimentari è essenziale per costruire un futuro più sano e rispettoso dell’ambiente.

La società dello spreco e dell’opulenza ci spinge ad avere sempre di più, dimenticando che occorre “vivere semplicemente, per permettere agli altri semplicemente di vivere” (M. K. Gandhi).

Silvana Maglione