Nell’edizione del 4 dicembre scorso di “El Pais” (il più diffuso quotidiano spagnolo), il giornalista Luis Mazarrasa ha dedicato un ampio servizio al Molise, magnificandone i pregi e le bellezze. Un bel riconoscimento, proveniente da un Paese che in fatto di turismo ed economia dell’accoglienza è un leader mondiale, e anche un ottimo assist per il turismo verso il Molise nell’anno del Giubileo, che porterà milioni di turisti in Italia. Un accadimento che non è sfuggito ad Antonio Iuliano, termolese residente a Madrid dove gestisce una gelateria gourmet, e a Marianna Sica, anche lei termolese ma residente in Svizzera, a Basilea. Ve lo proponiamo nella traduzione integrale in lingua italiana.
Probabilmente sono pochi i viaggiatori spagnoli che hanno sentito parlare del Molise e ancora meno quelli che lo hanno visitato, dato che, come sottolinea la casa editrice, tra le più accreditate in campo turistico, Lonely Planet, questa è forse la meno conosciuta delle 20 regioni che compongono la bella Italia. Situata nel territorio centrale del Paese transalpino e con 35 chilometri di costa sull’Adriatico, la sua regione confinante a sud, la Puglia, concentra un numero molto maggiore di turisti, per cui il Molise, le sue spiagge e le splendide montagne e borghi dell’interno rappresentano anche un viaggio ideale per sfuggire al sovraffollamento che nelle settimane estive d’agosto colpisce le destinazioni più famose d’Italia tanto quanto la Spagna.
Se il capoluogo Campobasso e la città di Isernia sono i centri più importanti e popolosi di una regione che soffre anche di un crescente spopolamento, il viaggiatore troverà molto più attraente un itinerario attraverso i suoi borghi dell’entroterra, arroccati su colline riparate da chiese medievali così come molti dei suoi affascinanti centri storici. Nell’interno la regione offre la possibilità di praticare numerose attività all’aria aperta e non è una cattiva idea concludere l’avventura con una nuotata nella spiaggia di sabbia bianca di Termoli, il porto principale del Molise, le cui acque rimangono calde per la maggior parte dell’anno.
A due ore di strada a sud di Roma, Roccamandolfi è un piccolo paese vicino a Isernia, sotto il massiccio del Matese, punto da cui si possono intraprendere diverse escursioni lungo i sentieri collinari.
I percorsi previsti possono essere destinati a camminate a piedi oppure con comode bici elettriche in un tour guidati per risalire la tortuosa strada che attraversa la riserva naturale Torrente Callora. Si sale dapprima fino a 1.000 metri, dove sorge il castello longobardo di Maginulfo del X secolo con le sue mura e le sue torri ben conservate, e dopo un ristoro presso il simpatico chiosco La Rocca ai piedi della fortezza, si prosegue fino a 1.400 metri, per poi ridiscendere a tutta velocità verso il paese. Se non siete ciclisti esperti, questo giro di quattro ore su una bicicletta senza motore elettrico è da evitare, perché la salita potrebbe essere uno dei passi di montagna più difficili del Giro d’Italia.
Rientrando a Roccamandolfi, dalle parti della chiesa di San Giacomo Maggiore, le minuziose stradine che si snodano su per la collina ricordano una storia legata anche al brigantaggio, specie quando all’angolo appare la statua del Brigante, il bandito, come se volesse assalirci.
L’albergo di campagna Le Canoniche nel Matese, a San Massimo, un tempo fattoria e molti secoli fa villa romana, è un buon posto dove soggiornare e da qui potrete esplorare la regione e, la sera, rilassarvi sulla terrazza con vista sugli Appennini al ritorno dalle vostre escursioni.
A circa 30 chilometri a nord da questo alloggio, è interessante visitare il Centro Tartufi Molise a Castropignano. Potrete assistere a una dimostrazione della ricerca dei preziosi tartufi secondo il metodo tradizionale, guidati dall’olfatto di un cane addestrato, e all’intero processo di confezionamento, conservazione e commercializzazione dei diversi tipi di questo pregiato fungo che si trova in Molise. E, naturalmente, è anche un ottimo luogo per acquistare i tartufi regionali e i loro derivati, come la pasta tradizionale lavorata con il tartufo o le creme al tartufo bianco, alle olive o ai funghi porcini.
Da questo paradiso del tartufo ci si può spostare a soli 13 chilometri verso sud per dedicare il resto della giornata alla visita di un borgo medievale scelto quest’anno come uno dei più belli d’Italia, quello di Oratino, ancora una volta arroccato su un’altura e dove il reticolo di stradine conduce al rinascimentale Palazzo Giordano del XV secolo. Si prosegue quindi fino alla chiesa di Santa Maria Assunta, per concludere con una cena raffinata presso il ristorante di cucina locale Olmicello, con una accogliente sala da pranzo situata su una terrazza del cortile.
E sempre nell’entroterra molisano, Agnone è un altro borgo ricco di chiese di origine medievale o costruite direttamente nel Rinascimento. Anche qui è da non perdere il museo della Pontificia Fonderia Marinelli, una fonderia di campane che vanta di essere una delle tre aziende familiari più antiche del mondo, dato che la stessa famiglia fonda e distribuisce campane in tutto il mondo almeno dal 1339, come testimonia il pezzo più antico esposto, firmato da Nicodemo Marinelli. Il discendente di 27esima generazione, Pasquale Marinelli, guida il tour che illustra il processo di fusione, trasporto e installazione delle pesanti campane in luoghi come New York, Costa d’Avorio, Pechino e, naturalmente, nella stessa Città del Vaticano, dato che questa azienda storica è responsabile anche delle commissioni papali.
Il Caffè Letterario, per una colazione con succo di frutta naturale, ottimo caffè e cornetti, e Terra Mia, per un pranzo o una cena tradizionali, sono due angoli gastronomici consigliatissimi di Agnone.
Dopo una bella passeggiata tra le montagne e gli affascinati borghi, è bene concludere il viaggio nella regione italiana del Molise nell’antico porto di Termoli. Con poco più di 30.000 abitanti, la sua cattedrale dell’XI secolo, Santa Maria della Purificazione, testimonia un passato importante, fiorito sotto la dominazione longobarda e normanna, così come le mura e la splendida torre del Castello Svevo costruito da Federico II di Svevia nel XIII secolo, che si erge sulla spiaggia. E in questo punto, sotto le mura e a un’estremità della spiaggia, sopravvive ancora uno dei pochi trabucchi rimasti su questa costa. Il trabucco è un tipico strumento di pesca su palafitta da cui pendono reti e altri attrezzi utilizzati, secondo alcuni storici, all’epoca delle colonie fenicie. Oggi sono tutelati per il loro interesse culturale e storico.
Il centro storico di Termoli, circondato dalle mura fortificate, fino a non molto tempo fa umile quartiere di pescatori, è stato oggetto di un restauro che rende ancor più affascinante la visita. Tra le case bianche con i balconi colorati e le immagini della Madonna del Carmine, A Rejecelle è uno dei vicoli più stretti d’Italia, appena 41 centimetri, dove le finestre dei vicini su entrambi i lati quasi si scontrano.
Dal porto di Termoli, infine, un traghetto vi condurrà alle vicine Isole Tremiti. Su una di esse – San Nicola – Giulia Agrippina morì, dopo 20 anni di confino per ordine del nonno, l’imperatore Augusto, a causa dell’adulterio, secondo alcuni, per il suo coinvolgimento in un complotto politico, secondo altri, o ancora per la gelosia o la cattiva volontà di Livia, moglie dell’imperatore.
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Antonio Iuliano e Marianna Sica