La recente beatificazione di Carlo Acutis è stata preceduta da un’ondata mondiale di grande devozione popolare, nonché da una vasta letteratura sulla sua originalissima e brevissima vicenda terrena.
Anche Umberto De Vanna, sacerdote salesiano impegnato nella pastorale giovanile, in settembre ha pubblicato Beato Carlo Acutis con il sottotitolo 15 anni di amicizia con Dio. Ad ottobre già la prima ristampa. In ché il successo di questo bel libretto?
Penso nei suoi molti pregi. Pure nel suo ridotto volume, poco più di cento pagine, è completo perché sa cogliere e descrivere efficacemente l’anima della grande fede di Carlo Acutis; rimane attraente con uno stile giornalistico piacevole corredato da tante belle foto e doppiamente stimolante perché ad ogni capitoletto fa seguire una scheda “per riflettere personalmente e in gruppo”. Da vero salesiano con il carisma della pastorale giovanile, offe, così, anche uno strumento validissimo per la catechesi sacramentale o ordinaria degli adolescenti e dei giovani.
Quale l’essenzialità della vita cristiana del nuovo Beato sugli altari a soli 15 anni narrata nel libro? Il segreto è racchiuso nella forza sacramentale e di orazione della sua fede. La precocità e la straordinaria maturità cristiana di Carlo Acutis adolescente, mentre stupiscono ed affascinano a livello planetario sono anche di profondo insegnamento per tutti noi cattolici di ogni età: le opere caritatevoli, delle quali fu molto prodigo, vengono alimentate alla linfa sacramentale ed orante che le precede e le radica. Fra le sue frasi più belle, famosa è quella sull’Eucarestia: “L’Eucarestia è la mia autostrada per il cielo, si va diritti in Paradiso se ci si accosta tutti i giorni all’Eucarestia”. Sin da piccolo Gesù Eucaristico diventa il centro e il cuore della sua vita. Carlo si reca a messa tutti i giorni anche nei periodi di vacanza o quando è in viaggio con i genitori, spinto da una profonda ed intima necessità di incontrare Gesù: “senza di Lui non posso fare nulla”. A tutti i suoi amici, non solo compagni di scuola di catechismo e sport ma ai tanti amici portinai del suo quartiere a Milano, raccomandava: “più Eucarestia riceveremo e più diventeremo simili a Gesù, e già su questa terra pregusteremo il Paradiso”. Davvero Carlo ha dimostrato di averlo pregustato testimoniandolo sempre e dovunque con il suo inconfondibile sorriso: bello, limpido, così pieno e totale che dava la sensazione a chi lo circondava di scendere direttamente dal cielo. E mentre ripeteva siamo fatti per il cielo, concretizzava il suo destino ultimo nell’impegno della vita quotidiana.
Come un ragazzo del suo tempo oltre i doveri cristiani e scolastici, amava stare con gli amici, praticare lo sport, suonare uno strumento e soprattutto usare con geniale competenza internet.
All’adorazione Eucaristica attingeva il fascino celeste che il suo viso irradiava: “quando ci si mette di fronte al sole ci si abbronza, ma quando ci si mette di fronte a Gesù Eucarestia si diventa santi”. Non stupisce, perciò, che il suo capolavoro informatico rimane una mostra sui miracoli eucaristici approvato dalla chiesa in ben 17 paesi e visibile ancora oggi. Capolavoro effettuato grazie al coinvolgimento dei genitori non praticanti ma benestanti e in grado, senza influenzare o ostacolare il figlio, di accompagnarlo nei numerosi viaggi per documentare questi eventi soprannaturali.
Carlo Acutis è venuto al mondo con la valigia in mano: nato a Londra, cresciuto a Milano, vacanze estive nella sua amata Assisi, numerosissimi viaggi in Italia, in Europa e nel Mondo.
Riguardo alla confessione la paragona alla mongolfiera: “è come il fuoco che fa risalire in cielo la mongolfiera. Questa per salire in alto ha bisogno di scaricare i pesi, così come l’anima per elevarsi al cielo”. Sosteneva che bisogna confessarsi spesso perché l’anima è molto complessa e ammonire i propri fratelli che commettono i peccati gravi sul grande rischio che corrono contravvenendo ai comandamenti di Dio.
Gli stessi credenti spesso esorcizzano il pensiero dell’inferno e criticano i preti che doverosamente ne parlano, per il beato Carlo, invece, la sua considerazione era faccenda molto seria: “mi chiedo il motivo per cui oggi non si parli quasi mai dell’inferno, perché è una cosa talmente terribile e spaventosa che mi fa paura il solo pensarci”. Dopo la Santa Eucarestia raccomandava il Santo Rosario come l’arma più potente per combattere il demonio ed insieme “la scala più corta per salire in cielo”. Considerava la Madonna, lui che insieme alla famiglia aveva visitato molti santuari mariani in Italia e nel mondo, “l’unica donna della mia vita”.
Cosa manca al prodigio di una vita cristiana autenticamente santa e al passo dei tempi conclusasi serenamente a soli 15 anni per una leucemia fulminate, offendo le sue sofferenze per i preti in difficoltà per il Papa e per la chiesa?
Quale esaltazione più grande della la sua fede granitica, stupendo familiari amici medici ed infermieri?
Cosa non ha da insegnare questo millennial cristiano ai suoi coetanei orfani di sani modelli umani e cristiani?
Più fotocopie insoddisfatte di mode consumistiche piuttosto che originali figli di Dio, come lui acutamente sosteneva. Egli ragazzo bello ricco di finanze e d’interessi, figlio unico, i gemelli un fratellino ed una sorellina nasceranno dopo la sua morte, che riconosce l’amico più fidato nel suo cameriere indiano dalla sua fede contagiato e convertito a Cristo, e che, additato a modello dallo stesso Papa Francesco, usa con grande competenza e creatività la rete informatica a gloria di Dio e del suo Regno.
In questo mese dedicato ai defunti il Beato Carlo Acutis è morto o più vivo che mai come sostiene la mamma Antonia per le numerosissime richieste di preghiere che a lei e al marito arrivano da ogni parte del mondo.
È morto o più vivo che mai quando in occasione della sua beatificazione da Assisi sua città adottiva, (da dove è stato proclamato beato e dove per sua volontà è stato sepolto), ha mobilitato in rete, mago di Internet da vivo e da morto, migliaia e migliaia di persone di ogni età e nazionalità nell’ambito di eventi digitali a lui dedicati?
Lo stesso miracolo che lo ha fatto salire sugli altari riguarda un bambino brasiliano gravemente malato e guarito per sua intercessione.
Perché tanta attrazione da parte di un beato adolescente del nostro tempo: il beato con tuta scarpette jeans e computer? La santità ordinaria, quella della porta accanto secondo Papa Francesco, intessuta di giorni e spazi che la provvidenza riserva a ciascuno, affascina e contagia tutti come profonda nostalgia ed aspirazione cristiana.
“Santo potresti divenire anche tu” ripete Carlo, come ricordava ad un suo compagno titubante. Gli raccomandava la ricetta: “bisogna volerlo con tutto il cuore e se non lo desideri ancora, devi chiederlo con insistenza al Signore”.
Il Beato Carlo Acutis con i suoi soli 15 anni di profonda amicizia con Dio, che gli hanno assicurato una vita terrena meravigliosa e la potenza di quella celeste, continua a testimoniarci che vale davvero la pena accogliere il suo invito: il più grande e duraturo miracolo che per sua intercessione speriamo ancora avvenga.
Rosalba Iacobucci (Campobasso-Bojano)