Il calendario, e la liturgia, ci ricordano come pian piano ci stiamo avvicinando sempre più alla festa del Natale. Si allestiscono, nelle nostre case e parrocchie, presepi e altri simboli della tradizione che ci ricordano che sta per venire il periodo dell’anno più bello e atteso da tutti.
Tuttavia la preparazione più bella all’attesa del Signore che viene rimane certamente la preghiera. Incastonata nel tempo di avvento, certamente brilla con una luce del tutto particolare, la novena del Santo Natale. Tale preghiera, semplice ma non per questo meno incisiva, accompagna ogni fedele a ripercorrere: la storia dei personaggi evangelici, come Maria, Giuseppe Zaccaria e Giovanni Battista, e perciò a riconoscere i caratteri tipici del Messia nelle cosiddette antifone maggiori, che ascoltiamo nella liturgia della Messa (nel canto al Vangelo) e nella liturgia delle ore (antifona al Magnificat).
In quest’anno 2020 tutto è speciale. All’inizio del tempo di Avvento, il Vescovo Michele, ci ha consegnato una lettera pastorale dal titolo Un segno dei tempi: la domus ecclesia; nel testo egli poneva l’accento soprattutto al rileggere questo periodo di pandemia come il tempo in cui riscoprire la casa, intesa come famiglia, quale luogo e dimora della Chiesa. In altre parole riscoprire la famiglia quale comunità di fede che s’incontra, ascolta insieme la Parola e perciò rende grazie, a Dio, mediante la preghiera. Ecco allora che l’icona più bella che questo tempo ci suggerisce è quella dell’Annunciazione dove, molto spesso, Maria è ritratta nella propria casa assorta nella lettura della Scrittura; da qui l’idea di vivere questo tempo di novena e di preghiera in famiglia e con la famiglia.
Ogni sera la domus diviene ecclesia e l’ecclesia si fa domus, nella virtualità del video ma nella verità dei cuori. Pochi minuti, forse 15 in tutto, per pregare: accogliendo la Parola di Dio; meditarla insieme con le parole della lettera Patris Corde di Papa Francesco; viverla attraverso piccoli gesti di carità.
Il Vescovo Michele nel primo momento, tenuto ieri sera alle ore 19 sul canale facebook Diocesi di Sulmona-Valva, ha parlato di percorso. È esattamente un percorso quello che vogliamo intraprendere per lasciarci guidare verso la mangiatoia di Betlemme per contemplare nuovamente il Figlio di Dio fatto carne, simbolo e immagine di una speranza nuova. Tuttavia come ci insegnano i pastori e i magi tale percorso non si può compiere se non mediante un cammino comunitario; allora, zaino in spalla: destinazione Betlemme.
Ufficio Comunicazioni Sociali