“Un Bimbo, avvolto in fasce, deposto in una mangiatoia”.
Da quella notte a Betlemme, ad oggi, in ogni parte del mondo dove vivono i cristiani, è questo il Segno che racconta e ripresenta il Mistero del Natale.
Di questo Mistero noi cristiani siamo i primi destinatari e, in quanto tali, diventiamo annunciatori e testimoni, stupiti e gioiosi, proprio come i pastori di cui narra Luca nel suo Vangelo.
Si tratta di un evento che riguarda tutti gli uomini e l’intera storia dell’umanità e coinvolge cielo e terra. Apre prospettive nuove e definitive di luce e di pace.
Per amore: per noi, uomini e donne, e per la nostra salvezza è disceso dal cielo, per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria, e si è fatto uomo.
In questo percorso di totale espropriazione di sé, che il Verbo di Dio compie, si manifesta la decisione determinata e irrevocabile di Dio di voler essere con noi, assumendo e condividendo la nostra condizione di vulnerabilità e fragilità. Di questo sono segno quelle fasce di cui il Bambino è avvolto: preludono al sudario del sepolcro.
Egli si cala in quello che ci è proprio, una nostra esclusiva, ed è assolutamente alieno da Dio: la morte.
Altro non lo muove che il desiderio di essere in comunione con noi. Il legno che a Betlemme ha la forma della mangiatoia dice di un Dio che si fa Pane per noi, e prelude al legno della croce sulla quale Lui dà la sua vita per noi.
E’ venuto a morire (a darsi) per noi, perché condividendo con noi la nostra morte, noi potessimo, a nostra volta, condividere la Sua Vita.
Queste cose fa l’Amore: assume, condivide, trasforma in sè.
E’ Natale! Buon Natale!
Cosa significa fare Natale?
Carissime sorelle e carissimi fratelli,
nel pormi questa domanda, ho pensato a Maria, a Giuseppe e poi ai pastori. Cosa è successo nella loro vita e cosa ha significato per loro aprirsi al Mistero del Natale, al desiderio di Dio di essere con noi ?
Maria, una volta accolta la volontà di Dio manifestatale dall’Angelo Gabriele, si è messa in viaggio per prendersi cura della cugina Elisabetta che aspettava un figlio ed era al sesto mese.
Giuseppe, combattuto nel suo cuore per fare la scelta giusta nei confronti di Maria che attendeva un figlio a sua insaputa, dopo il sogno in cui l’angelo lo invitava a non temere e a prendere Maria come sposa, non ha esitato ad assumersi la responsabilità di sposo, prendendosi cura di Maria con tutte le sue forze e a rendendosi disponibile ad accogliere e ad amare Gesù con cuore di padre.
I Pastori avvertiti dagli angeli, hanno lasciato i loro stazzi e i loro giacigli e sono corsi, notte tempo, a Betlemme, facendosi carico dell’annuncio e della testimonianza di quanto a loro volta avevano ascoltato. Sono tornati nella loro quotidianità, trasformata in lode e ringraziamento.
Fare Natale è far spazio, accogliere l’Amore nella nostra vita.
Se questo accade è conseguenza entrare nella dinamica vitale del Mistero del Natale che porta inevitabilmente e necessariamente a prendersi cura degli altri, di quelli che ci sono vicini e di quanti incontriamo nella nostra vita. Vivere secondo la cultura della cura che il Natale inaugura, unendo il cielo alla terra e la terra al cielo. Vivere nella lode e nel ringraziamento che nascono dalla consapevolezza continuamente rinnovata di sapersi cercati, perchè perdutamente amati da Dio.
Natale è così scoprire che ci siamo perché amati, e ci realizziamo in quanto amiamo.
Natale è entrare e vivere nella consapevolezza che siamo vitalmente connessi gli uni con gli altri e perciò dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri.
Natale è così ritrovare in Gesù, che si è fatto nostro fratello, quel legame fondante con la nostra origine, il Padre che ci ama e ha dato il suo Figlio per noi. E nel Padre trovare la fraternità con tutti e ciascun essere umano, una fraternità che, vissuta, esalta e compie la diversità e l’unicità di ciascuno.
Natale vissuto per quello che è, diventa il cammino verso una umanità più solidale e più giusta.
Può essere questo il frutto di un Natale vissuto in tempo di pandemia e nella fatica dei condizionamenti che da esso deriva.
Auguri di Buon Natale.
Vostro, nel Signore Gesù
+ Gianfranco, vescovo
Natale 2020. Lettera al popolo del vescovo Gianfranco De Luca