Firenze è sempre Firenze. Ci ha accolti a fine febbraio, con la maestà dell’Arno e la bellezza delle sue basiliche, nel cuore stupito davanti al celebre crocifisso di Cimabue, silente icona delle infinite lacrime di questa “guerra”. Ci eravamo riuniti per il secondo vertice “Mediterraneo, frontiera di pace”, promosso dalla CEI e dal Forum dei sindaci del Mediterraneo. Un evento che ha maturato un’altra tappa fondamentale per tutti i popoli affacciati sul Mediterraneo e per il mondo intero. Il profeta di questo passo resta il sindaco Santo, Giorgio La Pira. Fu proprio lui a dare vita ai “Colloqui mediterranei”, con gli incontri internazionali avvenuti tra il 1958 e il 1964. La Pira definiva, infatti, il Mediterraneo come “la terrazza di Abramo e il lago di Galilea”, centro di gravità tra passato, presente e futuro nella storia dei popoli e delle nazioni.
Nel ricordo di La Pira, già il premier Mario Draghi, intervenuto alla cerimonia di apertura nel convento di Santa Maria Novella, aveva rilevato che “I Colloqui mediterranei nascevano dalla convinzione che le nazioni che si affacciano sul mare avessero un destino comune; (…) e che una comune cultura mediterranea potesse servire come base per un ordine umano mediterraneo, fondato sulla giustizia e sulla felicità”.
Davvero forti e apprezzate sono state, inoltre, le testimonianze dei sindaci di Firenze, Atene, Gerusalemme e Istanbul. Le parole di quest’ultimo meritano di essere ribadite: “Il Mare Nostrum è un luogo di grande cultura e bellezza, ma queste non sono di proprietà di nessuno. Chi vede questo nostro mare così, è arrogante e sbaglia. E soprattutto vuole il male delle civiltà. Per questo dobbiamo combattere il male, perché Dio protegge chi difende il bene, e non importa a quale religione appartiene. Per questo è fondamentale lavorare per il bene dell’umanità, per la pace. Allontaniamoci dall’arroganza”.
Avendo partecipato personalmente alla sessione conclusiva, ritengo importante fare nostri i loro appelli, contenuti della Carta di Firenze, sottoscritta a Palazzo Vecchio da noi Vescovi cattolici e dai Sindaci delle città mediterranee. In essa è narrata la consapevolezza delle numerose sfide che l’area mediterranea affronta ogni giorno, come il cambiamento climatico, i flussi migratori, i conflitti e la povertà. E inoltre la convinzione che bisogna valorizzare le particolarità e le identità di ogni Paese, le diverse tradizioni culturali e religiose presenti nelle varie comunità e riconoscerle come un unico patrimonio per l’Umanità. Come un grande mosaico di pace, per rafforzare i legami di fraternità tra le civiltà del Mare Nostrum, il grande ponte della pace che unisce Europa, nord-Africa e Asia occidentale. E giunge, oggi, fino a Kiev!
Il richiamo all’impegno per la pace, viste in particolare le circostanze storiche drammatiche causate dalla guerra scoppiata di recente in Ucraina, è un cammino che interpella tutti. Per custodire il futuro, occorre la forza attiva del dialogo. Per ristabilire processi di concordia, bisogna credere che i motivi che ci tengono uniti sono sempre più forti di ogni divisione.
Con la guerra, è l’Umanità intera a perdere! “La pace– come ha ribadito il Cardinale Gualtiero Bassetti nel suo discorso conclusivo – è un valore che non si può barattare con nulla. Perché la vita umana non si compra e non si uccide! Questo è il nostro sogno: la pace tra tutti i popoli”.
Da Firenze, unanime è stato il grido di dolore per dire “basta guerra tra Ucraina e Russia!”. Importante alla messa di chiusura è stata anche la partecipazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dall’unità mediterranea si è innalzato l’appello a mettere fine alla violenza, alla morte, ai bombardamenti e a tutte quelle situazioni di ingiustizia che stanno calpestando la dignità e i diritti delle persone. Si passi, con urgenza, ad un negoziato che ricostruisca i rapporti spezzati. A Firenze la voce della Politica e la voce della Chiesa sono state un unico grido: “La Pace sia sovrana. Nel mondo intero! Promuoviamo, insieme, l’amicizia tra i nostri popoli, tra Ucraina e Russia, perché il mondo sia un vero Mediterraneo di pace, per tutti”.