LA PREGHIERA UMILE E SINCERA DEL CUORE
È arduo riflettere sulla preghiera. Ci vuole l’umiltà e la sincerità che ne consegue per aprirci l’accesso sicuro. La persona che non riconosce i suoi limiti creaturali e, confidando solo in se stessa, non avverte il bisogno della preghiera, spesso si crea un dio su misura per autoproclamarsi. L’evangelista Luca, nella Parabola del fariseo e pubblicano che vanno al tempio per pregare, mette bene in luce la condizione essenziale dell’umiltà per entrare nel cuore della preghiera: nel cuore a cuore con Dio.
La preghiera è amore: un dialogo d’amore fra il Padre Celeste e i suoi figli che nel Figlio sono diventati infinitamente amati, perciò ascoltati ed esauditi. Il fariseo in piedi, sicuro di sé a testa alta, ringrazia Dio “di non essere come il resto degli uomini ingiusti e peccaminosi o come il pubblicano che è alle sue spalle.” Questi, invece, fermatosi a distanza e “senza osare di levare gli occhi al cielo, si batte il petto chiedendo pietà a Dio per il povero peccatore che si ritiene.” Ma solo lui torna a casa giustificato perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato. (Lc 18, 9-14)
E chi più umile della Vergine Maria per farci istruire ed accompagnare in questa necessità primaria della preghiera che ci introduce nel vero spirito della preghiera? Da ben 40 anni dalla Parrocchia di Medjugorje, come Madre universale che ama infinitamente i suoi figli, sta ripetendo a tutto il mondo di mettere al primo posto della vita la preghiera: “pregate, pregate, pregate!”
Ultimamente: “aiutatemi con la preghiera affinché Satana non prevalga. Il suo potere di morte, odio e paura ha visitato la terra.”
Sono le apparizioni più lunghe della storia della chiesa
Non ce ne stupiamo: mai il peccato sociale, con le sue leggi inique e scristianizzate e i relativi sili di vita massificati, nel mondo, soprattutto nel nostro mondo occidentale, è stato così diffuso. La chiesa ancora non si pronuncia perché le apparizioni sono ancora in corso, ma le sta accompagnando. Permette, perciò, i pellegrinaggi per il fenomeno della preghiera continua e fervorosa che, attraverso i veggenti, contraddistingue la Parrocchia di Medjugorje, sempre affollata di pellegrini da tutte le parti del mondo. Lì pregano pure le pietre che connotano il territorio: il ritorno alla preghiera anche dei lontani e le numerose conversioni sono i veri miracoli di queste apparizioni.
L’EFFICACIA DELLA PREGHIERA IN TEMPO DI QUARESIMA E DI GUERRA
Delle tre tradizionali condizioni, elemosina, preghiera e digiuno, che la chiesa raccomanda per il cammino quaresimale, centrale è l’esercizio della preghiera. Infatti, come posso praticare la carità fraterna in maniera evangelica se non attingo prima questo dono di Dio dalla preghiera del cuore? Ugualmente per il digiuno: come posso rinunciare al superfluo a favore di chi manca del necessario e saziarmi di Dio che è tutto, se non mi abbandono a Lui con la preghiera continua e disciplinata del cuore?
Madre Teresa di Calcutta, oggi per nostra maggiore edificazione cattolica Santa Teresa di Calcutta, nella regola del suo ordine ha fatto precedere l’inizio quotidiano della speciale carità fraterna che pratica, degli ultimi fra gli ultimi, da due ore di preghiera molto mattutina, compresa la santa Messa, e dopo in aggiunta, e solo in aggiunta, il digiuno serale ogni venerdì.
Dalla centralità costitutiva della preghiera per ogni espressione autenticamente cristiana, scaturisce la sua efficacia: la sua potente efficacia per vincere il male con il Bene. Il Bene che viene da Dio e che operano e diffondono i veri figli di Dio. Sono quelli che illuminati dalla Parola del Figlio e nutriti del Suo Corpo e del Suo Sangue si rivolgono con fiducia al Padre: “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Mt 7, 7-11). Verbi al plurale che impegnano la preghiera comunitaria oltre quella personale. Ci spronano ad essere insistenti come il personaggio dell’altra Parabola di Luca (11, 5-8) che di notte va a bussare ripetutamente da un amico per chiedere del pane necessario per un ospite arrivato all’improvviso fino ad ottenerlo. O ancora la Parabola, sempre di Luca, della vedova importuna che riesce ad ottenere giustizia da un giudice corrotto esasperato dalla sua ostinazione (Lc18, 1-8). Verbi al presente che ci vogliono dire: continuate a chiedere, cercare e bussare e…troverete.
Oggi, più di ieri, come non chiedere con fiducia filiale al Padre Celeste in nome di Gesù Cristo la fine, per dirla con Papa Francesco, di quel fiume di sangue e lacrime che sta inondando il nostro centro Europa in Ucraina?
Come, resi intraprendenti dalla preghiera che ispira pace, non sperare che le parti belligeranti cerchino nuovi e risolutivi tavoli di negoziati? E che questi possano bussare al cuore di Putin e i suoi oligarchi occupatori dell’Ucraina per ottenere la pace?
Una sospirata pace che ponga termine agli orrori di questa guerra che non risparmia nemmeno ospedali pediatrici, reparti maternità, asili nido e corridoi umanitari. Nei primi venti giorni di guerra, secondo fonti giornalistiche, ben settantanove bambini sono stati assassinati dalle bombe. E in questi primi mesi dell’anno, altri quarantasette nel tormentato Yemen. Ma lo dimentichiamo, insieme ad altri ventuno focolai di guerra, sol perché sono più lontani da noi. Invece, gli orrori bellici, sempre più barbarici e sanguinosi, a poche migliaia di chilometri da casa nostra, stanno risvegliando la sopita coscienza fraterna con la preghiera, i soccorsi di aiuti sul campo e l’ospitalità dei profughi: una maratona ininterrotta da nord a sud, allargata a tutto il mondo dall’iniziativa del Papa il mercoledì delle Ceneri con la preghiera e il digiuno per la pace.
L’ARMA PACIFICA DEL ROSARIO
Pregare il rosario con i suoi misteri gaudiosi, luminosi, dolorosi e gloriosi significa meditare i misteri della vita di Gesù e Maria attraverso le tappe della loro vita. Meditarli per camminare insieme a loro e da tali incontri trarre gioia, luce e forza per tutte le situazioni della nostra vita, nonché vittoria sulla stessa morte.
Vittoria anche sulle guerre. Già dalla prima apparizione a Fatima nel maggio del 1917 e in seguito, nel pieno della prima guerra mondiale, la Madonna raccomandò ai pastorelli veggenti di recitare il rosario tutti i giorni per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra e, così, dopo molte sofferenze, il trionfo del suo Cuore Immacolato. Il Portogallo fu esentato dalla guerra e l’anno successivo arrivò alla pace.
La recita fervorosa del santo rosario può continuare ad ottenere il miracolo di liberazione anche dalla guerra in Ucraina come a Lepanto il 7 ottobre 1571 impedendo l’invasione dei turchi in Europa, che oggi sono per noi amici e fratelli. Prima che essa si allarghi, in un contesto mondiale oggi ben più pericoloso e devastante delle precedenti.
Rosalba Iacobucci