Qualche giorno fa mentre guardavo un vecchio film di Hollywood “La voce nella tempesta” tratto dal romanzo di Emily Bronte “Cime tempestose”, in cui i due protagonisti innamorati si incontrano presso una rupe anche dopo la morte e dove le loro voci risuonano trasportate dal vento, mi è tornata alla memoria una leggenda sannita legata a Monte Vairano in cui si narra,che il suono del vento tra i resti del sito archeologico provenga dalle voci di due giovani innamorati, che giocano e si rincorrono nel bosco.
Ispirata da questo ricordo organizzo la mia gita fuori porta per il giorno successivo, che mi conduce a Busso, borgo che conosco molto bene in quanto per sei anni è stata la mia sede di lavoro, ma che torno a visitare con migliore attenzione per scoprire e apprezzare quei particolari, che caratterizzano l’unicità ed il valore di un luogo.
Busso, piccolo borgo a soli 14 Km da Campobasso, si sviluppa sulla sommità di una collina, vicino al Monte Vairano, che si eleva ad est dell’abitato. Le sue origini risalgono certamente al periodo sannita, ne sono testimonianza anche i ritrovamenti presso il vicino bosco Faiete.
Arrivata in piazza, parcheggio e inizio la mia camminata per le vie del borgo.
Una curiosità relativa alla piazza dedicata alla famiglia Santangelo, di cui è famoso Nicola Santangelo longevo ministro dell’interno del Regno delle due Sicilie, è che questa è considerata una delle più grandi piazze del Molise.
Raggiungo il centro dell’abitato dove è situata la chiesa di San Lorenzo, il cui interno, ad un’unica navata, custodisce quattro altari in marmo e dipinti della scuola napoletana. Purtroppo, a seguito di un furto è scomparso un grande crocifisso ligneo attribuito allo scultore partenopeo Colombo che ne avrebbe rappresentato un’ulteriore attrattiva.
La chiesa è attigua al Palazzo ducale Venditti di origine medievale a struttura rettangolare con decorazioni tardobarocche.
Altre chiese d’interesse sono:
- La Chiesa della Madonna del Carmine, situata sempre al centro del paese danneggiata gravemente dal terremoto del 1805 e successivamente ricostruita;
- La Chiesa di Santa Maria in Valle edificata nel XVII secolo, situata presso la fontana di Sant’Onofrio nella parte alta di Busso. Restaurata grazie alle offerte degli emigranti in America e al lavoro dei cittadini bussesi. Ha una navata unica ed è in stile neoclassico.
Ogni anno, la seconda domenica di settembre, le porte della chiesa si aprono ai pellegrini che festeggiano la Madonna con musiche, scampagnate e buon vino.
Busso è un borgo caratteristico, ma la vera perla è data dal vicino bosco Faiete dove si trova la zona archeologica di Monte Vairano.
Qui, nella pace del bosco, tra gli alberi di querce, abeti e pini, su una superficie di oltre 50 ettari, si trovano i resti di un abitato sannitico. Gli scavi hanno portato alla luce mura poligonali che si estendono per 3 km, tre porte di accesso alla città, abitazioni private, cisterne e luoghi di lavoro come una fornace e dei mulini. In particolare in una casa privata, che prende il nome di LN, dalle lettere incise su una parete, sono stati rinvenuti oggetti di arredo quali: piatti, lucerne, tegami, otri per la conservazione di derrate alimentari.
Mentre cammino tra le rovine, chiudendo gli occhi, mi sembra di rivivere le immagini dell’antica leggenda, che narra la storia d’amore tra la giovane sannita e il soldato romano, la distruzione della città a causa della porta di accesso dimenticata aperta dalla ragazza, che andava a trovare il suo innamorato, l’ ingresso dei romani nella città e la conseguente morte della ragazza durante il saccheggio, il suicidio finale del giovane soldato romano, dopo aver scoperto della morte dell’amata. Si dice che ancora oggi nella fitta vegetazione di Monte Vairano si oda il sussurrio dei due giovani che si rincorrono.
Per gli appassionati di trekking, mountain-bike o per gli amanti della natura, che vogliono semplicemente concedersi momenti di relax, attraverso una passeggiata salutare, è possibile fruire dell’area naturalistica in piena sicurezza scegliendo il percorso da realizzare a seconda delle proprie esigenze.
Bisogna tener presente, che entrare nel bosco significa entrare in un mondo fatto di sensazioni, emozioni, rumori e profumi che risvegliano i nostri sensi e ci mettono in contatto con il creato: i rami che si liberano verso l’alto entrano quasi in connessione con il cielo, mentre le radici nel sottosuolo testimoniano l’attaccamento alla terra. È importante, quindi, rispettare e preservare questo ambiente per combattere i cambiamenti climatici e ridurre i rischi legati ai disastri naturali.
Il rispetto parte anche dai comportamenti corretti che ciascuno di noi deve adottare, come ad esempio: non lasciare i rifiuti abbandonati nella natura.
Tradizioni ed eventi
Una tradizione molto sentita a Busso è quella pasquale della Raganella, cioè uno strumento in legno costituito da una ruota dentata che gira intorno ad un perno e striscia contro una lamina di legno o di metallo, producendo un suono che ricorda il gracidio dell’anfibio. Nei tempi passati, nelle case non c’era l’orologio. Per conoscere l’orario la gente sentiva i rintocchi delle campane, che ogni quarto d’ora scandivano l’ora. Nei giorni di venerdì e sabato santo, le corde delle campane venivano legate in segno di lutto per la morte di Gesù. In mancanza di rintocchi, gruppi di ragazzi si recavano in giro per il paese a ricordare ai loro compaesani che ora fosse. Per fare questo lanciavano grida e utilizzavano una raganella in legno.
Altri eventi da ricordare sono:
- Festa patronale di San Lorenzo martire 10 agosto;
- Festa dei Santi Giovanni e Paolo 26 giugno;
- Festa della Madonna del Carmine 16 luglio;
- Festa di San Padre Pio 13 agosto;
- Festa di Santa Maria in Valle seconda domenica di settembre;
- Presepe vivente nel periodo natalizio.
Concludo questa giornata ricca di nuove conoscenze ed emozioni citando una frase di M. Proust ” Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. Con queste parole lo scrittore francese ci incoraggia ad osservare la realtà che ci circonda da prospettive sempre diverse, ricordando che il viaggio è prima di tutto un’esperienza del cuore e della mente.
Auguro ai lettori di Intravedere un’estate ricca di viaggi e di posti da scoprire o da riscoprire con il cuore.
Francesca Valente