L’editoriale di questo mese di novembre lo raccolgo attorno alla festa del Ringraziamento per i prodotti della terra. Il Molise ne è fiero. Perché è determinante, in questa ricchezza di eventi del mese di novembre dare, il giusto spazio alla Festa del ringraziamento. Il saper dire Grazie qualifica una persona. Chi sa ringraziare sa vivere. E fa vivere. Le Chiese Molisane vivono questo evento del ringraziare in date differenti, ma unico è il messaggio, di benedizione, di riflessione e di proposta, che nasce soprattutto dall’ascolto delle tensioni e delle fatiche che vivono i nostri contadini.
A darci il tono iniziale è sempre la Chiesa Italiana, nel suo messaggio centrale: “Coltiveranno giardini e n mangeranno il frutto”. E’ un testo bellissimo del profeta Amos 9,14, in cui si unisce il sudore di chi scava la terra e la gioia di chi da quello stesso impegno può ora raccogliere un frutto abbondante, in benedizione. Coltivare e raccogliere. Scavare cisterne e riempire i covoni. Piantare alberi per frutti abbondanti. E’ la logica segnata dalla fedeltà di un Dio che accompagna e premia sempre le nostre fatiche. Il suo pane è abbondante, non manca mai, ogni giorno, pane appunto quotidiano, poichè lo abbiamo seminato con fiducia e nel sudore (Cfr. Salmo 125).
Scopriamo così il sapore teologico della giornata. Il pio israelita infatti riaffermava la propria fede in Jahwè con un covone di grano in mano (cfr Deut. 26). Non un libro, ma la vivida constatazione che la terra ripaga con fiducia il lavoro. Così la fede. Se è ben seminata, ripaga, sostiene, ti accompagna, non ti molla!
La celebrazione a Guardiaregia. Perché?
La giornata del grazie, come diocesi di Campobasso-Bojano., l’abbiamo celebrata nel borgo magnifico di Guardiaregia. Con preghiere, riflessioni, cura delle relazioni, momenti di convivialità fraterna, nella consumazione dei tanti prodotti portati alla festa.
C’è infatti un duplice messaggio che nasce dal luogo scelto dalla Pastorale Rurale della diocesi, il borgo di Guardiaregia. Non tutti sanno, riscoprendo l’origine di questo nome, la bella immagine che ne orna lo stemma del paese. Vi è infatti riportato un grande uccello, l’airone, con una pietra nella zampa. Perché? perché l’airone vive di pesca nel lago o nei fiumi della zona. E’ una necessità vitale che lo costringe a essere per forza impegnato pienamente nella pesca. Non ha tempo per badare a presenze insidiose e pericolose che si possono avvicinare. Ha tempo solo per il fondo del lago, quei laghi e quei rivi d’acqua che caratterizzano il territorio intatto di Guardiaregia, che non per nulla è ora Oasi naturale WWF, istituita già nel 1997, scrigno di biodiversità, inserita nel sito S.I.C. (sito di interesse comunitario!), per la presenza di animali rari, con tantissime specie di orchidee. Un capolavoro di Dio, che la gente ha imparato ad amare e che le scolaresche ormai mettono come loro naturale meta turistica, lungo l’anno.
Per ritornare al nostro airone, la pietra che nella zampa serve appunto per avvertire tutti gli altri uccelli dei pericoli imminenti. Uno si loro si sacrifica, vigilando. Appena giunge un nemico, subito l’airone preposto lancia la pietra nell’acqua e tutti gli aironi scappano via. E’ l’immagine di chi sa vigilare, di chi scruta i pericoli, di chi sa avvertire i compagni di viaggio. Così il vescovo, così il parroco o il sindaco. Così i genitori e i maestri. Così l’uomo politico o colui che cura la bellezza della letteratura!
Il nemico principale: i cinghiali
Nella Tavola rotonda che ha aperto il convegno, i contadini hanno subito messo in rilievo il fatto che la nostra agricoltura soffre in modo particolare, in Molise, per la presenza dei cinghiali! Che differenza tra il cinghiale e l’airone! L’airone infatti vigila e scruta, avverte e risveglia. Il cinghiale, invece, distrugge e devasta. Non lancia pietre di vigilanza; entra invece nelle campagne solo per rovinare.
Ebbene, aver celebrato questa bella giornata a Guardiaregia è stato allora un monito e un messaggio preciso: è decisivo stare in guardia, perché i nostri paesi non perdano la loro identità. Vigilare, perché sia custodita la gioia di piantare alberi per poi goderne i frutti, in abbondanza biblica.
L’ecologia ha bisogno della teologia
Ma questo è possibile solo se si tiene sempre fisso il legame tra il Creato e il suo Creatore. Tra Dio che mi ha donato questo paradiso e la mia mano chiamata a condividere i doni in fraternità e solidarietà. La giornata del grazie è allora la giornata della condivisione fraterna, che ci impegna subito a saper rendere sempre più bello e più difeso il territorio a noi affidato dal Creatore. Niente inquinamenti. Niente siccità o desertificazione. Niente sporcizia. Niente cinghiali! Ma cura di tutte le cose, in una vocazione custodita di fratello che pensa ai fratelli, prendendo spunto dalla abilità dell’ airone.
Ecco allora ribadite le cose di sempre, per il nostro Molise: cura delle strade, cura delle scuole, rilancio saggio dell’istituzione “Provincia”, vocata appunto alla cura di questi due tesori: strade e scuole. Non deve poi mancare la valorizzazione delle tipicità molisane, nella difesa delle nostre ricchezze culturali, come i borghi, le chiese, le tradizioni, la religiosità popolare.
E’ stata una giornata di teologia e di ecologia. La teologia infatti si fa subito ecologia. E solo se è legata fortemente alla teologia anche l’ecologia sarà vera e piena. Autentica e solidale. Non per pochi, ma per tutti.
Grazie allora alle aziende Molisane che sanno essere “sane”. Cioè rispettose della legalità, anche con contratti seri peri i lavoratori agricoli. Grazie a chi non pratica l’ecoomafia. Grazie a chi la combatte con tenacia, senza compromessi. Grazia a chi sostiene le piccole aziende, perché insieme è possibile farle diventare grandi. Grazie a chi vigila, come fa l’airone, perché il nostro territorio non sia infettato dalla mafiosità, che nel settore agricolo si chiama caporalato, per le dure condizioni di lavoro, inquinamento devastante ed inciviltà di futuro.
Ecco perché i nostri produttori hanno saputo individuare anche nomi, volti, linee. Troppe cose sono mancate sul piano politico per la difesa dei nostri contadini, specie nella lotta contro i cinghiali. Manca in Regione una strategia politica adeguata. I cinghiali sono un incubo. Un flagello, non compreso adeguatamente. Non si da ascolto vero alle attese degli agricoltori!
Lavoro e ambiente devono sempre stare uniti ed intrecciati, come ci dice l’enciclica Laudato Si, al numero 139. Non crisi separate, tra il creato e le persone, ma unico cuore, che è il cuore stesso di Dio, che dona a noi il suo stesso amore, perché la terra nostra molisana sia e resti un giardino, ben custodito e solidale!
Un spazio prezioso lo ha anche il consumatore. Infatti “acquistare è sempre un atto morale, oltre che economico” (LS 206). Tu, comprando, puoi metterti dalla parte di chi lotta e crea un’economia giusta e equa. Oppure, per un ignobile sconto di prezzo, puoi rafforzare le strutture di peccato. Vigila, come fanno gli aironi. Scuoti, parla, denuncia, avverti, informati. E vedrai che questo nostro giardino, anche per la tua mano attenta e vigilante, sarà capace di allontanare ogni ingiustizia in campo rurale, per farsi bellezza per tutto il Molise. Prova! E vedrai come è grande la gioia quando restiamo uniti e solidali. Imparando anche dagli aironi!
+ p. GianCarlo Bregantini, Vescovo