LA CASTAGNA, UN FRUTTO DAL POTERE TRAVOLGENTE PER TUTTE LE ETÀ

Nell’identità degli esseri umani la natura è un elemento essenziale che partecipa al grande dono di amore di Dio per i suoi figli; la sua metamorfosi stagionale offre il suo fascino dipingendo il paesaggio di sfumature di colori che creano lo sfondo della nostra quotidianità.

La natura, però, non è fatta solo per accogliere i propri abitanti ma li nutre dei suoi frutti, proprio come in questo periodo dell’anno in cui il territorio molisano è ricco di gemme saporite da gustare, specialmente per chi si reca nei boschi dei comuni a ridosso del Matese dove è facile trovare uno dei frutti più famosi del periodo autunnale: la castagna.

La fascia matesina è ricca di castagneti e, oltre agli abitanti del posto, i boschi dei piccoli borghi sono meta di molti desiderosi di questo frutto; infatti, sono presi d’assalto soprattutto nei fine settimana, diventando così scenario di molte avventure di ricerca e raccolta della castagna.

Le famiglie del Matese da generazioni tramandano la valorizzazione delle castagne e le persone più anziane, con estrema fierezza e allo stesso tempo “segretezza”, hanno tramandato alle generazioni future i posti strategici dei boschi in cui recarsi per trovare grosse quantità di castagne. Oggi, infatti, è ancora viva questa affezione per la castagna, tanto da sviluppare attività di promozione, di apprezzamento oltre che di degustazione. La castagna però, come anticipato, non è conosciuta solamente da chi vive alle pendici del Matese ma anche da persone provenienti da zone limitrofe, che annualmente tornano nei boschi per fare scorta.

Ma perché un piccolo frutto come la castagna è così famoso? Sicuramente presenta delle particolarità per la sua forma, il suo sapore delicato, la sua crescita e la sua maturazione, ma assume un significato che va oltre le sue caratteristiche organolettiche; sì, perché la castagna possiede un tocco di convivialità, un potere travolgente per tutte le età.

Gli scenari che si verificano fanno pensare a un gruppo di amici che si incammina nei sentieri della montagna per raggiungere i boschi e individuare i castagneti raccomandati dai propri nonni, oppure a una famiglia che vuole trascorrere un fine settimana a contatto con la natura e fare scorta di castagne da mangiare nelle fredde sere d’inverno; alcune persone, addirittura, ne creano attività economica e il raccolto lo destinano alla vendita sul mercato. E dopo averle raccolte? Ecco, diventano protagoniste assolute di momenti familiari e sociali, di eventi e sagre che incentivano il turismo e facendo parte del patrimonio delle tradizioni sono presenti anche nelle danze popolari che richiamano le attività legate a questo frutto.

Insomma, per i comuni del Matese e per chi è amante di questo frutto il “tempo di castagne” è atteso proprio per il clima di festa e convivialità che innesta tra le persone.

Questo fenomeno si riflette sul benessere relazionale dell’individuo e riaccende annualmente quel legame indissolubile che c’è con la natura affinché si possa assaporare la sua calma e la sua serenità; inevitabilmente fa dimenticare per un attimo la routine quotidiana, riaccende il dialogo tra le persone e richiama lo spirito di cooperazione e tutto questo porta benefici, soprattutto per chi segue una vita a limitato contatto con la natura.

C’è da dire che oggi si può godere di questo dono grazie anche a coloro che hanno preceduto le attuali generazioni e che si sono impegnati alla tutela dei boschi e dei castagneti nonché dei sentieri tenuti aperti per raggiungere le zone di raccolta; questo aspetto è nota di orgoglio in linea a quanto Dio ha assegnato, cioè custodire e amministrate ciò che Egli ha donato; la natura per l’essere umano è un dono e i doni sono fatti per regalare benefici.

Anche nelle Sacre Scritture viene evidenziato questo rapporto dell’uomo con la natura e come il compito delle creature deve vertere verso il rispetto del sacro benessere naturale: è l’uomo stesso gestore di quanto Dio ha donato e la popolazione matesina nella cura dei castagneti e nell’apprezzare le piccole castagne ha tenuto e tiene fede a questo incarico.

L’invito che possa giungere è di andare alle pendici del Matese per trasformare una passeggiata in raccolta di castagne e vivere questa esperienza fatta di piccoli attimi di tempo libero, di momenti sociali e di condivisione e organizzare serate in cui degustare le calde castagne del Matese.

Valentina Capra