ANCHE NOI SIAMO STATI MIGRANTI

Tante volte ho passeggiato su quella spiaggia di Steccato di Cutro dove sono avvenuti i tragici sbarchi, la mattina del 26 febbraio 2023. è un luogo attraente e riposante. Un tratto di costa dal cuore aperto dove la natura si fa conca per accogliere, grembo di vita per tanti.

Ed invece, ecco la morte, su quella stessa costa. Una morte che ha impedito un approdo sereno e garantito a gente che fuggiva da persecuzioni, fame, miseria e libertà negata.

Ci hanno fatto molta tristezza i tanti pupazzi dei bambini e le bamboline delle bimbe, con gli abiti delle mamme che avevano nel cuore solo un grande sogno: dare un futuro migliore alle nuove generazioni.

La morte è avvenuta a pochi passi dalla spiaggia, quando già si intravedevano le luci delle case della parrocchia di S. Leonardo, in diocesi di Crotone.

Ricordo bene quella chiesetta perché vi ho narrato, commosso, la storia di S. Leonardo, il patrono dei carcerati, che spezza le catene e libera dalla paura. E’ un Santo molto venerato anche a Campobasso, per la presenza di una bella chiesa antica.

Quel giorno invece, le catene da Lui spezzate si sono rivelate legami mortali per tanti fratelli asiatici.

Ecco perché la copertina di questo numero, sempre da noi molto curata, porta un‘immagine eloquentissima: una croce elevata sulla spiaggia, alcune scarpe recuperate sulla battigia, fiori appassiti con la scritta: “fratelli crocifissi”.

Il commento più lucido a questa foto è dato, nel numero attuale, dall’intervista ai due parroci di Botricello e Steccato di Cutro. Lucide le loro parole, fondate sulla testimonianza diretta dell’evento. Narra don Rosario: «l’evento mi ha posto tre interrogativi: a livello sociale, poiché ci siamo dimenticati della nostra umanità. A livello religioso, perché la nostra fede rischia di essere solo cultuale e non di condivisione della fraternità. Infine, a livello politico poiché abbiamo sperimentato la nostra incapacità organizzativa nella gestione degli sbarchi. Non diamo colpe, ma è comunque doveroso constatare che per tutti è una grande vergogna».

Riemerge ancora una volta la potenza profetica dell’Enciclica “Pacem in Terris” di papa Paolo VI, che già nel 1967 chiedeva alle nazioni ricche (cioè a ciascuno di noi!) di investire là dove la gente vive e soffre. Favorire cioè lo sviluppo locale perché solo così potremo fermare i barconi, valorizzando e non depredando le immense ricchezze dell’Africa, come ci ha ricordato il recente viaggio di Papa Francesco.

LE STRADE DA NOI SUGGERITE

Questo numero, nei vari articoli che leggerete,  suggerisce alcune strade da percorrere per provare a risolvere il dramma dei migranti.

1) Accresce la prossimità, come ha fatto l’UNITALSI nella Via Crucis, accanto ai fratelli bisognosi.

2) Imparare da Gesù il clima di accoglienza, come ha fatto Lui al pozzo con la Samaritana, dove ha accolto, senza rimproverare, chiedendole da bere. Quel pozzo di accoglienza sono le nostre comunità e le nostre case, per avere un’acqua che zampilla.

3) Imparare dalle donne che sanno guardare al mondo non per sfruttarlo, ma perché abbia vita, perché guardano con il cuore e riescono a tenere insieme i sogni e la concretezza (Papa Francesco).

4) Avere come obiettivo fondativo «fare sempre la volontà di Dio, che è la nostra fraternità».

5) Saper essere sempre più consapevoli della bellezza delle nostre tradizioni paesane, come l’arte della zampogna, dove la musica ci rende tutti più vicini e più fratelli, superando ogni discriminazione.

6) Custodire nel cuore il desiderio della mondialità, tramite un rinnovato  impegno missionario.

7) Dare sempre uno spazio grande alla parola di Dio, come ci insegna «il metodo Spinete».

8) Lottare contro le mafie, che controllano la tratta.

9) Ricordare che anche noi siamo stati migranti, come ci rammenta la nuova bellissima rubrica “Molisani nel mondo”, che allarga di colpo il nostro giornale al mondo intero, proprio tramite le migliaia di migranti molisani sparsi nel mondo.

10) Le prossime tradizioni pasquali saranno occasione di risentire nel cuore quell’appello di Gesù ad amare tutti, come ha fatto Lui sulla croce

Sarà bello infine, ascoltare «parole che salvano provenienti dal silenzio custodite nel cuore».

+ padre GianCarlo Bregantini