La conoscenza del fenomeno mafioso e di tutte le sue sfaccettature criminali dovrebbe rappresentare un impegno morale e materiale per la scuola italiana, principalmente laddove le mafie sono maggiormente radicate. L’assunto prende consistenza dopo oltre trent’anni di presenza nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. La lotta alle mafie va istituzionalizzata nella scuola come un nuovo imperativo categorico. Conoscere le mafie, la loro storia e la loro pervasività politica, economica e sociale sarà indispensabile per la crescita individuale e collettiva della nostra gioventù. Vanno studiate ed approfondite le continue metamorfosi della mafia che è sempre più in grado di agire in diversi e contrapposti segmenti della società e non solo a livello nazionale. La scuola deve insegnare a vincere quel sentimento dell’omertà costruendo un senso civico di comunità che valorizzi il ruolo dei docenti, degli studenti e soprattutto delle famiglie. Sono parole emozionanti e al tempo stesso efficaci quelle che sono risuonate nell’Aula Magna della Scuola Allievi Carabinieri “E. Frate” di Campobasso per ricordare ai giovani allievi le tantissime vittime di mafia. A pronunciarle il criminologo Vincenzo Musacchio, invitato martedì 21 febbraio dal Comandante della Scuola Colonnello Bruno Capece.
Negli ultimi trent’anni, la mafia ha avuto continue metamorfosi, per cui è sempre più difficile riuscire ad affrontarla e sconfiggerla. Per vincere abbiamo bisogno di magistratura e forze di polizia, ma anche della scuola, della Chiesa, della famiglia. La cultura e il senso del dovere saranno determinanti. La Costituzione è il faro a cui fare riferimento e purtroppo sono ancora pochi i giovani che la conoscono nella sua essenza e nel suo contenuto. Le nuove mafie vivono mutazioni continue che le rendono sempre più invisibili e letali. Hanno sostituito il piombo con il denaro, sono presenti nell’economia globale e nelle dinamiche finanziarie internazionali. Le nuove organizzazioni criminali mafiose si muovono secondo i principi di trasparenza e silenziosità sembrando più deboli, mentre in realtà sono più forti. Le mafie moderne sono più pervasive e pericolose delle precedenti. Dove latita lo Stato ci sono loro che sopperiscono alle sue funzioni. Diventano punto di riferimento per la società civile e acquisiscono consenso. La lezione del professor Vincenzo Musacchio ha messo in evidenza che la volontà di fare affari delle mafie trova terreno fertile nell’indebolimento delle difese sociali e culturali. A questo si aggiunge che oggi si mimetizzano e cambiano pelle più che nel passato. Occorre dunque che ognuno di noi si impegni facendo fino in fondo il proprio dovere. Il cambiamento della mentalità mafiosa si costruisce con la verità, con il confronto e con il dialogo.
La scuola deve servire anche per costruire un substrato culturale in grado di contrapporsi alla sottocultura mafiosa che affascina e che riscuote consensi soprattutto laddove latita la cultura e il lavoro. Sono concorde con il pensiero di Gesualdo Bufalino per il quale la mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari. La scuola italiana va riformata. Non serve mandare i nostri figli a scuola solo per studiare nozioni asettiche, bisogna accompagnarli sulla strada consapevole degli studi, bisogna costruire giorno per giorno in essi la consapevolezza che a scuola si va non per ottenere una laurea o un diploma, ma per prepararsi alla vita di tutti i giorni.
Vincenzo Musacchio – Criminologo Forense