EDITORIALE

LA VIRIDITAS, CIOÈ  LA PRIMAVERA DELLA VITA

Ci sono dei momenti nella vita che sono decisivi, di vero passaggio. Lo sanno bene i Religiosi, i frati e le suore che spesso sono trasferiti, con dolore e lacrime. Ma anche una potatura che permette al tralcio di maturare meglio i suoi frutti.

Questo è stato il tema della giornata dei Religiosi, cioè la festa della vita consacrata, che si è celebrata sui Monti, ai piedi di Maria, il 2 febbraio scorso.

Una realtà di grande cambiamento l’ho vissuta anch’io, dato che non vivo più in episcopio dal 29 gennaio 2024, ma in un bell’appartamentino, messo a disposizione, gentilmente, dalla diocesi, per la mia vita da Vescovo Emerito, che sto imparando a vivere, guardando molto al cammino di papa Benedetto, nella sua radicale scelta di dimissioni. La casa è bella anche se piccola, per i tanti libri che conservo. Ma la cosa più simpatica è il nome che abbiamo dato a questa casa. L’abbiamo chiamata “casa santa Ildegarda”, mistica medioevale (1098-1179), tedesca, dell’abbazia di Bingen, di grandissimo spessore, capace di sognare un mondo nuovo, nobile, vissuto nell’armonia, parola da lei molto valorizzata. Con essa esortava fortemente i re e i principi ad andare d’accordo, come era profetica con il clero, tramite le sue famose “Visioni”, voci misteriose, quasi uno sguardo che sapeva “intravedere” lontano.  Ma la sua parola chiave era un’’espressione latina efficacissima, quasi intraducibile: “viriditas”, cioè la freschezza della vita primaverile, che cambia le cose, che rovescia il rigido inverno, che riempie di fiori il passo.

Letteralmente, sarebbe da tradurre la “verdità”, neologismo espressivo che si fa inno alla vita che rinasce. Ildegarda canta la Viriditas, cioè il suo amore alla vita, in tante sue scelte: sa curare con le erbe, canta con voce divina melodie da paradiso (oggi rivalorizzate da famosi cantautori attuali!), lotta contro un certo pessimismo medioevale, nelle celebrazioni fa indossare alle sue monache vesti raffinate, impianta uno Scriptorium per copiare codici rari, viaggia molto e perfino predica al popolo (cosa del tutto eccezionale per una donna!). Ecco perché l’abbiamo scelta come Patrona e custode della casa.

È in fondo il tema della vita, cioè proprio quello che sentiamo anche noi nel cuore, mentre leggiamo questo numero di “Intravedere”, nel mese di febbraio, il mese che si apre alla primavera, con giornate tiepide e chiare.  

L’argomento più volte ripreso nel numero è così la vita: giornata della vita (con ben quattro articoli!), la festa della vita consacrata, la difesa della vita nei campi, portata avanti dalla protesta dei trattori, contro le logiche miopi della Comunità Europea, che impone di non coltivare i campi, dimenticando così che i contadini sono i primi custodi della terra e insieme coloro che ci sostengono in vita, con la produzione di latte, carne, frutta e grano. Un altro punto prezioso del numero attuale è la riflessione sulla autonomia differenziata, con acute argomentazioni variegate. Ed anche la cronaca diocesana rispecchia questa viriditas, nel libro curato da padre Abdo, che ha raccolto i racconti dei vecchietti di Cercemaggiore facendone un bellissimo testo di lettura per i ragazzi. Anche il viaggio dell’Unitalsi a Lourdes e soprattutto a Nevers, sui passi di Bernadette, è una gratitudine alla vita di questa giovane suora il cui corpo, misteriosamente, è ancora intatto. Stupisce pure la vitalità di don Vittorio che ha compiuto 90 anni. E ancor più ci commuoverà il racconto-testimonianza di vita ricuperata, in Marco e Arca, una bella famiglia di Napoli ricoverata lo scorso anno, al Cardarelli per un brutto incidente subito in zona. È la buona Sanità, vissuta nel reparto di rianimazione, cioè là dove lo scontro tra la vita e la morte è sempre tremendo.

Non mancano poi le narrazioni luminose di preghiera e di attività, nei Borghi (come Trivento!) e nelle parrocchie nostre, per spaziare infine sino ai confini del mondo, tramite la voce diretta dei nostri migranti. Un inserto fondamentale resta la narrazione della storica consacrazione del nuovo Vescovo mons. Biagio Colaianni, a Matera, il 10 febbraio, servendosi soprattutto di un’accurata documentazione fotografica. E proprio a lui noi affidiamo, fiduciosi e certi, il cammino futuro del nostro giornale. Buona lettura a tutti!     

+ padre GianCarlo Bregantini