Novant’anni, più di tre quarti dei quali dedicati alla Chiesa. Questo è il cammino pastorale e umano di don Vittorio Perrella. Nato a Bojano il 2 febbraio del 1934 da Egidio e Teresa Rico, è il secondogenito di quattro figli maschi. Michele, il primogenito, ora novantaduenne, Mario e Piero, entrambi deceduti.
Da bambino praticava assiduamente la parrocchia di Monteverde di Bojano e nello stesso paese ha frequentato le scuole elementari. Nel 1946 entra nel seminario di Campobasso e frequenta le scuole medie. Successivamente si sposta a Benevento e lì prosegue gli studi ginnasiali, prendendo la licenza liceale. Si laurea in filosofia e teologia e viene ordinato sacerdote il 27 settembre del 1959. Subito viene invitato dall’allora vescovo di Campobasso, monsignor Carinci, a supportare don Michele Ruccia, rettore della diocesi. E già in quel contesto, funge da insegnante di materie letterarie ai ragazzi ospiti del seminario.
Viene poi nominato parroco a Ripalimosani (CB), paesino a pochi chilometri da Campobasso e vi resta per quindici anni, operando con spirito di fratellanza e di pace. Insegna religione in vari istituti superiori, avendo frequentato per due anni l’università lateranense dove ha acquisito la licenza in teologia pastorale. In quella circostanza presentò una interessante tesi a carattere sociologico sulla religiosità nel Molise.
Nel 1974 consegue la laurea in lettere classiche all’università “La Sapienza“ di Roma. Insegna materie letterarie in diverse scuole secondarie superiori della regione.
Nel 1976 gli viene affidata la parrocchia di san Giuseppe Artigiano a Campobasso, nella quale esplica la sua missione pastorale per ben quarantasei anni. Quella di san Giuseppe è la parrocchia più grande del capoluogo e comprende il quartiere CEP (Centro Edilizia Popolare), caratterizzato da varie problematiche. Don Vittorio, in collaborazione con i laici, la scuola, gli uffici pubblici e il distretto sanitario, è riuscito a creare condizioni di vita umana e cristiana. Con il valido aiuto dei componenti dell’Azione Cattolica, di cui è stato da sempre assistente, ha assicurato un cammino formativo, costituito di preghiera, azione, sacrificio e studio, alle famiglie povere e disadattate. Il lavoro è stato immenso e assai difficoltoso. Ha affrontato tante situazioni complicate, che però sono state sempre ricondotte a una dimensione di progresso e responsabilizzazione. Certamente non sono mancati contrasti, anche con sacerdoti più giovani o stranieri, ma si è sempre cercato di trovare la risoluzione, lavorando con collaborazione e discernimento.
Don Vittorio, col suo carattere forte, si è sempre messo a disposizione sia della diocesi che della gente comune. Nella sua vita sacerdotale, ha conosciuto ben sei vescovi succedutisi alla guida dell’Arcidiocesi: i monsignori Carinci, Santoro, Di Filippo, Dini, D’Antonio e Bregantini. Con ognuno di loro, il presbitero ha collaborato assiduamente, portando a compimento i vari incarichi di cui è stato investito, senza chiedere mai nulla in cambio. La sua missione è stata finalizzata al bene esclusivo della chiesa.
Nell’ambito più prettamente sociale, don Vittorio è stato sempre vicino alle varie categorie del lavoro e del commercio. Si è attivato presso le aziende affinchè accogliessero personale, a garanzia di un inserimento lavorativo. Ha organizzato diverse conferenze di cui è stato relatore, sempre per tenere uniti i diversi contesti.
Don Vittorio ha partecipato a diversi pellegrinaggi: ricorda con tanta malinconia quello in Palestina nel 2012. Durante quel viaggio ha incontrato due militari di guardia a un Check Point, ha preso le loro mani tra le sue, quasi a implorare la pace che quella terra martoriata reclama da troppo tempo. Il momento è stato immortalato in una fotografia che alla luce degli orrori che, da mesi, si stanno perpetrando in quella parte del mondo, assume un valore del tutto particolare.
Trascorre la vita da pensionato nel suo appartamento a Campobasso, in cui fa l’eremita pregando, studiando e lavorando.
Offre sempre la sua disponibilità alla parrocchia: ogni mattina alle 6.45 celebra messa all’Istituto delle suore del Divino Zelo. In questa struttura vengono accolti ragazzi con problematiche familiari.
In occasione del suo novantesimo compleanno, i componenti dell’Azione Cattolica adulti, hanno organizzato una cena in un noto ristorante della città. Erano presenti l’arcivescovo Bregantini, l’attuale parroco della chiesa di san Giuseppe, don Antonio Garofalo, i rappresentanti dei vari gruppi parrocchiali: ministri straordinari della comunione, catechiste, membri del coro e delle congreghe cittadine. Il taglio di una squisita torta, il canonico spumante e i fuochi pirotecnici offerti dai ristoratori, hanno concluso la bella festa. C’è stato anche un divertente momento con l’intonazione delle “maitunate”, canti in dialetto campobassano con i quali è stato ricordato, sotto forma di battute ironiche, il suo operato in parrocchia.
Auguri, dunque, a don Vittorio. Il Signore possa donargli sempre salute, discernimento e forza per non far mancare la sua preghiera e il suo sostegno al prossimo per tanti anni ancora.
Mariarosaria Di Renzo