LA NECESSITÀ DI CAMBIAMENTI DI STILI DI VITA

CER: UN MODELLO PER LA SOSTENIBILITÀ

Il 22 maggio 2024, Roma è stata la sede ospitante della presentazione istituzionale del Vademecum per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), stilato dal Tavolo Tecnico sulle Comunità Energetiche Rinnovabili della Segreteria Generale; a presenziare l’evento il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, il Prof. Dott. Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, l’Ing. Paolo Arrigoni, Presidente del Gestori dei Servizi Energetici (GSE) e l’Avv. Vinicio Mosè Vigilante, Amministratore Delegato del GSE.

“Come uomini e cristiani, siamo chiamati ad amministrare in maniera responsabile i beni del Creato” afferma il Card. Zuppi durante il suo intervento; pertanto, è proprio in questa prospettiva che le CER rappresentano uno step fondamentale verso la transizione energetica; quindi, una transizione che coinvolge anche le chiese e gli enti religiosi.

Il vademecum, intitolato “Le comunità energetiche rinnovabili: elementi etici, tecnici, economico-giuridici per gli enti religiosi”, è concepito come “strumento di formazione e informazione” in merito a un “nuovo modello organizzativo per la produzione, il consumo e la condivisione di energia elettrica” con l’obiettivo di “fornire informazioni” e “suggerire alcuni strumenti e metodologie utili”.

Cimentarsi nel Vademecum permette di conoscere le CER in linea generale in un’ottica di Ecologia Integrale e di essere consapevoli dei benefici riscontrabili nell’investire in una CER in termini sociali, ambientali ed economici; inoltre, viene presentato un framework normativo-regolatorio, gli aspetti tecnico-giuridici e una roadmap che evidenzia in modo concreto gli step da seguire per la realizzazione e la gestione di una CER.

Tra le motivazioni che hanno portato il sistema ecclesiale a volgere lo sguardo verso la transizione energetica affiora l’Enciclica “Laudato Sì” del 24 maggio 2015, mediante la quale “Papa Francesco ha donato alla Chiesa uno strumento prezioso di aggiornamento  della  Dottrina  sociale  della  Chiesa,  riconoscendo  il  deterioramento dell’ambiente naturale, la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico fra le maggiori sfide del nostro tempo e che è in gioco la responsabilità e la capacità di impegno di tutti i cristiani e di tutti gli uomini di buona volontà”.

Nell’enciclica il clima è definito come “bene comune, di tutti e per tutti” (Laudato Si’, 23) e “per la sua intrinseca complessità richiede la considerazione di ognuno dei fattori umani che ne compromettono la stabilità”; a tal proposito il Pontefice solleva la “necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, e della responsabilità del sistema energetico mondiale nell’emissione di gas climalteranti”.

Tra le soluzioni, già ai tempi dell’enciclica, compare il riferimento alle CER e a come le piccole realtà che assumono “un forte senso comunitario, una speciale capacità di cura e una creatività più generosa, un profondo amore per la propria terra, come pure il pensare a quello che si lascia ai figli e ai nipoti” (Laudato Si’, 179) possano fare la differenza.

Valentina Capra