FESTA PATRONALE A SPINETE DI SAN GIOVANNI BATTISTA

CRESCERE SEMPRE DI PIÙ NELLA FEDE E NELLA TESTIMONIANZA CRISTIANA

LE RICCHE NOVITÁ DELLA SECOLARE FESTA PATRONALE

L’antica, antichissima, da ben cinque secoli documentata, Festa Patronale di San Giovanni Battista a Spinete il 24 giugno u. s. è stata speciale rispetto a quella, pur sempre solenne, degli anni precedenti.

A renderla tale la partecipazione del nuovo Arcivescovo Mons. Biagio Colaianni nella sua prima visita pastorale e la compresenza di tre Giovanne Super-Nonne centenarie festeggiate pubblicamente per il comune onomastico e l’eccezionale traguardo secolare raggiunto: nonna Giovannina 102 anni, fra qualche mese, nonna Gianna 101, di recente nonna Giovanna 100. Onorate con cerimonie civili e religiose nelle rispettive ricorrenze, per il piccolo paese che siamo sono diventate, davvero, le nonne di tutti. Piccolo è bello, come ha riconosciuto anche Mons. Colaianni perché favorisce il senso della relazione: il valore duraturo dell’appartenenza alle stesse radici comunitarie che la Festa patronale, solenne annuale, alimenta e rafforza soprattutto come chiesa Famiglia di famiglie: la bellezza, l’intimità, la forza di appartenere allo stesso corpo mistico di Cristo.

Cosicché le nostre nonne centenarie sono diventate libri viventi che si possono sfogliare con grande profitto perché tutte e tre conservano lucidità mentale, fede provata e conservata, ancora entusiasmo nel dialogare e nel comunicare.

La stessa fascia ricordo che l’Arcivescovo, alla fine della Santa Messa, ha messo sul loro collo porta la scritta: oltre un secolo di storia.

STORIE DI RESILIENZA INTEGRALE

Bastano i motti esistenziali di ciascuna per cogliere il rispettivo spessore umano e cristiano intessuto di durezza di vita contadina, che ha connotato tutte e tre nell’epoca pre-industriale. Nonna Giovannina rimasta giovane vedova con due figli: sono stata aiutata ed ho aiutato dalla Divina Provvidenza in primis e poi dai miei familiari e amici di borgata con i quali ho condiviso lavoro e favori.

Nonna Gianna determinata e rassegnata anche di fronte alla morte di due figlie sessantenni: mi aspettano in cielo. Nonna Giovanna: mi sono sempre affidata a Dio pure nella lunga lontananza dai miei figli e rispettive famiglie in Australia e nella morte precoce della mia adorata nuora.

Esempi viventi di diverse stagioni epocali! Soprattutto per le giovani generazioni spesso, …molto spesso, orfane, per separazioni e lacerazioni familiari, delle stesse relazioni con i nonni.

Moniti cristiani per tutti come ha sottolineato il nostro parroco Don Jimmy: la grazia della longevità è soprattutto un messaggio della provvidenza. È il Signore che la concede per farci comprendere che la vita è sempre un dono e soprattutto una vocazione ad amare e servire.

Secondo Mons. Colaianni quando il cuore è buono, mantiene in lunga vita anche il corpo.

Perciò ha assegnato alle nostre nonne il compito di pregare affinché San Giovanni Battista nutra il buon cuore cristiano della comunità di Spinete. Altri eventi inediti hanno reso la festa pastorale di quest’anno particolarissima: la recente rielezione del Sindaco Michele Di Iorio con un consiglio di amministrazione, per la prima volta, perfettamente paritario fra rappresentanti maschili e femminili (un cast di giovani donne e mamme molto promettente), la partecipazione del neo-eletto Sindaco dei ragazzi, Angelo Di Ciero, attivissimo studente della prima classe della scuola secondaria di primo grado del nostro plesso scolastico di Bojano, lodevolmente impegnato nell’educazione della cittadinanza attiva. Sindaci dell’hinterland, preti e diaconi della Forania di Bojano e, come di consueto, tanti tantissimi spinetesi residenti fuori regione e fuori continente (provenienti sia da capo del mondo Canada come dai piedi del mondo Australia, dove risiede una Spinete più numerosa di quella residente) hanno arricchito la gioiosa cornice della festa. La devozione secolare a San Giovanni Battista è il collante di unità che tiene uniti gli spinetesi dovunque risiedano. Don Jimmy nell’accoglienza in chiesa all’Arcivescovo: oggi la nostra comunità parrocchiale è piena di gioia ad accoglierla in casa e a presentarle quello che costituisce il perno di unità e di identità cristiana del popolo di Spinete.

E a casa si è sentito Mons. Colaianni: con spirito paterno, calorosamente e simpaticamente, si è intrattenuto con le super-nonne (mi trasferisco a Spinete) il sindaco dei ragazzi, i bambini e le bambine della Prima Comunione, come se da sempre fosse stato in mezzo a noi.

OLTRE LA FESTA NEL NOSTRO TEMPO ECCLESIALE

La festa, ogni festa, soprattutto quella solenne è connotata da una pienezza di senso che continua ad illuminare ed alimentare anche la quotidianità. Ancor più vero per noi cattolici accompagnati dalla vita sacramentale della chiesa e dalla sua comunione orante.

Verità ben rimarcata dall’Arcivescovo nell’omelia della Santa Messa e da Don Jimmy durante il novenario di preparazione. Mons. Colaianni ricostruendo la grande figura di San Giovanni Battista nei tratti essenziali della sua santità (unicità liturgica della festa della nascita in terra oltre che in cielo, insieme alla vergine S.S, condizione di precursore, anticipatore e testimone, del Messia, radicalità evangelica fino al martirio per il non licet al re a causa della sua concubina), rileva la perfetta corrispondenza al Progetto di Dio in ogni giorno della sua vita.

Umile e docile fino al punto, dopo essere stato proclamato da Gesù stesso il più grande fra i nati di donna, di ritenersi indegno di sciogliere il legaccio del suo sandalo (Gv. 1,27), si è lasciato sempre plasmare dalla volontà di Dio.

A questo punto l’Arcivescovo coinvolge l’assemblea nell’oltre della festa: nel suo cuore che continua, deve continuare, a battere nella ferialità. Donde le domande centrali: noi riconosciamo  e siamo docili al progetto d’amore che il Signore ha per ciascuno di noi? Dio c’entra o non c’entra con la nostra vita? Oggi folla in chiesa e le altre domeniche?

San Giovanni Battista è Protettore speciale (anche a Spinete, nella sua antichissima tradizione, ne ha compiuti di miracoli) ma per i suoi speciali devoti anche modello forte e molto …molto esigente.

Perciò ogni anno nella sua più grande ricorrenza continua ad interpellarci: ci impegniamo a conoscere, a fare discernimento come lui nel deserto dell’anima, a coltivare e rinnovare la nostra fede?

Siamo coraggiosi nel testimoniarla in totale parresia (franchezza, radicalità e libertà di parola) anche quando rischiamo tristi conseguenze (se non proprio la vita alla maniera del Battista) e come ci sta educando Papa Francesco?

L’Anno Straordinario della Preghiera in preparazione al Giubileo della Speranza è particolarmente propizio. Le vacanze estive possono favorirlo ancor più per ritrovare e percorrere fino in fondo la Via Maestra della Fede che San Giovanni Battista, oggi attuale più di prima, continua ad annunciarci e testimoniarci.

La nostra Madre Celeste, alla quale Gesù morente in Croce ci ha affidati (Gv. 19,25-27), ci sostenga per riaccendere luci di speranza nel buio del nostro mondo oscurato da troppe nuvole minacciose.

Il gesto molto toccante compiuto da Mons. Colaianni di far deporre il bouquet a lui donato da una bambina sul piedistallo del trono dell’Assunta, sia segno di sicuro e fecondo affidamento alla Sua Celeste Protezione affinché la festa patronale ci faccia crescere sempre di più nella fede e nella testimonianza cristiana come ha auspicato anche Don Jimmy nell’accoglienza solenne dell’Arcivescovo.

Rosalba Iacobucci