Tempo di vacanze, tempo di riposo! A volte è solo per dire! Aspettiamo con tanta ansia il nostro tempo delle vacanze estive per organizzare e progettare e finiamo alla fine nel tornare a lavoro più stressati di prima perché ci è sfuggito quale é il vero senso del riposo.
Il riposo va visto non solo nella dimensione umana ma soprattutto nella dimensione divina.
Questo non significa astenersi da ogni fatica quotidiana ma cogliere l’opportunità che questo tempo offre per ritrovarci in Dio, sentirci pienamente in Lui creature amate, circondate da spazi e da tempi che immettono nel divino. Il riposo diventa davvero un tempo sacro atto a farci “inabitare” da Dio cogliendo la preziosità del silenzio e della bellezza del creato che ci circonda per rafforzare la nostra creaturalità spirituale che spesso è accantonata e spiazzata da quella umana che ci sovrasta. Nell’ Angelus del 18 luglio 2021, Papa Francesco diceva: «…d’estate non basta “staccare la spina” ma occorre riposare davvero.
Per farlo, bisogna ritornare al cuore delle cose: fermarsi, stare in silenzio, pregare, per non passare dalle corse del lavoro alle corse delle ferie.” Del resto anche Gesù, pur non sottraendosi ai bisogni di chi gli stava accanto e soprattutto ai bisogni della folla, si ritirava in disparte per pregare, in silenzio, nell’intimità con il Padre. Continua il Papa ad ammonirci: “Guardiamoci dall’efficientismo, fermiamo la corsa frenetica che detta le nostre agende. Impariamo a sostare, a spegnere il cellulare, a contemplare la natura, a rigenerarci nel dialogo con Dio”. (Angelus 18 luglio 2021) Sì, perché il dialogo con Dio nel segreto del nostro cuore è davvero rigenerante. Sempre Papa Francesco ha promosso negli anni un’ecologia del cuore: “Se impariamo a riposare davvero, diventiamo capaci di compassione vera; se restiamo in contatto con il Signore e non anestetizziamo la parte più profonda di noi, le cose da fare non avranno il potere di toglierci il fiato e di divorarci.”
L’ ecologia del cuore dice Papa Francesco: “si compone di riposo, contemplazione e compassione.” Bisogna dunque approfittare del periodo estivo per cogliere l’essenza del riposo vero e viverlo.
Ero poco più che una bambina e incontrai in un ritiro fratel Carlo Carretto qui a Campobasso. Mi colpì molto la sua persona, il suo modo di parlare, il suo modo di muoversi: egli trasferiva in chi lo ascoltava pace e si vedeva che aveva fatto esperienza di Dio come spiega nel suo libro “ il deserto nella città” un’edizione tascabile che conservo gelosamente nella mia biblioteca e che di tanto in tanto sfoglio.
Lui aveva sperimentato che non c’era un luogo privilegiato (pur venendo dall’esperienza di solitudine nel deserto del Sahara) dove Dio potesse abitare ma che il Tutto era “luogo” della sua abitazione e che ovunque lo si potesse trovare.
Fare deserto di tanto in tanto anche nella propria città o nelle megalopoli come lui scrive “facendo delle strade i corridoi del nostro “ideale convento”, è la ricerca di Dio nel silenzio, è un ponte sospeso dettato dall’anima innamorata di Dio su quell’ abisso tenebroso del proprio spirito … sulle proprie paure che fanno da ostacolo al cammino verso Dio.
Il deserto silenzioso è santo ed è una preghiera che conduce alla Presenza continua di Dio e alle altezze della contemplazione, dove l’anima pacificata vive della volontà di Colui che essa ama totalmente, assolutamente, continuamente”
In un’altra interessante udienza del 5 settembre 2018 il Papa ribatte:
«Riposarsi davvero non è semplice, perché c’è riposo falso e riposo vero. La società odierna è assetata di divertimenti e vacanze. L’industria della distrazione è assai fiorente e la pubblicità disegna il mondo ideale come un grande parco giochi dove tutti si divertono.”
Secondo Papa Francesco, «il concetto di vita oggi dominante non ha il baricentro nell’attività e nell’impegno, ma nell’ evasione. Guadagnare per divertirsi, appagarsi. L’ immagine-modello è quella di una persona di successo che può permettersi ampi e diversi spazi di piacere». Ma questa mentalità – ha osservato – fa scivolare verso l’insoddisfazione di un’esistenza anestetizzata dal divertimento che non è riposo, ma alienazione e fuga dalla realtà». E il frutto di tutto questo è proprio ritrovarsi vuoti!
Prendiamo allora spunto dalla Parola di Dio quando descrive la Trasfigurazione del Signore al monte Tabor. La salita dei discepoli sul Tabor ci porta a riflettere sull’importanza di trovare il tempo per staccarci dalle cose mondane, compiendo un cammino verso l’alto e contemplare Gesù.
è Gesù che porta i tre discepoli scelti a salire con Lui sul monte.
E così vuole fare con noi…
Approfittiamo allora di questo tempo estivo per disporci all’ascolto attento e orante di Cristo Gesù, Figlio amato del Padre, e ricerchiamo momenti di preghiera, di deserto, che permettono l’accoglienza docile e gioiosa della Parola di Dio.
Come cristiani riscopriamo il silenzio intorno a noi:
“Venite in disparte, in un luogo deserto, e riposatevi un po’…” Mc.6,31. Accogliamo allora in noi quel silenzio che ci pacifica e ci rigenera con la meditazione della Sacra Scrittura e godiamo del ristoro in Dio. Saremo proiettati verso una vita ricca di bellezza, di splendore e di gioia.
Carmela Venditti