LA SOLENNITÀ DI SANTA CRISTINA A SEPINO

METTERE AL CENTRO DELLA NOSTRA VITA DIO E NON L’IO

La solennità di Santa Cristina a Sepino è la più importante e sentita, e vive di un profondo sentimento di devozione. Sepino celebra tre feste dedicate alla Santa: l’arrivo delle reliquie in paese, la traslazione, e il dies natalis, il 24 luglio. La presenza di Santa Cristina a Sepino risale al 1099, quando due pellegrini francesi giunsero in paese con le reliquie della Santa, trafugate dalla città di Bolsena; non riuscendo più a proseguire, furono costretti a lasciarle in paese, che da quel momento accolse la Santa come sua patrona. Le reliquie rimasero a Sepino fino alla seconda metà del 1100, periodo in cui vennero traslate a Palermo, escluse alcune ossa del braccio destro, che ancora oggi sono conservate qui.

La festa più grande dedicata alla Santa protettrice è senza dubbio quella del mese di luglio, in cui viene ricordato il suo martirio, e si protrae per tre giorni (23, 24 e 25 luglio), organizzata dal Comitato Festa Santa Cristina APS in collaborazione con la parrocchia di S. Cristina.

Come ogni anno, la mattina del 23 luglio, per dare inizio alle celebrazioni, vengono sparati dei fuochi caricati a salve, seguiti dal suono delle nostre famose campane. Il 24 si svolge la solenne celebrazione Eucaristica in Piazza N. Prisco, quest’anno presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Biagio Colaianni, che, durante la sua omelia ha sottolineato come Santa Cristina per i sepinesi debba essere la via attraverso la quale il Signore ci chiama a sé. E, per fare ciò, bisogna predisporre il nostro cuore e avere il coraggio dell’amore, quello che ha guidato Santa Cristina a fare di Dio il suo punto di riferimento. Infatti, Mons. Colaianni ha insistito sul mettere al centro della nostra vita Dio e non l’Io. Non vergognarci di dichiararci cristiani, come ha fatto la martire Cristina, la quale deve insegnarci a portare la croce di ogni giorno con serenità, e aiutarci a vivere e coltivare quell’amore con il Signore che nella vita eterna è diventato il premio del suo martirio.

Dopo la funzione religiosa, la statua della Santa, e la sua reliquia, sono processionalmente portate per le strade del paese, accompagnate dalla popolazione sepinese e dai pellegrini che le rendono omaggio, i quali non mancano di far visita anche alla statua della Santa posta nella cripta della chiesa a lei dedicata. Tale statua, che si dovrebbe portare in processione ogni cento anni, sorregge con la mano sinistra Sepino, e con la destra una freccia e la palma, simboli del supplizio finale e del martirio. I fedeli, in segno di rispetto, si allontanano da essa senza voltarle le spalle. Nella grotta della chiesa è inoltre rappresentata la “passio” di Santa Cristina, in otto scene, che in occasione delle festività di luglio vengono riprodotte, attraverso l’allestimento di quadri viventi, dai cittadini sepinesi, lungo le strade del paese, che in questo modo rivivono la passione della martire bambina.

Il 25 luglio invece è la giornata dedicata agli emigranti, caratterizzata dalla celebrazione Eucaristica e dal pranzo degli emigranti. La decisione di legare la festa dell’emigrante a Santa Cristina è nata dal forte legame che è sempre esistito tra coloro che decisero di partire e la Santa, la quale diventa il simbolo protettivo e la guida spirituale di tutti coloro che lasciando la propria terra si diressero verso un futuro ignoto. Santa Cristina in questo modo rimane quel saldo legame per tutti coloro che, partendo dalla loro terra d’origine, hanno sempre sentito un forte legame con essa attraverso la devozione della Santa, che una volta ritornati in paese sempre li accoglie e li stringe a sé.

Evviva Santa Cristina.

Luisa Lisella