EVENTI IN DIOCESI

NOTTE DI PREGHIERA E DEVOZIONE A CAMPOLIETO

Sentita ed emozionante la veglia di preghiera in onore della Madonna del Carmine a Campolieto, che si svolge nella notte tra il 24 e il 25 luglio. Un rito che si ripete da oltre un secolo e mezzo, probabilmente dal 1858, anno in cui la statua della Vergine Maria è giunta nel piccolo centro molisano.

Quest’anno ci sono state due novità. Il rito di vestizione è iniziato all’una e non all’alba, come negli anni precedenti. La funzione è stata aperta al pubblico, e non eseguita in forma raccolta dalle sole donne “addette ai lavori”. Essa si svolge nella chiesa dedicata alla Madonna del monte Carmelo che risale al 1559 ed è attigua al convento.

Nel corso dei secoli ha subìto diverse chiusure oltre a ristrutturazioni, tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, volute da mons Vincenzo Maria Orsini, arcivescovo della Curia di Benevento, di cui Campolieto faceva parte insieme ad altri sedici comuni molisani. In molti hanno scritto su questa particolare tradizione, tra cui don Elia Testa, parroco di Campolieto nella metà del 1900, e Vincenzo Lombardi. Ultimo lavoro in ordine di tempo è quello di Luca Mariano. Dal suo testo è possibile attingere utili informazioni sia sulla chiesa che sulla statua e la festività. Per quanto concerne la veglia di preghiera che accompagna la svestizione e vestizione della statua, non si hanno notizie certe sulle sue origini, ma dai racconti degli anziani del paese si sono appurate versioni, tra loro diverse, ma tutte di grande fascino. Negli anni Quaranta, prima della nomina di don Elia Testa a parroco della chiesa madre, dedicata a san Michele Arcangelo, la vestizione si svolgeva tra la notte del 15 e 16 luglio, giorno della festa della Madonna del Carmine. Sin d’allora, era consuetudine portare in processione il 26 anche la Madonna vestita con l’abito regale, insieme a sant’Anna. La statua venne donata da Giuseppe De Leo, chirurgo di artiglieria, originario di Campolieto, che la commissionò a un artigiano napoletano. Il medico chiese e ottenne dalla regina del Regno di Napoli, Maria Teresa Isabella d’Asburgo, moglie del re Ferdinando II, un contributo economico per la realizzazione di una veste regale. Lo splendido abito viene indossato dalla Madonna ancora oggi nel giorno della festa di sant’Anna.

La funzione si svolge, come sopra accennato, nella notte tra il 24 e il 25 luglio. Ci si è ritrovati nella chiesa del Carmine alle 22. Al canto “Candido fiore del Carmelo” accompagnato all’organo da Mario Ialenti, è seguito un momento di riflessione, con la catechesi tenuta da padre Marius Budau, frate carmelitano rumeno, che svolge la sua missione a Pianella, piccolo comune in provincia di Pescara. Egli ha descritto la storia dei carmelitani fin da quando la Madonna apparve a san Simone Stock, Priore (non Superiore) dell’Ordine, il 16 luglio del 1251.

La particolarità di questo ordine è la venerazione nei confronti della Vergine del monte Carmelo, in stile aggregativo. Il frate afferma che ognuno di noi offre le proprie preghiere, che sono fiori che formeranno un bouquet da offrire alla Madonna.

Ha poi descritto l’abito indossato dai carmelitani. Il segno distintivo è dato dallo scapolare, che a Campolieto chiamano Pazienza. È un indumento costituito da due rettangoli, che si appoggia sulle spalle e dunque sulle scapole, e scivola lungo la schiena e sul petto, probabilmente per proteggere il saio sottostante.

Dopo la benedizione del frate, è seguita la recita di tutti i misteri del Rosario, commentati e intervallati da canti e letture di passi del Vangelo. In un’atmosfera di commozione e silenzio, Pasqualina, Nicoletta e Francesca hanno dapprima spogliato la statua dell’abito feriale e poi rivestito il simulacro con la veste dorata e gli accessori. Il Bambino Gesù è stato affidato a Veronica, la più giovane del gruppo, che ha vestito la piccola statua con l’aiuto di Maria e Lucia De Marco. Quest’ultima attualmente ha 88 anni e ha vestito la Madonna per oltre 20 anni, quando viveva a Campolieto e svolgeva il ruolo di sacrestana nella cappella. È stata molto contenta di avere partecipato al rito, nonostante la sua età e gli acciacchi.

Il sontuoso mantello è avvolto in un cilindro per evitare che si rovini. Tutto il resto è conservato in una cassa di legno e in apposite custodie per le parrucche e le corone.

Il valore dell’abito è inestimabile, per cui si è deciso di farlo custodire in un caveau di una banca.

Nei tempi passati veniva conservato da devote nel paese.

La veglia è proseguita fino alle 8 del mattino, quando è stata celebrata la santa messa e la Madonna è stata accompagnata in processione alla chiesa di san Michele, dove ha raggiunto sua madre, sant’Anna, compatrona di Campolieto.

La Figlia è stata trasportata a spalla da sole donne, la Madre invece è stata accompagnata da soli uomini. Le statue procedono insieme fino all’altezza della cappella, dove la Madonna ha salutato la madre ed è rientrata nella sua chiesa. Qui, al pomeriggio, è stata rivestita con l’abito feriale, dalle stesse donne che hanno proceduto alla vestizione.

Un altro elemento innovativo del 2024 è stata la realizzazione di una cartolina tattile raffigurante la statua della Madonna del Carmelo che indossa l’abito della festa.

La particolarità dell’oggetto è la presenza del QR Code, al cui accesso tramite lettore, è possibile ascoltare la storia della vestizione.

Questo rito caratterizza Campolieto da secoli e rappresenta un evento unico per i campoletani, che lo vivono con amore, devozione filiale e religiosità senza fine. Quest’anno è stato inserito nel progetto “Romanic@mente in cammino”, come sottolineato dalla presidente dell’Enit, Alessandra Priante, che ha salutato la comunità attraverso un video messaggio proiettato prima della veglia.

Mariarosaria Di Renzo