BORGHI MOLISANI

PETACCIATO E IL MIRACOLO DEL CICLO DELLA VITA

Le ferie estive sono sempre un momento atteso con grande entusiasmo e quest’estate per me è stata un’opportunità per scoprire angoli nascosti ed autentici del nostro bel Molise, che mi hanno offerto una combinazione perfetta di bellezze naturali, relax e cultura, rendendo la vacanza un’esperienza davvero memorabile.

C’eravamo dati appuntamento per la festa di San Basso a Termoli il 03 agosto ed è da lì che sono partite le mie vacanze sulla costa molisana. Prima tappa Petacciato, piccolo borgo con circa 3500 abitanti, che sorge in posizione panoramica in cima ad una collina, a 225 metri sul livello del mare. Da qui si può godere di una splendida vista sull’ Adriatico e sul paesaggio circostante, che spazia dalla Maiella fino al promontorio del Gargano, con possibilità di vedere all’orizzonte anche le isole Tremiti.

Il centro storico, tipicamente medioevale, con i suoi vicoli stretti, le piccole piazze e le case in pietra, crea un’atmosfera incantevole, che accoglie i visitatori in un abbraccio di semplicità e bellezza.

Da visitare la Chiesa di Santa Maria, che originariamente si chiamava Chiesa di San Rocco (patrono del paese), costruita tra l’XI e il XIII secolo in stile romanico-pugliese, con tufo e pietra arenaria, con tre navate e  tre relativi altari. Molto suggestiva è la Torre campanaria che affianca la chiesa e dove si trova la Cripta di San Rocco, che custodisce una bellissima acquasantiera scolpita in pietra e la statua del Santo patrono in cartapesta dipinta.

Vicino al campanile sorge il Palazzo Ducale, chiamato anche Castello di Petacciato, perché venne creato per essere una vera e propria fortezza. Nei secoli è stato trasformato in un palazzo rinascimentale ed attualmente, nel proprio giardino interno, ospita eventi culturali e mostre.

Poco distante dal centro si trovano i ruderi della Torre di Petacciato, ricordo del sistema difensivo costiero contro la minaccia turca.

Punto di forza del paese è senza dubbio il litorale, con le sue acque cristalline, che sfumano dal turchese al blu intenso e le lunghe distese di sabbia chiara e finissima, che sono l’ideale per rilassarsi sotto il sole o fare una piacevole passeggiata al tramonto. Le acque poco profonde sono perfette per nuotare e per famiglie con bambini, mentre i fondali trasparenti invitano a piacevoli sessioni di snorkeling.

La spiaggia, dove il vento scolpisce morbide dune dorate, è affiancata per oltre due Km da una pineta, che offre ombra e frescura di giorno, mentre inebria l’aria di profumi di eucalipto e resina le sere e le notti stellate estive.

Questo piccolo angolo di paradiso è stato palcoscenico di un affascinante ed emozionante miracolo della natura: la schiusa delle uova di tartaruga Caretta Caretta. Dal 7 luglio organizzazioni ambientali e volontari si sono impegnati a monitorare la zona costiera interessata e proteggere le uova dai predatori, sensibilizzando anche i turisti sulla tutela e conservazione di questa specie protetta. Questo evento mi ha emozionato molto perchè rappresenta la bellezza della natura e la sfida della conservazione. Ogni nascita è testimonianza della resilienza della vita e della speranza per il futuro. Proteggere questi antichi viaggiatori del mare è essenziale non solo per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi marini, ma anche per garantire che le future generazioni possano continuare a meravigliarsi di questo incredibile ciclo della vita. In ogni schiusa, in ogni piccola tartarughina che si dirige verso il mare si nasconde un potente promemoria della nostra responsabilità di preservare e rispettare la bellezza e la fragilità del mondo naturale. Dopo tanta meraviglia Petacciato ha ancora tanto da offrirci. I percorsi naturali e le colline circostanti invitano a escursioni dove è possibile scoprire la flora e la fauna locali. Nell’area della foce del Trigno nidificano specie rare di uccelli di mare come il Corriere Piccolo, il Piro Piro Piccolo, il Fratino e il Cavaliere d’Italia.

Da Petacciato marina parte un bellissimo percorso ciclabile che, passando lungo la valle del fiume Sinarca, porta fino a Termoli attraverso campi di girasoli e verdi colline.

Durante la stagione estiva il paese ospita diverse manifestazioni che celebrano la cultura locale, ma quella più sentita si svolge il 16 gennaio, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, in cui si mette in scena la storia del Santo e delle tentazioni del demonio. La rappresentazione prevede numerosi personaggi che al tramonto ripetono la scena più volte, al termine della quale vengono offerti cibo e vino in quantità.

La cucina locale è chiaramente ispirata a piatti di mare come: spaghetti alla chitarra con sugo di calamari e seppie, il brodetto, oppure il piatto tipico per eccellenza: “U Pappone”, zuppa a base di pane e pesce.

Al termine delle vacanze il ricordo più tenero sarà per me il viaggio delle tartarughine verso il mare.

Le dune di sabbia dorata si sono trasformate in un luogo dove la magia della vita e la bellezza della natura si incontrano in un’armonia perfetta. Così, mentre il sole tramonta e le onde accarezzano la spiaggia, il ciclo della vita continua, rinnovando il nostro rispetto per la natura e il nostro desiderio di proteggerla.

Francesca Valente