La galleria dei personaggi molisani

GIUSEPPE BERARDO, UN IMPRENDITORE CON IL MOLISE NEL CUORE

 

La conoscenza con Giuseppe Berardo avvenne nel collegio Fazioli di Frosolone. L’edificio dove vi era il convitto, per circa 80/90 ragazzi, era anche sede delle classi della scuola media e delle due classi del Ginnasio. Giuseppe frequentava due classi prima della mia ed era un calciatore molto bravo. Spesso vi erano partite tra convittori, ma a volte venivano organizzati incontri anche con squadre operanti al di fuori del Convitto.

Giuseppe indossava una maglia iconica, la n. 10 e, siccome in quegli anni esplose il fenomeno Pelè con la maglia n. 10, noi lo chiamavamo Pelegna. Il preside Giovanni Notte, che oltre a rivestire tale incarico era anche rettore del Collegio, persona molto severa, lo teneva in forte considerazione e spesso lo spronava chiedendogli una grande prestazione. Dopo quegli anni scolastici non vidi più né sentii parlare di Giuseppe.  Nel 1972 io e mia moglie emigrammo a Toronto, in Canada. Avevo una zia materna che viveva a Jersey City, un sobborgo di New York e un giorno mi telefonò informandomi che era andata ad acquistare un biglietto aereo e aveva incontrato i due fratelli Berardo, proprietari dell’agenzia, e che uno di loro, Giuseppe, era stato in collegio con me a Frosolone.  Inoltre, poco tempo dopo un caro amico che lavorava alla sede dell’Alitalia a Toronto mi parlò più estesamente di Giuseppe.

Dopo qualche anno, andai a trovare mia zia a New York e rividi Giuseppe. Trascorremmo un intero pomeriggio insieme e mi raccontò un poco la sua vita. Sua madre, sempre originaria di Duronia, era nata a New York. Durante il periodo bellico era tornata a Duronia e aveva conosciuto il futuro padre di Giuseppe, si erano sposati ed era rimasta a Duronia. Oltre a Giuseppe era nato un altro bambino. Quando Giuseppe raggiunse i 18 anni il suo nonno materno pagò il biglietto aereo a tutta la famiglia e li fece andare a New York. Il bravo nonno, tuttavia, aveva in serbo una sorpresa: fece trovare una macchina tutta per Giuseppe. Una bella differenza con la sua bicicletta, mezza rotta, che aveva lasciato a Duronia.

Così Giuseppe ed il fratello rimasero a New York. Dopo alcuni anni, aprirono un’agenzia viaggi che trattava sia il dettaglio che l’ingrosso. Intanto, l’attività professionale e la sua passione per il calcio lo avvicinarono al gruppo dei Cosmos e della Warner Brothers che controllava i Cosmos stessi che, come noto, acquistarono l’attaccante laziale Giorgio Chinaglia. Fu con un viaggio in Italia con l’ex laziale che Giuseppe si rese conto delle attività commerciali che il gioco del calcio fanaticamente generava. Nel frattempo la sua rete commerciale si estendeva e rafforzava.  Acquistò in Italia i pullman che trasportavano i turisti in giro per l’Italia ed era diventato il più grande fornitore di passeggeri dell’Alitalia negli USA.

Una mattina, però, suo fratello entrò in ufficio con in mano le chiavi della macchina e dell’ufficio e rivolgendosi a Giuseppe gli disse che non voleva più far parte dell’agenzia e che se ne sarebbe andato a vivere nelle isole Hawaii. Così fece. Giuseppe, malgrado tutto, continuò e, allo stesso tempo, ampliò i suoi interessi anche nel settore immobiliare. Fu così che acquistò il palazzo della Chrysler a New York e fece degli investimenti in terreni a Milano.

Tutta questa complessa attività non diminuì però la sua passione per le piccole e significative cose della vita. Fu così che divenne il principale sponsor delle attività della nostra associazione “Molisan Ancestry Cultural Association” (MACA), di cui è vicepresidente.

Due anni fa mi telefonò dicendo di essere stato in vacanza in Molise dove, nella chiesa di Frosolone, aveva assistito a un concerto del direttore d’orchestra Fernando Raucci, facendone la conoscenza. Sottolineò che voleva sponsorizzare una serata del Maestro Raucci, chiedendomi come si potesse organizzarla.

Mi misi in contatto con Fernando, una persona gentilissima e sensibilissima, che purtroppo stava lottando contro un terribile male incurabile; un male che nel giro di pochi mesi lo avrebbe portato alla morte.

Adesso, come associazione MACA, stiamo cercando di organizzare nel Molise, probabilmente a Isernia, una serata in onore e alla memoria di Fernando Raucci, un artista che si era fatto conoscere e apprezzare significativamente anche nel mondo musicale americano.

Vincenzo del Riccio, Toronto