Dell’ultimo viaggio apostolico di Papa Francesco, mi ha colpito in modo particolare la seconda tappa: Papua Nuova Guinea. Confesso di non essere molto ferrata in geografia e mi sono chiesta come mai con questo Paese sentivo una certa familiarità.
Qui ha speso la sua vita un umile ed illustre mio compaesano: Padre Giuseppe Maria Vitale. Il desiderio di rileggere cosa ha fatto quest’uomo straordinario è stato fortissimo e vorrei condividere alcuni aspetti della sua vita spesa in autentico spirito evangelico.
Padre Giuseppe Maria Vitale nacque a Gildone l’8 marzo 1866.
Al compimento degli studi primari iniziò il suo iter formativo presso il Seminario di Benevento.
Erano tempi in cui ogni famiglia benestante aspirava ad avere un proprio congiunto sacerdote, sia per realizzare un ideale di fede, sia per una maggiore visibilità nella società civile.
Nel 1854, a Issoudun, in Francia, era nata la Congregazione dei Missionari del Sacro Cuore che fondò in breve tempo case provinciali in tutta Europa per educare i giovani allo spirito missionario e inviarli in tutto il mondo.
Venuto a conoscenza di questi ideali durante una missione, tenutasi a Gildone nel tempo di Pasqua, il giovane Giuseppe fu attratto e, alla fine del corso superiore degli studi compiuti presso il Seminario di Benevento, passò a Roma nel Seminario dei Missionari del Sacro Cuore dove giunse il 5 febbraio 1884.
Iniziò il noviziato a Tilburg in Olanda a 19 anni. Dopo tre anni, il 24 giugno 1888, a Issoudun, fece voto di professione perpetua religiosa.
Dopo appena tre giorni partì da Marsiglia per la Nuova Guinea con Mons. Navarre, che sarà il primo Vescovo della Papuasia.
Il Prelato durante il viaggio gli conferì gli Ordini Minori e, successivamente, il Diaconato.
A soli 22 anni, il 14 ottobre 1888, nell’isola di Thursday, tra l’Australia e la Nuova Guinea, lo ordinò sacerdote. Sbarcò in Nuova Guinea il 20 dicembre 1888, luogo dal quale non si mosse più.
A partire dal 1890 operò tra i “Mekeo”, una popolazione di circa 15.000 abitanti.
Interessante è la spiegazione del nome “Maria” che sostituisce il suo nome di battesimo Giuseppe.
Spiega come in Mekeo i ragazzi prendono il casato della madre.
Una volta portarono in processione la statua della Madonna e gli indigeni volevano sapere il nome della bella donna.
Padre Vitale rispose che era sua Madre e si chiamava Maria.
In conclusione Padre Vitale Maria significa Padre Vitale figlio di Maria. Così scrive ai confratelli di Roma “la lingua di Mekeo è diventata la mia prima lingua, venite prima che muoia, ve ne dirò il segreto…”
Padre Vitale svolse la sua missione in condizioni estreme.
Lavorava il legno, costruiva case e chiese, la sua missione si sviluppò lungo due direttrici: l’evangelizzazione, che portò avanti con coraggio e perseveranza, e l’agricoltura.
Lui, figlio di possidenti e conoscendo il lavoro dei contadini, insegnò ai Mekeo le tecniche della lavorazione dei campi. A tal proposito richiese ai suoi familiari di Gildone un basto (a vard) per il trasporto dei prodotti delle coltivazioni.
Battezzò talmente tanti “Mekeo”, li catechizzò, celebrò tanti matrimoni. Il primo prete papua, Lois Vangeke, fu cresciuto ed educato da lui.
Era nato a Veifaa nel 1904.
La madre morì dandolo alla luce e, in ottemperanza alle leggi tribali, doveva essere sepolto con lei. Fu salvato da una suora che lo portò in missione. Qui conobbe Padre Giuseppe Maria che gli fece da angelo custode e da maestro.
Lois Vangeke è stato anche il primo Vescovo papua consacrato da Paolo VI a Sidney nell’anno 1970.
Anche se aveva eletto la Papuasia come sua Patria, Padre Giuseppe Maria Vitale portò sempre nel cuore una velata nostalgia per la terra d’origine come traspare da una sua lettera ad un confratello di Pietracatella. “Caro Padre Pillarella, le notizie che mi avete dato sul nostro Paese mi hanno fatto piacere. Non dimentico mai il mio Gildone. Padre Egidio anni fa mi mandò una carta della nostra Provincia. Di tanto in tanto la prendo e riguardo i luoghi dove passai la mia infanzia. Tutte le volte trovo le nostre montagne più belle che mai!”
Morì il 9 ottobre 1947, a 81 anni, nel villaggio di Veifaa ed è sepolto in Nuova Guinea.
Nel 1955 il Comune di Roma ha intitolato a Padre Vitale una strada nel quartiere di Casal Palocco, a conferma della sua fama e della sua straordinaria missione.
Le parole di Gesù “Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”, sono state incarnate perfettamente da Padre Vitale.
Sara Del Balso