Momenti di immensa gioia ha vissuto la comunità di Macchia Valfortore nei giorni 25, 26 e 27 settembre. Grazie all’interessamento e alla devozione del parroco, don Stefano Fracassi, la cittadina fortorina ha avuto l’onore di ospitare le sacre spoglie di san Gabriele dell’Addolorata. Ricco il programma di missione popolare organizzato da don Stefano, con la collaborazione fattiva di un gruppo di giovani fedeli e dei padri passionisti che hanno accompagnato il Corpo del santo.
I lavori si sono aperti il 21 settembre con l’inizio della missione popolare: al pomeriggio la recita del Rosario, seguita dalla santa Messa e catechesi sulla vita del santo, le tre virtù teologali, sul peccato e il rispetto dei Comandamenti. I padri passionisti hanno inoltre fatto visita agli ammalati e incontrato i bambini e i ragazzi del paese. Padre Raffaele De Fulvio, rettore del santuario di san Gabriele, è rimasto molto colpito dall’entusiasmo che ha riscontrato nella popolazione, sicuramente tramandato dal parroco. Egli si è impegnato anche per allestire le chiese a festa per accogliere un santo così affascinante.
San Gabriele dell’Addolorata, al secolo Francesco Possenti, nasce in Assisi il primo marzo del 1838. Figlio di Sante, governatore della città, e di Agnese Frisciotti. Un ragazzo bello, gioioso, elegante. Molto bravo a scuola, compone poesie in latino e vince diversi premi scolastici, frequenta il teatro, è un ottimo ballerino. Nonostante ami la vita mondana, si domanda spesso cosa fare della sua esistenza. La risposta viene quando la situazione in famiglia cambia e lui deve affrontare il dolore di molti lutti, non ultimo quello dell’amatissima sorella Maria Luisa. L’idea di ritirarsi in un convento si fa sempre più insistente e, durante una processione, vede l’immagine della Madonna e comprende che la sua vocazione è ormai consolidata. Entra nel monastero di Morrovalle (MC) e inizia il noviziato nell’istituto dei passionisti, fondato da san Paolo della Croce nel 1720. Ora è un apostolo di Gesù e la sua missione è annunciare, attraverso la vita contemplativa, l’Amore di Dio rivelato nella Passione di Gesù. A 18 anni cambia il suo nome in Gabriele dell’Addolorata e inizia un percorso di preghiera e penitenze. Egli ha finalmente trovato la sua ragione di vita! Purtroppo, alla fine del 1861, si ammala di tubercolosi e muore la mattina del 27 febbraio 1862. Padre Norberto Cassinelli, suo direttore, rivela che la santità di Gabriele sta nell’aver “lavorato con il cuore”. Le spoglie del giovane si trovano a Isola del Gran Sasso (TE), ma l’ordine viene soppresso e i passionisti sono costretti a lasciare il convento. A trent’anni dalla morte di Gabriele, iniziano i primi prodigi. Nell’ottobre del 1892 si procede alla riesumazione delle ossa sotto stretta sorveglianza della gente, che assolutamente non vuole sentire parlare di trasferimento. Quindi Gabriele resta definitivamente in Abruzzo. Viene dichiarato beato da Pio X il 31 maggio del 1908 e, successivamente, santo da Benedetto XV il 13 maggio del 1920. È patrono dell’Abruzzo, della Gioventù cattolica italiana, dei comuni di Martinsicuro (TE), Civitanova Marche (MC) e Bovolenta (PD).
Monsignor Biagio Colaianni, arcivescovo di Campobasso – Bojano, ha presieduto la santa Messa il giorno 25 settembre, quando il santo è giunto a Macchia Valfortore.
Nella sua omelia il presule ha sottolineato l’importanza della presenza delle spoglie nel piccolo borgo molisano. Un santo così giovane deve insegnare ad avere il coraggio e la forza di affrontare le difficoltà, così come li ha avuti san Gabriele. Lui, nonostante abbia subìto tanti dispiaceri e patito la malattia, non ha mai perso la speranza e la fede. I cristiani devono prendere esempio dal santo vivendo nell’amore e coltivando la pace, il bene, la condivisione, in maniera da essere in unione con Dio.
Padre Raffaele ha detto che san Gabriele è considerato il “Santo del sorriso”, anzitutto perché il suo viso dolce emana gioia, ma anche per il suo carattere gioviale, sempre disponibile, anche nei momenti più tristi. Don Stefano ha realizzato un suo sogno, essendo lui tanto attaccato alla figura di san Gabriele. Figura che considera attuale e che contribuisce a consolidare la devozione, specialmente tra i giovani. Questi, purtroppo, sono sempre di meno e fuggono da realtà in cui sembra che non ci siano più prospettive di vita.
Mi piace riportare la testimonianza di alcuni fedeli i quali, a vario titolo, hanno partecipato e dato il proprio contributo alla realizzazione dell’evento. Domenico ricorda l’emozione provata quando si è recato con la moglie a Isola del Gran Sasso, in occasione del loro viaggio di nozze. Vedere il viso angelico e giovane di san Gabriele lo ha molto turbato, perché ha pensato a quante sofferenze ha dovuto affrontare.
Il volto gli ha ricordato quello dei ragazzi che ha seguito per quasi cinquant’anni, come allenatore della locale squadra di calcio. La visita rimarrà impressa sempre nella sua mente e nel cuore, si sente più vicino alla gente e più rispettoso nei confronti del prossimo.
Giovanni è rimasto meravigliato della massiccia presenza della gente di Macchia. Tutti si sono sentiti coinvolti e hanno operato con entusiasmo e devozione. Hanno compreso l’importanza di un evento che probabilmente non si ripeterà più. Ha notato la presenza di numerosi fedeli giunti in paese da zone limitrofe e comuni più distanti come Montefalcone del Sannio, Limosano e Campobasso. È rimasto assai contento dei padri passionisti, i quali hanno catalizzato l’attenzione con le loro catechesi.
Salvatore, in qualità di portavoce del comitato parrocchiale san Nicola, ha raccontato che i preparativi sono iniziati nelle settimane precedenti. In quei momenti, si respirava già un’aria di gioia, in attesa dell’evento. La collaborazione armoniosa di tutti i cittadini di Macchia Valfortore ha reso i lavori meno faticosi. Coglie l’occasione per ringraziare tutti coloro che si sono adoprati e le ditte che si sono messe a disposizione, prestando al comitato ciò che poteva servire, perché senza di loro probabilmente non sarebbero riusciti a realizzare la manifestazione. L’arrivo di san Gabriele è stata un’emozione indescrivibile, accompagnata dal piacere di aver incontrato i padri passionisti Raffaele, Andrea e Salvatore, persone splendide e ricche di fede e umanità. Poi la processione, che è stata un insieme di entusiasmo, commozione e stanchezza.
Il comitato vuole ringraziare col cuore coloro che hanno portato a spalla il corpo di san Gabriele.
La partenza alle sei del mattino del 27 è stato il momento più triste: i padri Passionisti hanno riportato il Santo nel suo santuario. È rimasta la consapevolezza di aver vissuto un evento unico. Walter racconta di un’esperienza toccante nel vedere tanta gente in preghiera per san Gabriele. Molto commovente la processione, durante la quale ha avuto l’onere e l’onore di portare il corpo del santo. Ha vissuto emozioni intense e ha pensato alle persone care, pregando anche per loro.
La sosta di san Gabriele rimarrà nella storia di Macchia Valfortore, anche perché i padri passionisti hanno donato una reliquia e una stola del santo che sicuramente i cittadini della comunità fortorina custodiranno e tuteleranno con fede.
Mariarosaria Di Renzo