BORGHI MOLISANI

CASTELPETROSO E LA BASILICA DALL’ARCHITETTURA FIABESCA

Il filo conduttore di tutti i miei viaggi nei borghi del Molise è il ricordo indelebile di mio padre, che mi portava con sé durante i suoi tour canori.

Mio padre era un appassionato di musica e tradizioni ed era un tenore instancabile, le sue esibizioni nelle chiese erano eventi attesi da molti ed io e le mie sorelle eravamo le sue fedelissime accompagnatrici.

Per me, ogni chiesa significava varcare le soglie di un mondo incantato, dove la melodia della sua voce si mescolava con l’eco delle antiche pietre. Così anche il viaggio di questa domenica autunnale è legato ai ricordi di un’infanzia felice, quando pensavo che il Santuario di Castelpetroso fosse un castello delle fiabe, dove le due contadinelle: Bibiana e Serafina avevano incontrato la Madonna, che nel mio immaginario da bambina era una fata luminosa. Immersa nel verde delle colline molisane, a circa 40 km da Campobasso, si erge come un imponente testimonianza di bellezza e spiritualità la Basilica di Castelpetroso.

Con le sue torri slanciate, le facciate ornate e i dettagli architettonici, che sembrano usciti da un libro illustrato, questo luogo è una vera gemma del patrimonio molisano.

L’Edificio Sacro, dedicato a Maria Santissima Addolorata, fondato nel 1890 quando fu depositata la prima pietra, dopo le apparizioni della Madonna alle due contadinelle, fu completato nel 1975.

La sua costruzione si distingue per uno stile neogotico che riprende le linee classiche dei castelli medievali. Ogni pietra racconta una storia di dedizione e fede, mentre l’atmosfera mistica avvolge i visitatori in un abbraccio di serenità. Ciò che colpisce immediatamente è la sua architettura: le guglie che svettano verso il cielo, le finestre gotiche e le decorazioni fanno sembrare la Basilica un castello incantato, immerso in una natura che sembra danzare in armonia con la struttura stessa, creando un ambiente perfetto per momenti di preghiera e meditazione o per passeggiate rilassanti. La natura incontaminata e i suoi profumi fanno da cornice a un’esperienza sensoriale unica.

Oltre alla sua bellezza architettonica, il Santuario è un importante centro di spiritualità.

Ogni anno, migliaia di pellegrini e visitatori si recano qui per trovare pace e per riflettere. Le celebrazioni religiose, i momenti di preghiera e le meditazioni offrono un’opportunità per connettersi con la propria interiorità e con la storia di questo luogo sacro.

Da una visione aerea si vede che la Basilica è composta da 7 cappelle che rappresentano i sette dolori della Madonna e al centro di esse vi è la cupola alta 54 metri. Al suo interno in ognuna delle cappelle laterali vi è un altare in marmi policromi sormontato da una tela di Amedeo Trivisonno raffigurante uno dei dolori di Maria. Sempre dello stesso artista sono anche le tele della Resurrezione di Gesù e dell’Assunzione di Maria.  Molto suggestiva la statua della Madonna che guarda il Cristo morente.

La Chiesa e il luogo delle apparizioni sono collegati tra loro dalla Via Matris, lunga 750 metri, che si snoda lungo la montagna. Tutto il percorso è suddiviso in sette tappe, in ognuna delle quali ci sono gruppi scultorei in bronzo realizzati dall’artista Alessandro Caetani, che rappresentano i sette dolori.

Il percorso si conclude con il luogo delle apparizioni, dove è possibile ammirare altre sculture in bronzo, che riproducono la scena della prima apparizione; qui troviamo la famosa sorgente, la cui acqua sembra avere poteri miracolosi e quindi bisogna assolutamente berla.

Il nostro viaggio non è concluso, perché bisogna raggiungere il piccolo borgo medievale di Castelpetroso che dista dalla Basilica circa 5 km e merita una visita sia per la sua posizione panoramica a 872 m sul livello del mare, da cui è possibile godere di incantevoli panorami tra le valli di Bojano e Carpinone, sia per le sue peculiarità.

Il nome del paese si riferisce al castello edificato intorno all’anno 1000 in un sito ricco di pietre. Ad oggi è possibile osservare soltanto alcuni elementi che componevano la fortezza, come ad esempio la sua forma quadrata, la Porta del Parco e alcuni resti dell’antica cinta muraria.

Attraverso Porta del Parco si accede al centro storico del borgo caratterizzato da vicoli stretti, case in pietra, piccole piazze e la Chiesa parrocchiale di San Martino, con il portale del trecento ben conservato.  Il suo interno custodisce un mosaico azzurro e oro che raffigura San Martino nell’atto di donare il suo mantello ad un povero.

La statua della Madonna Addolorata è collocata sull’altare ed è circondata da 7 dipinti realizzati da Trivisonno. Bellissima la grande tela del seicento raffigurante la Deposizione collocata sulla navata sinistra.

Da visitare anche l’antico castello di origine normanna, di cui oggi rimangono solo alcuni ambienti, che ospitano il “Museo della Civiltà contadina” e il presepe artistico in stile cinquecentesco i cui personaggi, impegnati negli antichi mestieri, vestono i costumi tradizionali dei paesi pentri. Gli edifici e i paesaggi del presepe sono quelli tipici molisani. Dal belvedere del castello si può ammirare un panorama incantevole che spazia a 360 gradi tra montagne e vallate.

EVENTI E TRADIZIONI

Varie sono le feste e i momenti di aggregazione di antico retaggio contadino, che vengono accompagnate da una cucina che conserva sapori antichi e genuini. Tra i piatti tipici ricordiamo: polenta, sagne e fagioli, trippa al sugo, sciatone alla verdura o ai formaggi, pizza di San Martino, che in passato veniva cotta sotto i carboni ardenti, sciusciell e ciabbotta, piatto a base di zucchine, sedano, cipolla, pomodoro, formaggio grattugiato, uova e salsiccia e per finire, le famose cancelle, biscotti secchi a base di sugna zucchero e uova.

Date da ricordare:

La festa del Santo Patrono: San Martino 11 novembre;

La fiera del Santuario il 22 Marzo e la quarta domenica di settembre;

la Sagra delle taccozzelle e fagioli nel mese di agosto.

Anche in questo viaggio che volge al termine ho portato con me l’amore che mio padre mi ha trasmesso per il Molise e così per ogni angolo che esploro sento la sua presenza accanto a me in un abbraccio che attraversa il tempo e che unisce passato e presente.

Francesca Valente