LA PREGHIERA CHE SALE FINO A DIO

VIII GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

Il 17 novembre, la Chiesa celebra l’VIII Giornata Mondiale dei Poveri, un’occasione che ci invita a riflettere profondamente sul messaggio biblico tratto dal Siracide: «la preghiera del povero sale fino a Dio» (cfr Sir 21,5). Papa Francesco ha scelto questo tema nell’anno dedicato alla preghiera, in preparazione al Giubileo Ordinario del 2025; un tema che ci spinge a considerare la preghiera come un ponte tra il grido dei più bisognosi e l’orecchio attento e premuroso di Dio.

Il libro del Siracide ci offre insegnamenti preziosi sulla relazione tra l’uomo e Dio; enfatizza la preghiera come mezzo per avvicinarsi al Signore e come chiave per comprendere che i poveri occupano un posto privilegiato nel cuore divino; Dio, infatti, non resta indifferente alle sofferenze dei suoi figli: “la preghiera del povero attraversa le nubi e non si quieta finché non sia arrivata” (Sir 35,21-22), quindi la compassione di Dio non è passiva ma un impulso incessante che porta a rendere giustizia e ristabilire l’equità.

«Tutti siamo poveri e bisognosi davanti a Dio;

questa consapevolezza è un antidoto contro l’orgoglio

e l’illusione di autosufficienza,

alimentata da una mentalità “mondana” che esalta

la conquista e il successo personale

a discapito della dignità altrui»

 

Nel messaggio del Santo Padre, emerge con forza l’idea che tutti siamo poveri e bisognosi davanti a Dio; questa consapevolezza è un antidoto contro l’orgoglio e l’illusione di autosufficienza, alimentata da una mentalità “mondana” che esalta la conquista e il successo personale a discapito della dignità altrui.

Le parole del Papa ricordano che la vera felicità non si ottiene calpestando il diritto degli altri; l’arroganza e la violenza, spesso palesate nelle guerre e nei conflitti, generano nuovi poveri e sofferenze indicibili, ma la Chiesa è chiamata a rispondere con solidarietà e carità cristiana.

La Giornata Mondiale dei Poveri non è solo un appuntamento di riflessione, ma una chiamata all’azione concreta; la sua celebrazione ci ricorda di dare ascolto al grido dei poveri, di sostenere i volontari e le comunità che si impegnano quotidianamente a prendersi cura dei più vulnerabili; la vera preghiera deve tradursi in carità operosa, poiché, come sottolineato da Benedetto XVI, senza preghiera, l’azione rischia di diventare un semplice attivismo svuotato del suo significato spirituale.

Il Santo Padre ci esorta a pregare con e per i poveri, a riconoscere nei gesti più semplici e quotidiani l’autenticità della nostra fede attraverso un sorriso, una parola di conforto, una carezza; in un mondo lacerato da guerre e conflitti, la nostra preghiera diventa una richiesta di pace, una supplica che, nonostante il silenzio apparente di Dio, non rimane senza risposta.

Infine, l’invito è a camminare come pellegrini di speranza, riponendo fiducia in Maria, Madre di Dio e “Vergine dei poveri”, che con la sua umiltà e obbedienza rappresenta il modello perfetto di una preghiera che sale fino al cielo; la sua intercessione è un segno tangibile che la nostra invocazione, se mossa da un cuore umile, sarà sempre accolta.

Valentina Capra